Newsletter numero 90, 3 marzo 2006

"Giù le mani dal profeta"!

Qualche vignetta cretina non sarebbe bastata a incendiare l'Islam. Nemmeno a mobilitare, in risposta, un'Europa che si crede laica e progressista ma va in paranoia se le toccano il crocifisso e le "radici cristiane". Sventolare scuse ipocrite solo per evitare grane non è il massimo per i nipoti di una rivoluzione borghese che rase al suolo i centri del potere ecclesiastico. Altro che gli islamici. Quindi c'è qualcosa che va oltre l'apparenza. Per esempio c'è compellence, parola intraducibile che piace un sacco agli americani e che vuol dire obbligare l'avversario a compiere atti funzionali alla propria strategia. Per esempio c'è l'intento di far apparire barbari sanguinari gli islamici, anche se svilupparono una civiltà fiorentissima quando qui s'era ritornati barbari sul serio. Di far credere che qualche centinaio di guerriglieri del califfato virtuale (Talibani, al Qaida, persino Hamas), venuti su grazie agli uffici dei servizi segreti americani, rappresentino un miliardo e trecento milioni di persone pronte a sgozzar gente e a dinamitare meraviglie della storia umana. Il Profeta quindi non c'entra, o comunque è solo l'elemento sovrastrutturale ("memetico") di una polarizzazione sociale. La rabbia estrema da parte di popolazioni, oppresse dall'interno e dall'esterno, che hanno perduto per sempre un modo di vita comunitario, distrutto dal capitalismo. La ribellione disperata a una "vita senza senso". Vedi ad esempio la vittoria clamorosa offerta ad Hamas, che comunque adesso si trasformerà, da organismo sociale dalle dubbie origini, in un partito borghese fagocitato dal Capitale.

2002: Leggi di simmetria e scenari da incubo
2003: Teoria e prassi della nuova politiguerra americana; III, IIIa. Ventotto tesine senza tempo, seconda e ventesima.

La guerra dei petroeuro – Capitolo II

L'apertura della borsa petrolifera iraniana è prossima. A meno di clamorosi interventi americani contro il governo di Teheran, lo spettro tanto temuto sta per materializzarsi: l'euro potrebbe soppiantare il dollaro come moneta di scambio nell'acquisto del petrolio. A poco serve la minaccia degli Usa di denunciare l'Iran davanti al Consiglio di Sicurezza dell'Onu col pretesto del programma nucleare. Sono talmente ingenti i vantaggi che otterrebbero i principali acquirenti di petrolio se gli scambi avvenissero in euro, che è sempre più difficile tenerli legati al carro degli States. Cina e Giappone potrebbero diminuire drasticamente le loro riserve in dollari proteggendosi dalla svalutazione, l'Europa potrebbe commerciare direttamente con la propria valuta ed anche la Russia ne trarrebbe giovamento, in quanto Cina, Giappone ed Europa sono i suoi principali partner commerciali. Il crollo del dollaro farebbe aumentare drammaticamente l'inflazione negli Stati Uniti, e salirebbero i tassi di interesse a lungo termine. Washington sarebbe costretta a ricavare più plusvalore sul sistema interno, col risultato di far aumentare ancora di più la pressione sul già dissanguato proletariato americano. Con la prospettiva di un simile scenario la Federal Reserve dovrà dibattersi tra deflazione e iperinflazione, costretta a scegliere tra quest'ultima ed un crollo finanziario totale a cui seguirebbe una grave depressione economica. L'America si ritrova in un gioco pericoloso: un'aggressione militare diretta all'Iran, oltre che avversata dal mondo intero, sarebbe quasi impensabile vista la situazione tutt'altro che sotto controllo in Iraq e Afghanistan.

2003: Teoria e prassi della nuova politiguerra americana - V. L'invasione degli ultracorpi
2004: Petrolio
2005: Rumori di guerra intorno all'Iran?

La morte fa paura solo in una società morta

Nei paesi industrializzati la popolazione invecchia sempre di più anche a causa delle poche nascite. La vecchiaia diventa una contraddizione esplosiva tra fiorente business sanitario e impaccio che grava sulla spesa pubblica. La vita stessa, non solo il malato, subisce un accanimento terapeutico ad esclusivo vantaggio del mercato. Ma la pensione di vecchiaia, che per il proletario è puro salario differito, è considerata quasi come un delitto. Dibattiti mondiali sorgono allora sul fatto che l'anziano diventa protagonista imponente dell'economia ma può sempre meno essere oggetto di rapina sociale. Allora, fuori dal ciclo di valorizzazione, fa paura, e quasi quasi ci si rammarica che non possa essere trasformato in biscotti per cani (o per umani, come nel film "2022 i sopravvissuti"). Nelle antiche comunità umane l'anziano rappresentava la memoria storica, fonte di saggezza per tutta la collettività. Il suo ciclo finiva serenamente. La civiltà borghese ammazza bambini e adulti a milioni, ma ha il tabù della morte naturale. Non allunga la vita, bensì la durata della "malattia" che chiama vecchiaia. Non considerando la vita come stato transitorio dell'individuo per il ricambio della specie, essa ha perso il senso di perennità del corpo sociale. La scomparsa personale è temuta ed esorcizzata con riti propiziatori come il ritorno a scuola, diete mortificanti, imbalsamazioni cosmetiche. Nelle società organiche - e quella comunista lo sarà - nascita e morte sono ciclo naturale senza soluzione di continuità, e non c'è disarmonia tra l'uomo e la natura da cui proviene e ritorna.

