Traiettoria e catastrofe della forma capitalistica nella classica monolitica costruzione teorica del marxismo (1)

INTRODUZIONE

1. Tre vie al dilemma storico Russia-Occidente

Il relatore come ogni altra volta tracciò lo stato generale del piano di lavoro che conduciamo in queste riunioni, che negli ultimi tempi, salvo alcune su temi specifici (Polemica della Sinistra con l'IC; Principi di base storici e sociali del programma comunista) (1), si sono in certo modo divise in due rami: struttura sociale ed economica russa da un lato, corso dell'economia capitalista dall'altro. Il lettore trova i richiami a questo lavoro, e alle varie pubblicazioni curate dal partito, nei resoconti immediati di Cosenza e Ravenna come all'inizio di quello diffuso testé in corso di pubblicazione, e non li ripetiamo (Programma n. 19 del 1956, n. 3, n. 4 e n. 16 del 1957). (2)

Il relatore prospettò per quali motivi questa contrapposizione di termini tra Russia e capitalismo occidentale domina la scena storica e politica degli ultimi quarant'anni. Per i nostri avversari di tutte le sponde l'antitesi viene - a dar buon gioco ai traditori del comunismo - mantenuta ferma come un'antitesi tra classi e forme di produzione; tra socialismo proletario e capitalismo borghese. Per noi all'opposto, nel corso storico di questa moderna fiammeggiante vicenda, tre ben diversi "tempi" si sono succeduti.

Tre vie sono state successivamente annunciate e i loro nomi sono questi: Rivoluzione - Guerra - Emulazione.

Noi siamo e restiamo solidali solo della prima via, aperta colla Rivoluzione di Ottobre 1917 e chiusa colle sconfitte delle sinistre rivoluzionarie in Russia ed altrove. Era la via di Lenin.

La seconda via può portare il nome di Stalin e l'etichetta: costruzione del socialismo nella sola Russia. Nella realtà è la via della costruzione di una forza industriale, militare ed imperiale su cui aleggia il mito di un rovescio in guerra di tutti gli Stati ed imperi di Occidente; prima la Germania e poi l'America, nella paranoia di cui morì Stalin, con l'arrivo del comunismo in tutto il mondo borghese a bordo dei carri armati, nell'inganno diffuso nel mondo dalla pandemia di ebetismo dei suoi seguaci. Stalin muore nel 1953, ma il suo orrendo mostro teorico gli era premorto, con la guerra di Corea e la ripresa delle economie imperiali dell'Ovest.

A questo mostro orrendo in linea di dottrina, ma non schifoso nella condotta politica quanto il mollusco che lo seguì, è succeduta la terza via, che si può dire del Ventesimo Congresso, e dei cortigiani di Stalin vivo che orinano sul suo grosso cadavere; ed è la via della ipocrisia di pace, la via della Emulazione, che a un pari scempio delle teorie di Marx e di Lenin aggiunge un'immensa vigliaccheria storica, che bisogna riconoscere assente nella Russia di Stalin, di Stalingrado e del 38° parallelo.

2. La fornicazione comparatrice

La prospettiva del secondo dopoguerra mondiale non ha conosciuto nulla di simile all'attesa dei lavoratori di tutto il mondo nel primo dopoguerra, quando le proclamazioni della Terza Internazionale e di Lenin dai congressi di Mosca annunciavano come sviluppo della rivoluzione bolscevica e della vittoria in Russia contro le forze della reazione borghese mondiale, l'assalto per la conquista del potere e della dittatura proletaria negli Stati d'Europa. Nel secondo dopoguerra questa grandiosa promessa era stata rinnegata, come conseguenza dello stritolamento della vecchia guardia bolscevica in Russia e del patteggiare con gli Stati capitalistici in Europa e nel mondo, nella guerra, prima di Hitler e poi dei suoi nemici. Ma l'illusione proletaria ebbe un'ondata verso una seconda attesa che sapeva di tragedia: il secondo colpo che Stalin aveva annunziato nel 1938, e tramato nei patti di Yalta. Si sognò un assalto delle divisioni corazzate russe, sui campi fatali della vecchia Europa, alle forze americane e anglo-francesi. Oggi le due fasi, aurea la prima, di sinistro orpello la seconda, sono entrambe dichiarate sepolte. I russi firmarono la prima abiura sciogliendo il Comintern, la seconda sciogliendo quella larva che fu il Cominform, dal nome di bottega oscura e fetida.

