Prometeo

I periodici con il titolo "Prometeo" hanno avuto una storia non meno tormentata di quella della corrente che li pubblicò nel corso di quarant'anni. Il primo in ordine di tempo fu stampato a Napoli nel 1924. Aveva come sottotitolo "Rivista mensile di cultura sociale" e rispondeva all'esigenza di mantenere un collegamento con i militanti della Sinistra Comunista, corrente che stava per essere liquidata dall'Internazionale e dalla dirigenza centrista che questa aveva posto alla guida del partito. Chiuse entro l'anno su pressione del Comitato Centrale che incominciava a insistere sul "frazionismo" della Sinistra.

Dopo il Congresso di Lione, sconfitta definitivamente la Sinistra, una parte dei militanti della corrente dovette emigrare e, nel maggio del 1928, a Bruxelles, incominciò a pubblicare il secondo periodico intitolato "Prometeo", che uscì per dieci anni fino al 1938, affiancato da un bollettino intitolato significativamente "Bilan".

Nel novembre del 1943, dopo la confusione ingenerata dal patto Mosca-Berlino del '39, dal voltafaccia antinazista e dall'appoggio alla guerra imperialista, la corrente (che nel 1934 si era definita "Frazione italiana della Sinistra Comunista") sentì la necessita di riprendere la pubblicazione di un periodico chiaramente collegato alle origini del Partito Comunista d'Italia, riprendendo perciò il titolo "Prometeo" con il cappello tipografico "Sulla via della Sinistra". Curiosamente nell'intestazione compariva la scritta "Anno XXI" forse per suggerire la continuità con le edizioni precedenti. Ne uscirono 11 numeri più un supplemento e un numero unico (indicato con il n. 1) del 1945 con il sottotitolo di "Partito Comunista Internazionale", partito appena fondato dai gruppi della corrente che, verso il termine della guerra, erano riusciti a mettersi in contatto. Nella primavera del 1945 uscirono due nuovi numeri: uno dedicato al Primo Maggio (Serie III N. 2), e uno il 6 maggio successivo (Serie III N. 3).

Nel 1946 la pubblicazione di "Prometeo" riprende con una veste tipografica completamente diversa e con un contenuto ormai proiettato a un lavoro futuro più che al bilancio di quello passato. Il primo numero della nuova serie si apre infatti con il "Tracciato d'impostazione", vero e proprio Manifesto di una corrente che si propone il superamento dell'impostazione terzinternazionalista, basata sul centralismo democratico. Con il Tracciato si chiude un'epoca: da quel momento l'attenzione principale dei comunisti era indirizzata a individuare ogni aspetto di quella che era chiamata "Antiforma". La democrazia, le tattiche frontiste, la concezione del partito, la valutazione dei movimenti sociali di massa, tutto questo assumeva una nuova luce, si liberava di incrostazioni che ormai facevano chiaramente parte della controrivoluzione.

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