Maffi Bruno

Torino, 1909 - Milano, 20 agosto 2003

Nipote del deputato socialista massimalista Fabrizio Maffi (entrato poi nel Partito Comunista d'Italia nel 1924 con la corrente "terzina"), inizia la sua attività politica nel movimento socialista ed entra nel Comitato Centrale dell'organizzazione antifascista Giustizia e Libertà nel 1930. Nel 1934 è incaricato della ricostruzione del centro socialista per l'Italia. Suoi articoli compaiono su Politica socialista e Il Nuovo Avanti. Nel 1935 è arrestato e conosce in carcere alcuni esponenti della sinistra del Partito Comunista d'Italia. Dal 1936 si allontana progressivamente dall'antifascismo democratico avvicinandosi a quella che ormai era definita Sinistra Comunista Italiana (1938).

Nel 1943 è uno dei fondatori del Partito Comunista Internazionalista, e partecipa al collegamento fa i gruppi del Nord e del Sud nell'Italia ancora divisa dal fronte di guerra. Nell'autunno del 1945 quando i gruppi della Sinistra Comunista sono finalmente riuniti, partecipa alla preparazione del Convegno di Torino, praticamente l'atto costitutivo ufficiale del partito (dicembre). Durante la preparazione del congresso del 1949 (Firenze), si adopera per una conciliazione fra le due principali correnti che si stanno delineando su vari problemi (questione sindacale, concezione organica o democratica del partito, questione coloniale, ecc.) e che si riferiscono a due "capi" storici come Onorato Damen e Amadeo Bordiga.

Nel 1951, alla vigilia della scissione fra queste correnti, si schiera decisamente con quella rappresentata da Bordiga. La seprazione, avvenuta poi nel 1952, porta alla formazione di un nuovo Partito Comunista Internazionalista (Programma comunista). Fino agli ultimi anni della sua vita, Maffi ne è uno dei maggiori esponenti. Durante la faticosa ricomposizione del nuovo partito (che per i suoi militanti era però in continuità con l'originario PCd'I) è incaricato di rappresentare il "Centro" (organismo informale basato sulla "doppia direzione" fra le componenti del partito). Tale organismo nelle intenzioni di Bordiga, doveva sostituire i classici strumenti del "centralismo democratico" tipico della Terza Internazionale.

Bordiga odiava i formalismi organizzativi adottati senza "necessità vitale" e li considerava "un pericolo sospetto e stupido", perciò l'incarico affidato a Maffi è definito scherzosamente del "Commissario Unico", dato che un coordinatore "basta e avanza" per le condizioni oggettive in cui si trova il partito. Non ci sono ovviamente precedenti storici per l'applicazione del nuovo centralismo:

"A chi rifarsi? Il CE non va, allora, dice Damen, il CO, il Congresso; e tra poco si chiamerà COstituente con tanto di Verifica dei Poteri, ed io sarò, si capisce, defenestrato. Penserei con molti ad un CU... Non vi offendete, intendo un Commissario Unico. In fondo Bruno è l'unico esecutore sul serio che si ammazza di fatica; gli altri sono come il tacchino. Ancora non vi offendete e sentite la storiella. Il villano vide che al mercato un tale vendeva pappagalli ad alto prezzo e chiese la stessa cifra per il suo tacchino. Indignato disse l'acquirente: ma il pappagallo parla. Ed il villano: il mio tacchino pensa. Cercasi pappagalli con urgenza" (Lettera di Bordiga a Maffi e altri, 2 gennaio 1952). »

Comunque non è possibile evitare crisi successive, fino a quella finale che vede sempre Bruno Maffi in prima fila, protagonista attivo ma anche prodotto di una storia che non ha potuto esprimere un partito corrispondente alle sue premesse del 1921 e 1952.

Dopo l'ultima crisi devastante subìta dal partito per questioni interne a partire dal 1981 e la sua sostanziale scomparsa nel 1982 (a detta di alcuni per cause simili a quelle del 1951), Maffi si adopera per la sua ricostituzione, raggruppando intorno al giornale alcuni militanti sopravvissuti alla diaspora. Il partito, seppure a ranghi ridotti, esiste tutt'ora.

Maffi fu anche apprezzato traduttore dal Tedesco, Inglese e Francese, attività che per qualche tempo dopo la guerra svolse in collegamento con Cesare Pavese all'Einaudi. Propose per varie case editrici la traduzione e pubblicazione di molte importanti opere (Marx, Engels, Trotsky, Luxemburg, Orwell, Harrington, Isaacs). Sua è ad esempio l'edizione filologica del Capitale per la Utet. Negli ultimi anni fu presidente della Fondazione costituita in seguito al lascito testamentario della vedova di Amadeo Bordiga, Antonietta de Meo.

Alcune opere

Maffi scrisse ininterrottamente su Programma comunista dal 1952 al 2001 ed è quindi impossibile fare una cernita che non sia arbitraria fra i vari lavori pubblicati. Ne segnaliamo alcuni che sono usciti in volume.

- Appunti per una politica socialista, senza indicazione di editore, 1934.

- La Sinistra Comunista nel cammino della Rivoluzione - In memoria di Amadeo Bordiga, serie apparsa a puntate su Il programma comunista dal n. 15 del 1970, raccolta da Edizioni Sociali, Roma, 1976.

- Lenin e la parola d'ordine del "controllo operaio" (con altri), Il programma comunista nn. 11, 12, 13 e 14 del 1975, apparsa in opuscolo del PCInt. lo stesso anno.

- Storia della Frazione Comunista all'estero, ciclostilato del PCInt., 1976.

- L'intervento di Bordiga in una riunione in margine al Congresso di Marsiglia del PCF, ciclostlato del PCInt., 1977.

- Storia della Sinistra comunista, vol. II, ediz. Il programma comunista, 1972.

- Storia della Sinistra comunista, vol. III, ediz. Il programma comunista, 1986.

- Storia della Sinistra comunista, vol. IV, ediz. Il programma comunista, 1997.

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