Proclamata come traguardo e come nuovo sogno dei servi la Pace dichiarata, la Coesistenza dei due mondi separati dalla Cortina, proposta per una lunga storia di domani la bianca gara di un freddo confronto di numeri e di statistiche, questa terza via dell'Emulazione si imbinariò sull'attuale insidiosa strada polemica: la comparazione quantitativa dei risultati rispettivamente ottenuti, dopo tornei di pubblicistiche promesse, dalle "due economie" agenti nei pretesi "due sistemi".

Stalin bestemmiò con tutta la sua autorità, prima di morire, il verbo di Marx e di Lenin, implicitamente identificando i due sistemi nell'unico della produzione delle merci, assumendo che il suo sistema la accelerasse più di quello del vecchio capitalismo dell'Ovest, che nel delirio dell'agonia vide travolto in una fase di sottoproduzione industriale, laddove noi sperammo: sappiamo che il capestro che strozzerà tutti i capitalismi, l'unico, è il capestro della sovrapproduzione mercantile.

I suoi eredi bestemmiarono lui per connotati "morali" che valgono ad "epatare il borghese", ma più a fondo di lui e con maggiore blasfema verso i principii del marxismo leninismo si cacciarono nella corsa industriale mercantile, vedendo nel suo precipizio la vittoria del sistema "socialista", che senza la rivoluzione, e senza la guerra di Baffone, avrebbe indotto il resto del mondo ad una adozione tanto incruenta, quanto quella che surroga il parto di organismi vivi e vitali; soluzione modellistica e borghesemente "campionaria" che disonora in una parodia oleosa gli antichi ma generosi sogni degli Utopisti cancellati, senza disprezzo, da Marx.

Una tale comparazione e commisurazione, possibile tra simili e non tra rivali, pur non essendo che fornicazione ed intrigo, obbligò alla polemica, al dialogare col morente Stalin, con le riviventi sue vittime e i nati-morti suoi epigoni, per mostrare: primo, che la diversità tra i due termini non sussiste ma è identità di struttura; secondo, che il paragone tra le squallide cifre, tra la cubatura dei due sepolcreti imbiancati, non vede la vittoria quantitativa dalla parte russa.

E poiché su tale passerella non potevano che convergere gli emulatori dell'altra banda, la polemica non poteva non riguardare anche loro, le loro versioni parimenti livide delle leggi della struttura mercantile, della cui caducità miserabile nei due campi emulativi vi è pari tremore.

Tanto ci preme provare che il decorso del presente capitalismo russo segue le stesse norme e leggi che quelli dei capitalismi statali storici; tanto ci preme pure mostrare che, alla luce vivida del tempo di Marx, cui non mancava nessuna fascia dello spettro luminoso, essi non si rincorrono che su una medesima pista storica, che ha per traguardo la morte del mercato, la morte del denaro, la morte del lavoro pagato, e una società, la potenza dei cui caratteri, nota da un secolo al marxismo, non può essere contenuta in figurini pubblicitari, promessa attraverso cataloghi di empori borghesi, campionata negli istituti filistei delle accademie economiche.

1. SVILUPPO STORICO DEL CAPITALISMO

1. Materiale statistico numerico e grafico

L'illustrazione dei prospetti e diagrammi esposti a Piombino è in buona parte già pubblicata nei numeri 17 e 18 [de Il programma comunista, 1957. Basterà riportare l'elenco di tali elaborati.

