Newsletter numero 172, 16 aprile 2011

Alla faccia dell'Unione Europea

In Libia ognuno bombarda o si astiene per conto suo e a quanto pare le bombe umanitarie non fanno troppa distinzione fra nemici e amici. Questi ultimi intanto sono lasciati senza armi con cui combattere, in attesa che si convincano di quanto sia sciocco volere a tutti i costi fare da sé ed evitare ingerenze straniere (cioè NATO, cioè USA). Le quali non solo sono già operanti, ma si perfezioneranno sotto forma di truppe. Naturalmente i profughi sono una gran scocciatura e se crepano in mare alleviano il problema ai leghisti nostrani e a quelli d'Oltralpe che si affrontano al grido di "tanto vale uscire dall'Europa"! Uscire da che? I francesi si comprano aziende italiane e gli italiani si vendicano minacciando di bere lambrusco invece di beaujolais, tanto per sottolineare una sublime arte della simmetria. Fra poco, dopo Grecia e Irlanda si dovrà salvare il Portogallo, e già la Germania è al limite della sua quota di egoismo nazionale, il quale conta però economicamente più di tutti gli altri messi insieme. E questo è ancora niente: se scatta l'inflazione, senza più indicizzazioni dei salari e pensioni, l'attacco all'Euro come capro espiatorio si farà pesantissimo.

1962: Il mito dell'Europa unita

Prediche interessate

Continua la santificazione del lavoro, specie quando non ce n'è. Sentite il Papa: "Il lavoro è un elemento fondamentale sia della persona umana che della società e le difficili o precarie condizioni del lavoro rendono difficili e precarie le condizioni della società stessa, le condizioni di un vivere ordinato secondo le esigenze del bene comune". E la CGIL fa eco scendendo in piazza con lo slogan: "Una rinascita fondata sul lavoro". Maledetti preti di una nuova religione, bel progresso: l'uomo del paleolitico lavorava mezza giornata per procurarsi tutto ciò che gli serviva e non aveva religioni; divinità e sudore con i loro rispettivi sacerdoti non erano ancora nati.

1956: La repubblica è fondata sul lavoro

Agrocarburanti di guerra

Esattamente come previsto dalla nostra corrente all'inizio degli anni '50 in Mai la merce sfamerà l'uomo, il Capitale sta inchiodando il valore del cibo a quello delle principali materie prime industriali. Anzi, ormai il cibo è una materia prima dell'industria, non solo quella alimentare. Si apre la concorrenza fra uomini-macchina e macchine-macchina per il cibo universale mineralizzato. Come se non bastasse - ci informa il sito Edwards Air Force Base - per far volare i caccia F-22 sui cieli della Libia, viene utilizzato biocarburante. Ottimo, no? Vegetali in entrata, bombe in uscita.

2007: Perché gli agrocarburanti affameranno il mondo

Il paradosso dello sfruttamento intensivo

Il 2010 è stato un anno nero per l'occupazione italiana: i disoccupati sono cresciuti in un anno dal 7,8 all'8,4%. In Italia, riferisce l'Istat, ci sono ormai tre milioni di senza-lavoro, ai quali si aggiungono gli eterni precari, stremati dalle innumerevoli forme della moderna schiavizzazione. Aumentano le attività improduttive e, di conseguenza, il parassitismo, le mafie e le consorterie di ogni genere e colore. Il numero dei lavoratori che deve mantenere tutta la società diviene sempre più esiguo, mentre cresce il numero delle persone mantenute. Riforme? Crescita? governi? Ma il capitalismo è questo, un altro non c'è.

2010: L'outsourcing globale

Siamo tutti precari?

Con la manifestazione dei precari del 9 aprile si cercavano più consensi politici che non metodi di lotta, e di fatto sono arrivati. Con una tempistica sospetta la presidente di Confidustria ha diffuso un videomessaggio per lamentarsi dell'abbandono in cui si troverebbero anche gli imprenditori italiani. Le fa eco il presidente della Ferrari che censura il governo per la sua inadeguatezza. Non si sa mai: i giovani precari potrebbero sospettare che la loro vita grama sia dovuta al sistema di azienda in quanto tale anziché alle "distrazioni" di un qualche governante.

2005: Sciopero generale: per saldare la lotta di tutti i lavoratori, più precari che mai

Un'arrampicata sugli specchi

A proposito del presidente della Ferrari, ex di Confindustria. Egli sostiene che stiamo raschiando il fondo del barile, che stiamo assistendo a un indecoroso disfacimento del senso delle istituzioni e della responsabilità pubblica, che c'è oltre tutto un silenzio assordante della società civile, di chi rappresenta la classe dirigente del paese e che quindi è complice del degrado. Per tal motivo, abbraccia il cretinismo parlamentare, riformista, sindacale, e scende in campo con una sua formazione politica. Geniale e un po' berlusconiano: non fanno le riforme? Ghe pensi mi. Lo dirà in piemontese, ma siamo assai curiosi di vedere come farà a "fare sistema" con il sistema.

2004: Montezemolo e il riformismo industriale fai-da-te

Governance mondiale

Il segretario di stato americano ha dichiarato che gli USA non possono né vogliono intervenire nei conflitti sociali che scoppiano in vari paesi: e, operando un ambiguo distinguo, che un conto è intervenire contro chi bombarda la popolazione, come in Libia, e ben altro sarebbe l'intervento per fermare la repressione di manifestazioni di piazza, come in Egitto o Siria. Qualcuno osserva: però in Libia c'è il petrolio. D'accordo, ma il fatto è che la "guerra infinita" la si può fare solo poco per volta. Beh, ma allora come la mettiamo con la Seconda Guerra che era, appunto, Mondiale? Proprio questo è il punto: nessuno dei vecchi stati di allora può oggi affrontare una guerra globale. Che non è esclusa, ma ha bisogno di preparazione.

2007: Dall'equilibrio del terrore al terrore dell'equilibrio

La galassia e la formica

Eugenio Scalfari, in un editoriale, prende atto della gran confusione che regna in Europa e nel mondo. Elenca il pasticcio libico, le rivolte nei paesi del Nordafrica e del Medio Oriente, il disastro giapponese, la fibrillazione degli shieramenti internazionali, i debiti sovrani, i crescenti flussi migratori. La situazione sta andando fuori controllo, come se improvvisamente il gomitolo della storia si fosse ingarbugliato e i nodi stessero arrivando al pettine contemporaneamente. In tale contesto megagalattico che cosa fa il fondatore di Repubblica? Se la prende con Berlusconi. Prende un obice atomico per sparare a una formica.

1949: Marxismo e partigianesimo

La vecchia talpa continua a scavare

Negli ultimi tempi, le vendite de Il Capitale nei paesi del nord Europa si sono moltiplicate, insieme a convegni, dibattiti e conferenze sull'argomento; e in un articolo relativo alla crisi in atto il Times definisce Marx come "un'immensa torre in mezzo alla nebbia". Un bello schiaffo ai professoroni che avevano parlato di "fine della storia" ed avevano definito l'attuale, putrescente, organizzazione sociale come il migliore dei mondi possibili. Ma un momento: il nostro Red terror doctor non era un'espressione del capitalismo ottocentesco? Non era un figlio dello scientismo positivista, inadatto alla spiegazione della realtà "contemporanea"? Ammesso e non concesso che il comunismo sia morto, il capitalismo non sta poi così bene: la sua malattia sì che è mortale ed è descritta da nonno Marx meglio della sua esuberante giovinezza.

1958-59: Riconoscere il comunismo

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