Riuscitissima riunione di partito
Casale Monferrato 9 - 10 luglio 1960

Organizzata alla perfezione dai compagni locali, che si sono tutti prodigati perché gli intervenuti trovassero non solo una comoda sistemazione ma una atmosfera di schietta fraternità proletaria, la prevista riunione interfederale è avvenuta il 9 pomeriggio e il 10 mattino e parte del pomeriggio, nella sede della sezione di Casale Monferrato.

Oltre ai compagni casalesi (dei quali mancava soltanto uno dei più anziani perché ricoverato all'ospedale — e a lui rivolgiamo un caldo augurio di rapida guarigione) erano presenti venticinque compagni di Milano e provincia, sette di Torino, quattro di Asti, tre di Genova, uno di Bologna e uno di Ravenna in rappresentanza dei gruppi dell'Emilia e della Romagna, cinque di Firenze, uno di Viareggio, un delegato del Veneto, due di Roma, due di Napoli, quattro di Cosenza, uno di Messina, due francesi e diversi simpatizzanti piemontesi e lombardi: numerose le adesioni di coloro che per ragioni diverse non poterono intervenire. L'incontro è stato dei più animati e fecondi, e non solo ha permesso di constatare il sempre crescente rafforzamento ideologico e organizzativo del Partito, ma ha dato a tutti i presenti nuovo impulso per sviluppare e perfezionare il lavoro.

Come al solito, la riunione vera e propria è stata preceduta da una seduta di lavoro del gruppo di compagni ai quali è ormai applicato il termine insieme scherzoso ed elogiativo di "negri", che, radunatisi la mattina del venerdì quasi al completo, hanno avuto modo di completare il lavoro preparatorio dei diversi esposti, di scambiarsi dati e informazioni statistiche, e di coordinare i temi da svolgere nella riunione del giorno successivo.

Questa ha avuto inizio alle ore 15.30 del sabato 9: la sala era già quasi piena, anche se alcuni compagni, per ragioni di lavoro, dovevano attendere l'indomani per essere presenti. Una breve comunicazione organizzativa ha richiamato i compagni al rispetto rigoroso delle norme che presiedono alle nostre riunioni periodiche, rinviando la trattazione di temi interessanti tutta l'organizzazione all'inizio della seduta di sabato.

Si è quindi passati a fornire una traccia generale del lavoro della riunione casalese, che, come le tre ultime, si è articolata in una serie di rapporti solo apparentemente eterogenei, in realtà strettamente coordinati l'uno all'altro, svolti da diversi compagni invece che da uno solo. Questo criterio riflette non soltanto l'impostazione della nostra attività anche teorica e dottrinaria, che non è mai accademica, ma è una perenne risposta ai fatti dell'economia e della società capitalistica e una polemica incessante con l'avversario di classe, ma l'esigenza sempre più sentita di un lavoro anonimo e collettivo, in cui ciascuno, fuori da ogni preoccupazione di effetto e da ogni rivendicazione di "paternità intellettuali" o di... diritti letterari personali, rechi il suo contributo all'opera comune, maturante nell'intenso e continuo scambio di materiali a difesa di un patrimonio ideologico appartenente a tutto il movimento e che come tale deve essere trasmesso alle generazioni future.

Un breve rapporto sul corso economico in USA, Europa e Giappone, corredato dall'illustrazione e distribuzione dei grafici eliografati di recente edizione, ha messo al corrente gli intervenuti su dati più recenti relativi a queste tre grandi aree economiche: stasi della produzione industriale statunitense, fenomeni che ne ritardano la ripresa e che giustificano, anche nella interpretazione ufficiale, il pronostico di prossime recessioni anche se per ora, di portata non decisiva; sviluppi e squilibri in Europa; impetuosa espansione dell'industria nipponica e delle sue vendite all'estero in un'area particolarmente delicata e, domani, esplosiva del mercato mondiale, ecc.

Il rapporto sulla struttura economica e sociale russa, integrativo del rapporto alla riunione di Firenze, si è soffermato in particolare sulle recenti misure del governo sovietico in materia economica, ad ulteriore riprova della marcia a ritroso accelerata della Russia cosiddetta socialista, dove i fatti non solo escludono la presenza di socialismo ma segnano un regresso sul terreno dello stesso capitalismo di Stato. Utili confronti sono stati istituiti dal giovane relatore fra le tesi di Lenin e quelle degli attuali seppellitori della teoria e della prassi marxista.