Un grande grafico già mostrato alla riunione di Ravenna corrisponde al prospetto primo del numero 16. Esso contiene gli indici della produzione industriale, fatto eguale a 100 quello dell'anno 1913, per quattro paesi: Inghilterra, Francia, Germania e Stati Uniti. L'anno di inizio risulta, nell'ordine ora detto, il 1761, il 1859, il 1800 e il 1827. Per ogni paese ed ogni anno considerato (tutti, dal 1859 in poi) sono in evidenza i massimi, o punte verticali della linea, e i minimi, o punte volte in basso, compresi in due finche del prospetto per ognuno dei quattro paesi. (3)

Al prospetto secondo, anche pubblicato nel n. 16 (i commenti di dettaglio sono nella successiva puntata del n. 17), hanno relazione non uno ma due grafici, che furono in primo tempo usati alla riunione di Cosenza, rifatti per la riunione di Ravenna, ed accuratamente controllati per questa occasione. In questi grafici figurano sette paesi, ossia si aggiungono ai già detti, Russia, Giappone ed Italia, ma il ciclo considerato è solo quello dal 1946 al 1956. Gli indici sono collegati al 1937 e al 1932, per il quale anno si adottò il valore base 100. Un primo grafico mostra la linea degli indici della produzione industriale, un secondo quella degli incrementi annui rappresentati nei colori convenzionali da tratte orizzontali per ogni anno. (4)

Nel n. 17 è stato poi pubblicato un prospetto terzo, la cui calcolazione fu annunziata alla riunione di Ravenna, e che si limita per i motivi spiegati ai quattro paesi del primo prospetto, e agli anni dal 1859 ad oggi. Tale prospetto, diviso in quattro tabelle, raccoglie sia le cifre degli indici annui costituenti massimi, sia quelle della durata degli intervalli, del corrispondente aumento totale e dell'aumento annuo medio del periodo, calcolato coi noti criteri illustrati dal grafico stampato nel n. 16. Paese per paese, alla prima serie di periodi ne segue un'altra più raggruppata detta dei "cicli brevi" e un'ultima dei "cicli lunghi" con le stesse cifre calcolate. (5)

Questo sviluppo, come noto ai lettori, serve a dimostrare come nei quattro paesi e nell'ultimo secolo si è verificata la legge del decrescere dell'incremento relativo. La verifica, come bene spiegato a voce e nel resoconto dettagliato, si ottiene studiando il decorso "al di sopra delle congiunture" ossia secondo curve che "inviluppano" quelle dei massimi.

Questa dimostrazione è forse più evidente nella presentazione numerica, di cui i compagni già dispongono, che in quella grafica disposta in due grandi tavole mostrate a Piombino. Una dava le tre curve di Francia, Germania e Inghilterra, e l'altra quella degli Stati Uniti, la cui ascesa è molto più accentuata.

Nei grafici figurano le verticali degli anni di massimo, e la curva I o dei periodi tra due massimi, in linea piena del dato colore (Inghilterra azzurro, Francia violetto, Germania bruno, USA rosso). Indi figura, generalmente tutta più alta, la curva Il (meglio linea spezzata, per semplicità) dei cicli brevi, e infine la curva III dei cicli lunghi, segnata la Il a tratti e punti, la III a tratti e due punti. Su questa erano scritte le rate finali degli incrementi, tutte in decrescenza come dal prospetto terzo.

