Contro la transigenza intransigente e... viceversa

Ed ora, che le elezioni sono finite, gli obblighi della disciplina che noi - per primi - abbiamo scrupolosamente osservati, veniamo ed è opportuno, utile, doveroso anzi discutere sulla mozione voluta a maggioranza dalla Direzione del Partito a proposito dei ballottaggi. Noi abbiamo esposto e prospettato - più o meno felicemente, ma colla maggiore obiettività le ragioni della maggioranza e abbiamo - data l'imminenza della lotta - taciuto le ragioni del nostro dissenso, ma oggi tale riserbo non ha più alcuna ragione d'essere. Bisogna discutere e noi cominciamo appunto col pubblicare questo articolo del compagno Bordiga, articolo che sottoscriviamo a due mani.

Intanto, noi osiamo sperare che nessuno ci abbia creduto fra i firmatari di quell'ordine del giorno. Noi eravamo della minoranza e ci siamo battuti dieci o dodici ore per ottenere il voto di una mozione che consacrasse l'intransigenza assoluta, anche al secondo scrutinio. Insomma, il compagno Serrati ha perfettamente ragione di lamentare sul Secolo Nuovo, che non sia apparso nemmeno un rigo della discussione avvenuta in seno alla Direzione.

Noi ricordiamo che - quando nel luglio si discusse l'indirizzo dell' Avanti sull'argomento che interpretano mediocremente gli avversari politici - si diede di quella discussione un resoconto amplissimo. Il più laconico in quell'occasione, fu precisamente chi scrive queste righe, il quale da uomo, ahimè... pochissimo navigato, non si aspettava dopo il grandioso e significativo recupero generale del giugno - (parola incomprensibile) perchè lo volle l' Avanti! - una specie di requisitoria... fatta a base di impressioni soggettive e non di documenti. Non solo ma sempre in quell'occasione e con una fretta degna, certo, di migliore causa, fu consegnato alla stampa un ordine del giorno che non era nemmeno venuto in discussione Ognuno voleva salvare l'anima...

Ebbene, anche noi abbiamo, ci pare, il diritto di salvarci l'anima e la coerenza. Dare un resoconto della discussione sarebbe assai difficile e adesso anche inutile. La discussione procedette confusa perchè si cercava di raggiungere quello che non hanno ancora raggiunto i matematici di tutte le età e di tutti i paesi - la quadratura del cerchio. Non si può essere transigenti e intransigenti per "la contraddizione che nol consente".

Nulla di più buffo che una intransigenza alla "(parola incomprensibile)"; una intransigenza che si ferma a metà, proprio quando audacemente dovrebbe invece andare sino in fondo.

Verissimo e noi lo abbiamo detto che il Partito Socialista non è tutto maturo per l'intransigenza assoluto. L' (parola incomprensibile) ha fatto e farà ancora molte vittime. E' certo che i socialisti dei collegi di Cappi, Cabrini, ecc. avrebbero riversato su costoro i loro suffragi. Basi dire che malgrado il veto direzionale i socialisti di Porto S. Giorgio sono andati a deporre nelle urne il nome di Don Murri. Ma se non il Partito, la Direzione dev'essere matura e decisa per l'intransigenza, specie quando il Congresso abbia lasciata impregiudicata la questione. La Direzione del Partito ha ceduto alle preoccupazioni dei benpensanti di Roma che credevano, (parola incomprensibile) il Caetani al quarto, di salvare Campanozzi al primo, e si sono ingannati. La Direzione doveva proclamare l'intransigenza assoluta, assumendo di fronte al Partito la responsabilità di tale atteggiamento. Forse che il Congresso di Reggio Emilia ha decretato che in caso di eccidi si debba inscenare uno sciopero generale! No, eppure tale decisione è stata votata dalla Direzione, e accettata da tutto il Partito. Lo stesso, noi crediamo, sarebbe avvenuto per una mozione d'intransigenza estrema.

Ci riserviamo di ritornare sull'argomento, ma intanto ci pare che i socialisti italiani - dal momento che sono stati privati del resoconto della discussione - abbiano almeno il diritto di conoscere l'ordine del giorno della minoranza che raccolse quattro voti (Mussolini, Bacci, (parola incomprensibile), Cagnoni) contro cinque e un astenuto (Balabanoff). Eccolo:

"La Direzione del P.S.I. discutendo sull'atteggiamento da prendere di fronte ai ballottaggi dai quali sono esclusi i candidati socialisti

considerato

che il P.S. per i suoi metodi di lotta e le sue idealità estreme non ha e non riconosce partiti affini:

condiderato

che per accelerare il ritmo della vita politica italiana, specie nel nuovo periodo storico iniziato dall'esperimento del suffragio allargato è necessario differenziare e non confondere i partiti;

invita

i socialisti che sono in ballottaggio a fare unico ed esclusivo assegnamento sulle proprie forze e in tutti gli altri casi invita i socialisti all'astensione"

Tale ordine del giorno fu presentato da Mussolini.

