Editoriale

In questo numero ci occupiamo dello Stato e quasi tutto lo spazio rimanente della rivista è dedicato alla trascrizione di due riunioni di Amadeo Bordiga, che continuano la serie tratta dai "nastri ritrovati" e che i lettori avranno avuto modo di leggere nei numeri scorsi. Nonostante le 96 pagine invece delle consuete 80, siamo costretti a rimandare le rubriche ad esclusione della Rassegna.

L'infla-deflazione dello Stato

Il riformismo classico aveva nel suo programma la conquista graduale dello Stato per  piegarlo alle necessità del socialismo. L'anarchismo voleva semplicemente "abolirlo". In entrambi i casi, alle radici delle due vie opposte vi era una concezione politica della rivoluzione. Sarebbero gli uomini a decidere che cosa fare dell'autorità dello Stato, se educarla o giustiziarla. Nella concezione comunista lo Stato sorge dallo sviluppo dei rapporti economici tra gli uomini e si modifica come strumento delle classi dominanti fino ad ingigantire la propria autorità politica, mentre la sua autorità reale sull'attuale modo di produzione incomincia ad essere superflua prima ancora che esso venga spazzato via. Nella fase di transizione l'autorità statale sarà eliminata nella sua forma politica mentre sopravviverà nella sua forma tecnica. In tale fase ci sarà l'unione fra la disciplina sociale e i prodromi del passaggio "dal regno della necessità a quello della libertà". Dopo di che lo Stato si estinguerà.

Nell'articolo ci chiediamo, appunto, se tale processo di transizione/estinzione non possa già vedersi adesso. Il passaggio è chiarissimo in Engels (Antidühring). Le società di classe hanno bisogno dello Stato, ma quella borghese è l'ultima di tali società e in essa lo Stato incomincia ad essere altra cosa. Anzi, non essendo una cosa ma un rapporto tra classi, proprio come lo è il Capitale, è piuttosto sensibile alla transizione di fase. Con la dittatura proletaria "diventando alla fine effettivamente il rappresentante di tutta la società, [lo Stato] si rende esso stesso superfluo. Non appena non ci sono più classi sociali da mantenere nell'oppressione, non ci sarà da reprimere più niente di ciò che rendeva necessaria una forza repressiva particolare. L'intervento di una forza statale nei rapporti sociali diventa superfluo in ogni campo e poi viene meno da sé stesso. Al posto del governo sulle persone appare l'amministrazione delle cose e la direzione dei processi produttivi".

L'esito comunista non è che il coronamento del "movimento reale che abolisce lo stato di cose presente" e quindi, come diceva la nostra corrente, "dev'essere possibile riscontrare già adesso delle prove di comunismo". Anche nella struttura dello Stato, o nei suoi sintomi di dissoluzione. Nella concezione di Marx il processo rivoluzionario è antipolitico, materiale: "Le evoluzioni sociali cesseranno d'essere rivoluzioni politiche" (Miseria della filosofia) e lo Stato è una manifestazione delle rivoluzioni politiche avvenute finora.

Continua la pubblicazione dei "nastri ritrovati"

All'articolo sullo Stato seguono due riunioni tenute negli anni 1960-61 nel corso di un enorme lavoro preparatorio finalizzato alla realizzazione di una Storia della Sinistra Comunista. Enorme, perché allora non esistevano né scanner né fotocopiatrici presso gli archivi, e non sempre si potevano usare macchine fotografiche. Perciò, oltre alla difficoltà di reperire la documentazione, quasi sempre essa veniva copiata con macchine per scrivere portatili o addirittura a mano. Fu un lavoro collettivo, di partito, cui collaborarono militanti vecchi e giovani del Partito Comunista Internazionale. Le registrazioni restavano su nastro, dato che servivano solo come traccia mnemonica per gli articoli del giornale di partito, poi venivano cancellate da ulteriori registrazioni.