Di queste due grandi tavole vennero date ampie spiegazioni, ponendole in rapporto coi calcoli i cui risultati figurano nel prospetto terzo. Fu illustrato ai convenuti che la palese verifica della legge di decrescenza del ritmo incrementale annuo medio non è affatto in contraddizione col fatto che, per chi osserva il grafico a colori, mentre la linea della produzione anno per anno dà luogo, specie nella fase che segue il 1914, ad una spezzata con continue oscillazioni, le curve invece di massimo ascendono sempre, e negli anni più recenti le linee I, Il e III assumono una sempre più marcata inclinazione verso l'alto. Tale argomento si riserva al resoconto dettagliato, sia perché richiede qualche considerazione matematica, sia perché è meno agevole la spiegazione senza il sussidio del disegno. (6)

Ci limitiamo in questa sede ad una esemplificazione numerica. In USA dal 1913 al 1929 l'indice della produzione industriale è salito da 100 a 205 in sedici anni. L'incremento relativo totale è del 105% (100 + 105 = 205) e quello annuo medio debitamente calcolato (vedi n. 18, non va fatto 105 : 16 che darebbe più del 7%) è risultato del 4,6. La linea III del grafico era molto acclive. Ma la acclività di tale linea non dà l'idea del tasso annuo, bensì dell'aumento assoluto di produzione in un anno, che è appunto stato il 7% della produzione 1913. Prenda ora il lettore il periodo seguente 1929-1956. In 27 anni si guadagna da 205 a 517, in tutto il 150%, e col calcolo esatto l'annuo 3,5%, che si verifica minore del precedente 4,6, come volevasi dimostrare. Perché allora la linea sale più bruscamente? Facile. Facciamo 517 - 205 ed avremo 312 di aumento assoluto, sempre con l'unità 100 al 1913. In ognuno dei 27 anni si sarebbe avuto un aumento medio bruto del 312 : 27 ossia oltre 11%, e dunque ben più del 7% bruto del precedente periodo. La nostra spezzata, la cui inclinazione denunzia l'aumento assoluto bruto, doveva dunque risultare più inclinata.

Un futuro grafico, che ci auguriamo poter stampare, aiuterà i non matematici ad orientarsi fra tali grandezze e rapporti.

I. Prospetto della produzione industriale annua

Indici massimi e minimi (1913 = 100)

Da "Il programma comunista" n. 16 del 1957

Anni Inghilterra Francia Germania Stati Uniti
  Massimi Minimi Massimi Minimi Massimi Minimi Massimi Minimi
1865 32 - - - - - - -
1867 - 31 - - 15 - - -
1869 - - 29 - - - - -
1870 - - - - - 13 - -
1871 - - - 23 - - - -
1872 - - - - 18 - - -
1873 - - - - - - 10 -
1874 - - - - - 17 -  
1875 - - - - - - - 9
1876 - - - - 18 - - -
1877 45 - - - - 16 - -
1879 - 41 - - - - - -
1883 56 - 45 - - - - -
1886 - 49 - 37 - - - -
1889 62 - - - - - - -
1891 - - - - 36 - - -
1892 - - 49 - - 34 29 -
1893 - 55 - 48 - - - -
1894 ~ - - - - - - 27
1899 73 - - - - - - -
1900 - - - - 62 - - -
1901 - 71 - - - 61 - -
1902 - - - 57 - - - -
1906 84 - - - 83 - - -
1907 - - 76 - - - - -
1908 - 77 - 75 - 76 - 68
1911 87 - - - - - - -
1912 - 86 100 - 100 - - -
1913 100   - - - - 100 -
1914 - - - - - - - 93
1915 - 87 - 28 - 72 - -
1917 90 - 47 - 90 - - -
1918 - - - 43 - - - -
1919 - 85 - - - 32 - -
1920 91 - 51 - - - 133 -

 

