Direttive di Bordiga alla Sinistra

Si dice: Bordiga e i suoi non hanno accettato di entrare nella Centrale. Questo è vero. Non avremmo accettato perfino se ci avessero offerto la totalità dei posti. Noi non accettiamo le direttive tattiche, organizzative e il criterio di direzioni dell'Internazionale Comunista. Soprattutto questo, che consiste nel dare la prevalenza, nel formare il nostro stato maggiore internazionale, alle caratteristiche della assenza di opinioni e di coraggio morale burocratizzando, funzionarizzando, meccanizzando in una sterile routine quello che dovrebbe essere l'apparecchio direttivo dell'azione rivoluzionaria. Contro quelli che si sottraggono a questo livellamento infelice, si adoperano sistematicamente le critiche basate sulla cosciente falsificazione delle loro opinioni e pochi motivi esatti formalmente, ma adoperati ed interpretati in modo controrivoluzionario e tecoppesco, come quello della disciplina e della centralizzazione che non sono formole rigidamente meccaniche ma risultati da conseguire dialetticamente, e dai quali il metodo attuale ci allontana. Data questa situazione, ma dato che l'Internazionale comunista malgrado tutto è l'organismo dell'azione comunista mondiale in cui possiamo chiedere il diritto di critica ma non quello di violare praticamente le decisioni, dato che non è ammissibile per le nostre concezioni dirigere il partito secondo la Internazionale Comunista come suo diritto esige, senza ripetere le antiche cause di conflitti e anche di false accuse (sabotaggio, ecc.) dato che non vogliamo dirigere il partito infischiandoci dell'Internazionale Comunista e delle sue delibere, non avremmo potuto "prendere" noi il Partito Comunista italiano nelle mani.

Ma tale proposta non ci è stata mai fatta. Ci si è offerto di entrare nel Comitato Centrale e Comitato Esecutivo "avendo la maggioranza col centro" (vedi lettera al partito).

Si dice: ma (vedi più oltre lettera stessa) centro e destra sono ormai la stessa cosa, tale formola equivoca significa che a noi maggioranza, si offriva una posizione di minoranza che era ridicolo accettare. Ci si offriva una posizione, è vero ma a "condizione che rinunziassimo ai nostri errori" ossia che ci identificassimo colla evoluzione del centro, fatto più che altro di un processo di rammollimento successivo di un gruppo di capi e funzionari. Siccome centristi non ci siamo diventati, entrando nel Comitato centrale non ci avremmo portato che un conflitto permanente, che o noto o ignoto al partito avrebbe aggravata la situazione. Lasciamo stare che Bordiga doveva restare a N. come vicepresidente, ecc.

Neppure abbiamo chiesto la libertà al Congresso di eleggere la lista della Centrale, tra tutte le liste liberamente presentabili, avremmo dovuto avanzare la pretesa di discutere liberamente al Congresso nazionale delle stesse cose discusse al Congresso mondiale: non credemmo di averne diritto. Ora la Centrale ha il programma di ottenere da Congresso un voto che stabilisca che la sinistra nel partito è una minoranza. Ma si vuole fare questo con una discussione limitata, anche più di quanto stabilisca il programma di azione votato a Mosca, secondo cui si potrà anche discutere la tattica dell'Internazionale Comunista alla sola condizione della inserzione di una replica ufficiale. La discussione, pare, dovrà avere il carattere di "Campagna per portare il partito sul terreno della Internazionale Comunista". Ma se questo si vuole non vi è altro mezzo che darci la libertà di parola, e confutarci punto per punto: la Centrale non dovrebbe aver alcun ritegno a farlo, come lo avemmo noi quando limitavamo i dibattiti solo per non dovere noi, come Esecutivo, polemizzare contro il Comintern e non per nessuna altra ragione. Ma per il Congresso si discusse. Ora una delle due: o siamo liberi di scrivere e il partito libero di votare anche contro le tesi del V Congresso (non ne avanziamo pretesa) e solo allora si potrà "contare" con un voto la sinistra. O non si potrà discutere e votare in tal senso, allora voteremo al Congresso magari tutti unanimi per disciplina, ma non si potrà dire di avere liquidato la sinistra. In tale secondo caso possiamo anche rinunciare a scrivere checchessia, ad esempio se perfino ci si nega di rettificare le opinioni attribuitici a torto. Sarebbe comoda una sinistra "fantoccio" da battere trionfalmente, senza che le si sciolgano le mani.

Circa il compito del partito, scriveremo se avremo libertà: si pubblichi il nostro progetto di programma di azione, e le nostre tesi tattiche. La nostra parola politica, già condannata dal V, che nelle cose italiane si è contraddetto alla sua pretesa sterzata a sinistra, è: Autonomia politica del partito, liquidazione delle opposizioni fino ai massimalisti, parole non solo teoriche ma anche politiche - tattiche - politiche - agitatrici contro il programma fascista e quello liberale democratico al tempo stesso.

Da APC (senza indicazione di protocollo), 1924

Archivio storico 1924 - 1926