1961: A Janitzio la morte non fa paura

Siamo uomini o funzionarI?

I meccanismi impersonali del sistema capitalistico allontanano gli uomini dal senso delle loro azioni, determinandoli a "fare" solo in funzione di un sistema rispetto al quale si è totalmente alienati, e quindi non responsabili. Ognuno diventa perciò funzionario di una macchina sociale che si è resa autonoma rispetto agli uomini. Dall'operaio all'impiegato dietro uno sportello, dal tecnico al soldato su un bombardiere, l'oggetto del proprio agire non è più l'altro uomo che sta di fronte ma l'esecuzione in sé, in cambio della remunerazione in valore. L'azione soggettiva si ferma a questo e quindi non è più umana, dato che l'uomo è un essere sociale e, prima del capitalismo, ha sempre solo "lavorato" per altri uomini, in una relazione indissolubile. E ciò accade, contraddittoriamente, in uno scenario sociale dove la "persona" è esaltata in ogni momento come "sovrana". L'uomo è più abile e capace di quanto possa mostrare nella società capitalistica, e lo evidenzia tutte le volte che riesca ad affrancarsi, almeno parzialmente, dalla propria alienazione capitalistica dando vita a libere comunità di lavoro e di ricerca , come sta succedendo con le nuove tecnologie, complice Internet. L'essere costretto ad agire come un funzionario deficiente del Capitale, non fare quel che si potrebbe e vorrebbe ma solo quel che serve alla sua valorizzazione, non può che generare un disagio psichico. Di qui la distribuzione a scala industriale di psicofarmaci per reprimere ogni possibilità di fuga, anche solo in una liberatoria apatia da depressione. L'uomo capitalistico diventa sempre più un automa incapace di essere umano, fino a scannare il proprio simile in crecenti conflitti di "contiguità" (quartiere, lavoro, condominio e, soprattutto famiglia).

2005: Una vita senza senso

Vivacità patologica

Sempre più la scuola diventa uno strumento di controllo sociale. Il trattamento con psicofarmaci delle patologie "devianti" si sta sempre più diffondendo anche sui bambini, soprattutto per adeguarne il comportamento nell'ambito della scuola. Dopo l'introduzione del poliziotto di scuola (armato), nel 1991 il Ministero dell'Istruzione degli Stati Uniti diede ordine a tutti i funzionari scolastici di istituire procedure per la selezione e l'identificazione dei bambini con disturbi dell'apprendimento. Circa sei milioni di piccoli vivaci furono etichettati come "iperattivi". Sottoposti agli effetti di un pesante psicofarmaco (simili a quelli provocati dalla cocaina), alcuni di loro morirono. La tendenza proseguì con la schedatura neuro-psichiatrica di tutti gli scolari americani, per modificarne le "anomalie" comportamentali. In Italia è in discussione al Senato un disegno di legge che prevede la possibilità di considerare la dislessia come causa di "difficoltà specifica di apprendimento", in un pacchetto che comprende anche la disgrafia (scrittura poco chiara e non allineata) e la discalculia (lentezza nel fare i calcoli). Il bambino è vivace (vivo) perché è ancora umano: se non lo si riesce a far diventare uno zombie con la disciplina addomesticante, si riuscirà con gli psicofarmaci. Siamo ad un passo dalla prassi americana e, in questa prospettiva, non è difficile immaginare le pressioni delle multinazionali farmaceutiche.

2003: L'estinzione della scuola e la formazione dell'uomo sociale

Diversità di "tipi" nell'unicità di specie

Nell'ultimo film di Ang Lee, "I segreti di Brokeback Mountain", si racconta una storia d'amore omosessuale tra due cowboys dell'America rurale anni '60. Toccando il mito fondativo americano del West senza assecondare gli stereotipi machisti del genere, il film ha ovviamente fatto discutere. Nello stato dell'Utah è stato censurato senza spiegazioni. In America, più che altrove, proprio non si riesce a trattare il sesso per quello che è: una pratica da godersi in pace con chi si vuole e senza pensare per forza alla Bibbia e alla procreazione. Il film descrive da una parte il reale volto violento degli States, dall'altra rende giustizia a milioni di omosessuali che non si identificano in carnevaleschi gay pride dove non si rivendica altro che una "normalità borghese" (matrimonio monogamico, riconoscimento statale, diritti di proprietà, ecc.). La base di una vera libertà sessuale non può poggiare sulla classificazione gerarchica del comportamento secondo criteri di divisione sociale del lavoro. La specie umana è un insieme unico, anche se variegato, con all'interno dei "tipi" (omo, etero) che possono essere messi in graduatoria di "valore" solo in un sistema inumano basato, appunto, sul valore. Per un buon rivoluzionario non può esistere una "questione omosessuale" da etichettare come tale: esiste invece il problema di far chiarezza sul sesso nella nostra epoca, alquanto evolutasi dal tempo delle scimmie che si riproducevano e basta. E inoltre: nel grande partito storico della rivoluzione ci sono solo comunisti – siano essi omo o eterosessuali, maschi o femmine – che abbiano saputo strapparsi di dosso ogni altro aggettivo.

2000: Potenza dell'omologazione

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