Anni Inghilterra Francia Germania Stati Uniti
  massimi minimi massimi minimi massimi minimi massimi minimi
1921 - 57 - 45 - - - 105
1922 - - - - 71 - - -
1923 - - - - - 44 162 -
1924 94 - 89 - -   - 154
1925 - - - 86 81 - - -
1926 - 66 97 - - 78 - -
1927 106 - - 86 - - - -
1928 - 98 - - - - - -
1929 113 - - - 103 - 205 -
1930 - - 114 - - - - -
1932 - 82 - 75 - 51 - 116
1933 - - 82 - - - 146 -
1934 - - - - - - - 135
1935 - - - 76 - - - -
1936 - - 89 - 109 - - -
1937 132 - - -   94 220 -
1938 - 127 - 79 103 - - 162
1939 131 - 87 - - - - -
1943 - - - - - - 445 -
1944 - - - 27 - - - -
1946 - 125 - - - 30 - 328
1948 - - - - - - 376 -
1949 - - - - - - - 353
1951 171 - - - - - - -
1952 - 163 118 - - - - -
1953 - - - 114 - - 486 -
1954 - - - - - - - 451
1956 193 - 150 - 195 - 517 -

2. Diagramma post-bellico dell'industria russa

Per formare il prospetto stampato nel precedente n. 18 [di Il programma comunista] e che potrebbe dirsi prospetto quarto, si sono impiegati gli indici della produzione russa dati dall'annuario statistico ufficiale di quel governo, dal 1913 al 1956, riducendoli alla base 100 per il 1913.

II. Prospetto sullo svolgimento del capitalismo mondiale

Produzione industriale annua nei principali paesi del mondo dal 1932 al 1955 (indice base 1932 = 100) e incrementi annui della produzione industriale per gli stessi paesi dal 1947 al 1955

Da "Il programma comunista" n. 18 del 1957

Anni Stati Uniti URSS Gran. Bret. Germania Francia Giappone Italia
Prod D % Prod D % Prod D % Prod D % Prod D % Prod D % Prod D %
1932 100 - 100 - 100 - 100 - 100 - 100 - 100 -
1937 190 - 232 - 161 - 184 - 119 - 172 - 150 -
1939 184 - 299 - 160 - 2021 - 116 - 197 - 164 -
1932-46   183   152   53   42   9   48   9
1946 283   252   153   58   91   52   109  
1947 315 11,1 309 22,6 157 2,6 80 13,7 107 17,6 63 21,2 129 18,4
1948 324 2,9 390 26,2 175 11,5 109 13,7 123 15 83 31,7 153 18,6
1949 304 -6,3 470 20,5 187 6,9 155 42,2 133 8,1 103 24,1 164 7,2
1950 337 11 585 24,5 199 6,4 195 25,8 133 0 117 13,6 188 14,6
1951 371 10,1 684 17 208 4,5 234 20 151 13,5 159 35,4 216 14,9
1952 390 5 768 12,3 199 -4,3 250 6,8 157 4 177 11,3 224 3,7
1953 419 7,6 865 12,7 210 5,5 305 8,8 152 -3,2 216 22,1 247 10,3
1954 389 -7,1 983 13,7 225 7,1 305 12,1 165 8,6 234 8,4 270 9,3
1955 433 11,3 1108 12,7 235 4,4 355 16,4 181 9,7 244 4,3 294 8,9
1946-552   53,0   340   54   512   99   369   170
1946-553   4,8   17,9   4,9   22,3   7,9   18,7   11,7
1956 445 2,9 1239 11,1 235 0 383 7,8 199 9,9 294 20,5 316 7,5
1946-554   VII   III   VI   I   V   II   IV

1 Produzione 1938; 2 Incremento totale; 3 Incremento medio annuo; 4 Graduatoria.

Nota: Le cifre presentate in questo quadro, almeno fino al 1955, sono state tutte tratte da fonti russe, discorsi al XX Congresso e precedenti relazioni ai congressi sui piani quinquennali. Le altre fonti non russe sono state impiegate solo per raffronti e conferme, che in genere sono positivi, per integrare il quadro con l'ultima annata (1956) per qualche indice di anni intermedi. Paese per paese e anno per anno la colonna a destra di quella degli indici segna l'incremento percentuale annuo, positivo o negativo. Sono poi indicati in apposite orizzontali gli incrementi relativi di interi periodi. Altra orizzontale mette in evidenza la velocità di ripresa della produzione a seguito della Seconda Guerra Mondiale, in cui tutti i detti paesi vennero coinvolti. Per questo periodo più importante è stato fatto, a miglior chiarimento, il calcolo dell'incremento annuo medio nel considerato novennio di pace, in cui la produzione è stata ovunque in incremento, per tutti e sette i paesi e per quasi tutti, se non tutti, gli scatti annui.