Il primo volume della Storia fu pubblicato nel 1964 e fu l'unico che Bordiga scrisse e vide stampato. Il secondo, il terzo e il quarto  uscirono rispettivamente nel 1972, 1986 e 1997, tutti a cura di Bruno Maffi, sulla scorta del materiale d'archivio e su quello semilavorato. I quattro volumi coprivano un periodo che andava da metà dell'800 al 1922. C'era materiale documentario e semilavorato per un quinto e un sesto volume coprenti gli anni cruciali dal 1922 al 1925, ma la stesura fu interrotta. Nel frattempo una parte del materiale d'archivio era stato da noi digitalizzata con i primi rudimentali scanner e, non sapendo come e se procedeva la redazione del quarto e del quinto volume, pubblicammo nel 1996 quello che si può considerare il sesto, interamente dedicato ai motivi che, nel 1924-25, portarono alla costituzione e poi alla dissoluzione del Comitato d'Intesa. Manca dunque il quinto volume che dovrebbe coprire gli anni 1922-24. Tutto il restante materiale sull'argomento, presente nel nostro archivio, verrà utilizzato per completare la Storia della Sinistra relativamente al periodo suddetto. In realtà esiste la possibilità teorica, sulla base degli archivi, di pubblicare almeno due ulteriori volumi che dovrebbero riguardare il periodo dalla preparazione del Congresso di Lione del 1926, alla fine della Seconda Guerra mondiale, compreso il contributo della Frazione all'estero. Per ora siamo nella fase della sistemazione e, per quanto riguarda il quinto volume, allo stadio di semilavorato. Ma, alla fine, se e quando riusciremo a terminare il lavoro, i militanti che si collegano a quella corrente potranno disporre di otto volumi con 4 o 5.000 pagine sulla loro storia, di cui buona parte di documentazione.

Le riunioni che presentiamo integrano semplicemente ciò che in gran parte è già stato scritto, ma lo vivificano con l'esperienza diretta del relatore e con la carica passionale che lo distingue. Il lettore potrà trovare la storia del ritrovamento fortunoso delle bobine sul numero 29 di questa rivista, dove, trascritto e restaurato il contenuto, abbiamo pubblicato una riunione che lo stesso Bordiga aveva intitolato ironicamente "I grandi uomini", riferendosi alle piccinerie del politicantismo di stampo stalinista. I criteri filologici di trascrizione e integrazione delle parti mancanti o incomprensibili si trovano invece sul numero 15-16 a introduzione di alcune note "epistemologiche" del 1928 e di tre riunioni del 1960 sulla teoria della conoscenza. Ulteriori trascrizioni compariranno sui prossimi numeri. Nella ricerca di riferimenti, abbiamo visto che alcuni dei contenuti qui esposti, furono chiaramente utilizzati per l'articolo "L'opposizione della Sinistra nell'Internazionale Comunista" pubblicato in Il programma comunista nn. 3, 4 e 6 del 1961 (quindi risalgono probabilmente alla fine del 1960); altri si possono riconoscere nei resoconti delle riunioni di Milano (15 e 16 luglio) e di Genova (4 e 5 novembre) del 1961.

Nelle relazioni orali il materiale fu esposto senza rispettare una precisa sequenza cronologica, e questo spiega il motivo per cui ciò che fu pubblicato sul periodico di partito in vista della stesura in volume e ciò che pubblichiamo oggi corrispondono solo a grandi linee. Trattandosi di frammenti su più nastri, la disposizione in sequenza, così come la suddivisione in capitoletti con i relativi titoli, sono opera redazionale. Rispetto al parlato, naturalmente, i testi definitivi apparsi nel 1961 sull'organo di stampa sono elaborati e ampliati con riferimenti esatti e citazioni, ma in essi scompare del tutto il tono discorsivo e assai vivace e coinvolgente del relatore. Soprattutto manca la lunga serie di vivissime memorie dirette.

Rivista n. 32