Trent'anni dal "movimento del '77"

Un anniversario ricordato un po' da tutti, simpatizzanti e avversari. La più significativa celebrazione è stata in Veneto, presente un arco frontista da Cacciari a Negri, da Bettin a Cremaschi. Naturalmente l'ondata del '77 ha avuto tanti presunti padri, autonomi, indiani metropolitani, situazionisti, sessantottini, ecc. ecc. Ma erano mosche cocchiere che c'entravano ben poco con il movimento effettivo. Il quale era poco etichettabile e rappresentava più un rifiuto che una proposta. Era anti-politico e anticomunista, nell'accezione anti-picciista e in senso proprio. In fondo, di ascendenti non ne voleva, nonostante i residui terminologici, l'antifascismo resistenziale e l'eterno attivismo. A differenza del Sessantotto, il Settantasette non aveva omologhi all'estero. Fu un tentativo di liberarsi dalle ipoteche luogocomuniste, ma non fece che introdurre altro luogocomunismo.

Rivista n. 22