Insieme al diagramma, più completo degli altri come ora diremo, ma limitato almeno per ora al solo anno 1913, fu mostrato nel locale della riunione il grande prospetto fac-simile di quello stampato nel n. 18, uscito dopo la riunione e che oggi il lettore possiede ed è invitato a confrontare. (7)

Il prospetto per la Russia compendia tutti i dati del I, Il e III prospetto in quadro unico. Da sinistra a destra sono indicati gli anni, gli indici relativi, i vertici di massimo e di minimo, gli incrementi percentuali calcolati anno per anno. Indi per determinati periodi intercalari, che per evidenti ragioni sono stati scelti più vicini dei pochi vertici di vero massimo, sono dati gli anni del periodo e gli aumenti totali e annui; infine si ripete altrettanto per i cicli brevi e quelli lunghi.

Anche per dare ragione del dettaglio di questo prospetto dobbiamo rinviare alla prossima puntata del rendiconto diffuso, ed in parte alle annotazioni che corredano il quadro stesso nel n. 18.

Diremo brevemente della presentazione in forma grafica, che anche era più completa che per ogni altro paese. Infatti avendo i dati di tutti gli anni (salvo che per i tragici 1914-1918 e 1941-1942) si è data la curva o spezzata reale degli indici annui; poi la linea dei periodi intercalari, che sono sette, e che giusta il procedimento non ha discese in basso, indi la linea Il per quattro cicli brevi e la linea III per due cicli lunghi.

Superiormente e con altro colore si è segnata la linea degli incrementi annui, non medi di periodo, ma effettivi a termine dell'annuario ufficiale; tale linea si vede come una spezzata di tratti orizzontali congiunti da verticali, e la si è omessa ed interrotta negli anni di decremento. Ora, mentre la linea azzurra della produzione sale con audacia, quella rossa degli incrementi relativi è formata da due specie di scalette che, sia pure con qualche sussulto, appaiono subito all'occhio dell'osservatore come discendenti da sinistra a destra, ossia col passare degli anni, dando la sensazione pratica della stessa relazione che poco più sopra abbiamo voluto dedurre dai numeri a proposito dell'America.

L'eloquente prospetto dei dati russi viene a provare che il decorso di quel capitalismo industriale segue le stesse norme del capitalismo storico di Occidente: aumento della produzione assoluta e anche dei suoi "scatti assoluti" annui, diminuzione inarrestabile del tasso annuo di incremento relativo su periodi che scavalcano le congiunture, tassi alti come quelli del capitalismo americano dell'Ottocento, e in quanto sia possibile notarne di più alti, ma non di molto, spiegati con la norma che il capitalismo russo è stato l'ultimo a nascere e a rinascere.

III. Prospetto sull'incremento relativo storicamente decrescente del capitalismo

Da "il programma comunista" n. I 7 del 195 7

Gran Bretagna Germania
Cicli brevi Cicli lunghi Cicli brevi Cicli lunghi
Anni Variaz.* Anni Variaz. Anni Variaz. Anni Variaz.
1859-65 4,8 1859-83 3,6 1859-72 4,6 1859-72 4,6
1865-83 3,2     1872-900 4,5    
1883-906 1,8 1883-913 2 1900-13 3,7 1872-913 4,2
1906-13 2,5     1913-29 0,2    
1913-29 0,7 1913-56 1,5 1929-56 2,4 1913-56 1,6
1929-37 2            
1937-56 2            

* In entrambe le tabelle "incremento medio percentuale annuo".