La deliberazione presa dalla Direzione del partito in merito alle elezioni di ballottaggio deve avere molto meravigliato, secondo la mia forse ingenua opinione, gli elementi veramente rivoluzionari del Partito.

Si risentono infatti le conseguenze di aver preso a Reggio un deliberato incompleto, ammettendo sia pure con riserve gli accordi per i ballottaggi come per le elezioni amministrative. Ed è strano che proprio la Direzione attuale, composta tutta di rivoluzionari, abbia invocate, sia pur limitatamente, quelle scappatoie riformistiche lasciate dal congresso.

Tralasciamo pure le singole personalità politiche a cui si è creduto concedere l'appoggio "in extremis"; non farò ai lettori dell' "Avanti!" il torto di rammentare che vi sono tra quei dieci alcuni autentici monarchici, alcuni nostri rinnegati, alcuni schietti fautori della guerra; che insomma figurano in quel grazioso assortimento quasi tutte le sfumature più filistee dell'antisocialismo.

E' in linea di principio che va rilevato come quell'atteggiamento dell'ultima ora abbia maculato la magnifica battaglia svolta quasi dovunque dal Partito per le elezioni a primo scrutinio. Da banda i pettegolezzi. La quistione è che il concetto dell'intransigenza è di carattere programmatico, e non tattico ed è per definizione, come direbbero gli scolastici, assoluto e non relativo. Una sola eccezione basta a distruggerlo.

Stabilito in linea di principio che il Partito Socialista deve contare sulle sole sue forze, demolita con mesi e mesi di vivace polemica l'assurda teorica del "meno peggio" che sostiene l'appoggio al partito più affine, asserito in mille occasioni e su tutti i toni che per noi non v'è differenza tra i vari partiti borghesi, proclamato e anche dimostrato in pratica, nelle elezioni del 26, con sufficiente coerenza, che al Partito Socialista importa non la conquista dei collegi ma quella degli elettori; non si doveva smentirsi con una virata di bordo all'ultimo momento; senza avvalorare una delle due logiche spiegazioni: o i socialisti credono che sia utile alla propria causa favorire il successo della democrazia contro i partiti reazionari; o essi, come hanno sempre asserito, vedono nella democrazia un nemico come un altro e spesso peggiore degli altri, ed allora hanno fatto un semplice scambio di appoggi puramente elettorali per guadagnare qualche collegio, come si poteva farlo magari con i clericali.

L'una e l'altra spiegazione sono poco decorose per noi. Era meglio sacrificare alcuni collegi e conservare fino all'ultimo il genuino carattere socialista della lotta. Vi è chi pensa che non bisogna essere troppo "astratti" e che anche la politica socialista deve avere certi accorgimenti e usare certi temperamenti come quella borghese.

Questo secondo non è che un prezioso argomento per gli... astensionisti. Basta osservare che per quella strada i parlamentari socialisti arrivarono al... Quirinale.

Se si lasciasse passare il concetto dei "casi speciali" e delle eccezioni avremmo in Italia la metà più uno di 503 casi speciali e le eccezioni diverrebbero regola. Di qui non si esce. L'intransigenza è o non è. L'intransigenza non ammette transazioni. Non pare una verità di La Palisse?

E' da ammirare certo che il Partito segua con disciplina le decisioni della Direzione. Ma queste avrebbero potuto causare una insurrezione in molti collegi perchè non inspirate a nessun concetto di massima. Rileggete i nomi.

In conclusione osserviamo che è molto più coerente l'accordarsi apertamente con un qualsiasi partito affine per unire le proprie forze contro il comune nemico - dato che si abbiano ancora di queste fisime - fin dal primo scrutinio, anzichè, dopo essersi combattuti accanitamente e magari ferocemente, rimangiarsi tutto nello spazio di una settimana per scambiarsi l'appoggio in alcuni collegi. Questo vuol dire confondere le coscienze dei proletari innanzi a cui abbiamo svolto un programma preciso e che ci hanno dato un così magnifico consenso. Queste strette di mano nell'ombra con i nemici di ieri seminano la diffidenza nelle masse contro l'azione del Partito Socialista e danno buon gioco alle insinuazioni degli anarcoidi come alle calunnie dei borghesi. Ecco il male.

Da l' "Avanti!" del 4 novembre 1913, introdotto dalla redazione, firmato Amadeo Bordiga

Archivio storico 1911-1920