Si è quindi sviluppato il tema, già trattato a Firenze, delle forme sociali che precedettero il capitalismo, con presentazione parziale del quadro compilato da un compagno francese che si estende alle forme terziarie (feudale) e quaternaria (borghese), fornendo di ciascuna i caratteri fondamentali per ciò che riguarda il livello tecnologico, l'oggetto e il mezzo di lavoro, il lavoro umano e il suo prodotto, la divisione del lavoro, le forme di proprietà e le loro contraddizioni intrinseche, i rapporti fra l'uomo e la terra e fra uomo e uomo e, infine, l'organizzazione sociale. L'analisi di questa successione dì forme — è stato ribadito — non ha alcun valore di indagine intellettualistica e culturale; è anch'essa un'arma di battaglia nella polemica contro l'ordine sociale esistente e l'ulteriore conferma non solo del suo carattere transitorio e della necessità del suo superamento, ma della via che deve essere percorsa per abbatterlo, direttamente nella rivoluzione proletaria e, per una strada accorciata rispetto al tragitto già superato di grandi Paesi industriali europei ed occidentali, nelle doppie rivoluzioni di Paesi "arretrati".

Questo, in particolare, il ponte di passaggio al tema sviluppato alla fine della prima seduta: il movimento rivoluzionario algerino dal 1954 ad oggi e i suoi recenti sviluppi, argomento sul quale, proprio in quei giorni, getta una vivida luce la rivolta negra nel Congo, e che un compagno francese ha svolto molto efficacemente.

La seconda seduta si è iniziata alle 9 del giorno 10, con la massima puntualità da parte di tutti i compagni. La comunicazione organizzativa, più ampia del solito (furonoo pure distribuiti le copie dell'Abaco n. 1 e i grafici più recenti), è stata resa particolarmente vivace ed istruttiva dalla esposizione di giovani compagni della Lombardia e della Toscana sugli sviluppi della distribuzione del giornale — che negli ultimi tempi, in certe zone, ha dato risultati molto brillanti — e dell'intervento attivo nelle battaglie sindacali e nelle riunioni di operai in sciopero. Con brevi e commosse parole, un compagno ha rievocato la figura di Mario Acquaviva, ucciso quindici anni prima a Casale Monferrato, dove aveva condotto la sua inflessibile propaganda rivoluzionaria durante la guerra portando nella vita del nostro movimento, in Piemonte, in Lombardia e in Toscana, la fiamma di una milizia ardente, generosa fino al sacrificio.

Ha quindi avuto inizio il rapporto sulla economia marxista riferito alla Seconda e Terza Sezione del II Libro del Capitale. Il riassunto di questi temi complessi non può qui essere neppure abbozzato: basti per ora dire che sono state trattate le questioni della rotazione del capitale, del capitale fisso e della riproduzione semplice, con riguardo ai tre momenti fondamentali della dottrina marxista (l'azienda capitalistica, la società capitalistica nel suo insieme, la società comunista, momenti inseparabili in tutti i tre Libri del Capitale e continuamente intrecciantisi nello sviluppo non sempre facile soprattutto dei due ultimi) e alla dottrina dello sciupio crescente di sforzo sociale determinato dal sopravvivere della forma di produzione capitalistica. Quest'ultimo aspetto, fondamentale per la nostra teoria, è stato analizzato lungamente e sotto diversi angoli visuali anche al fine di permettere ai compagni la giusta lettura di alcuni passi dell'opera di Marx e di approfondire la polemica contro i falsificatori della nostra dottrina.

La riunione, che è proseguita con brevi interruzioni fino alle 14.30, è stata conclusa da un lungo rapporto sulla critica della filosofia borghese e sulla teoria della conoscenza umana nel campo del marxismo, con l'aperta condanna — accentuata e ribadita mediante la lettura di numerosissimi testi di Marx ed Engels, specialmente in relazione alla divisione del lavoro ed ai nefasti nell'ordine sociale presente — dei moderni e deformi feticci della tecnologia e della scienza nel mondo borghese. Il "Programma Comunista" riprodurrà per esteso tutti questi rapporti, in particolari gli ultimi due che, come il lettore agevolmente capisce, si ricollegano a quelli di marzo a Firenze, e completano le linee maestre dell'edificio teorico (ma teorico nel senso nostro, che è sempre di battaglia) destinato a ristabilire i cardini della dottrina rivoluzionaria comunista.

Chiusasi nell'entusiasmo generale e in un'atmosfera di gagliarda volontà di lotta, la riunione ha segnato un'altra tappa positiva nel nostro cammino: silenzioso, ma fecondo.

Da "Il programma comunista" n. 14, 22 luglio - 7 agosto 1960

Indice de Il programma Comunista - 1960