Francia Stati Uniti
Cicli bevi Cicli lunghi Cicli brevi Cicli lunghi
Anni Variaz. Anni Variaz. Anni Variaz. Anni Variaz.
1859-83 4,2 1859-83 4,2 1859-92 7,1 1859-92 7,1
1883-99 2,1     1822-913 6,1 1892-913 6,1
1899-913 3,4 1883-913 2,7 1913-20 4,2    
1913-30 0,8     1920-29 4,9 1913-29 4,6
1930-56 1,1 1913-56 1 1929-37 0,9    
        1937-56 4,6 1929-56 3,5

Ci limitiamo qui a collegare tali considerazioni che presentano bene in sintesi questa parte della ricerca con il quadretto dei quattro paesi in ordine di età che nel n. 17 figura nella quarta e quinta colonna della terza pagina. (8) La Russia vi andrebbe segnata dopo gli Stati Uniti e il suo ciclo di partenza, sebbene cronologicamente all'altezza del terzo del quadretto, così completerebbe la "orizzontale dei debutti" (da non confondere col debutto di una orizzontale): Inghilterra 3,6; Francia 4,2; Germania 4,6; Stati Uniti 7,1; Russia 9,1.

Come nell'ordine naturale della forma capitalista di produzione.

NOTE:

1) Cfr. resoconto sommario sulla Opposizione di sinistra nella III Internazionale, in Il Programma comunista, n. 1, 1956 e Fondamenti del comunismo rivoluzionario marxista nella dottrina e nella storia della lotta proletaria internazionale, ibid. nn. 13-15 (ora in Tracciato d'impostazione - I fondamenti del comunismo rivoluzionario, Ed. Quaderni Internazionalisti 1992).

2) La lunga serie dedicata alla Struttura economica e sociale della Russia d'oggi è uscita nel 1976 in volume per le Edizioni programma comunista. Quella relativa allo studio sistematico dell'economia occidentale, introdotta dai tre rapporti della riunione di Cosenza, settembre 1956 (su L'economia capitalistica in Occidente e il corso storico del suo svolgimento), di Ravenna, gennaio 1957 (Struttura economica e corso storico della società capitalistica), e di Piombino, settembre 1957 (il presente testo), iniziò col n. 16 del 1957 del quindicinale e si prolungò fino al 1959 con alcune interruzioni e un "intermezzo". Si tratta del Corso del capitalismo mondiale nell'esperienza storica e nella dottrina di Marx, in forma di una contrapposizione critica, omogenea ed analitica, allo sviluppo del capitalismo moderno.

3) Cfr. questo e altri quadri statistici nelle pagine seguenti. Una riproduzione almeno parziale s'imponeva per poter seguire l'argomentazione. In questo quadro abbiamo tralasciato i dati anteriori al 1865.

4) Cfr. Prospetto II, poco oltre.

5) Cfr. Prospetto III.

6) Riferimento a Corso del capitalismo mondiale..., cit., la cui trattazione era stata iniziata già da qualche numero del quindicinale.

7) Cfr. Prospetto IV, alla fine del capitolo, ripreso in base ad elaborazioni successive, quando risultò che i dati sulla produzione industriale russa disponibili in precedenza si riferivano alla sola produzione delle grandi aziende. Non sono riprodotti gli indici assoluti e altri dati non pertinenti.

8) Si tratta del confronto dei dati pubblicati come "cicli lunghi" dei diversi paesi (Prospetto III):

  Inghilterra Francia Germania Stati Uniti
Primo ciclo 3,6 4,2 4,6 7,1
Secondo ciclo 2,0 2,7 4,2 6,1
Terzo ciclo 1,5 1,0 1,6 3,9

In una nota si faceva osservare come la linea verticale - che esprime gli incrementi secondo l'età di ogni singolo paese - è decrescente, mentre la linea orizzontale è ascendente ed esprime il fatto storico "dell'ordine di apparizione del capitalismo nei diversi paesi". Cfr. anche il Prospetto V.

Archivio storico 1952 - 1970