Il pilota automatico

Nel precedente numero della rivista abbiamo cercato di mettere in evidenza come l'estinzione dello stato, che avverrà nel futuro processo di transizione, è un fenomeno di cui si vedono le avvisaglie già in questa società. Con l'aumento della potenza statale come strumento repressivo di classe, aumenta il caos economico, amministrativo e anche militare, fino a casi in cui lo stato non è più che un apparato virtuale inutile e anzi dannoso. La situazione italiana è paradigmatica. Di fronte all'impossibilità di formare un governo in seguito ai non risolutivi dati elettorali, si sono innescate forti spinte ideologiche in contrasto con l'inazione di fatto.

Ciò ha provocato un "caos istituzionale", che a sua volta ha diffuso il timore di un attacco speculativo sui mercati contro l'Italia. Ma, se da una parte si paventa il collasso economico, dall'altra si sostiene che una crisi politica non deve destare preoccupazioni, anche se, magari per tempi lunghissimi, uno stato importante come l'Italia rimane senza governo. In effetti, si dice, di fronte alla crisi ogni paese ha messo in moto strumenti di salvataggio che continueranno a funzionare comunque, obbligando le strutture dello stato ad adeguarsi. Non c'è da stupirsi, quindi, che un responsabile a livello di un Draghi, capo della Banca Centrale Europea, prenda atto del caos istituzionale e nello stesso tempo paragoni gli obblighi imposti dalla crisi a un pilota automatico del tipo di quelli che si attivano su navi o aerei.

Questa ammissione è estremamente significativa: nell'intento di rassicurare i mercati Draghi ammette, implicitamente, l'inutilità storica della borghesia. Primo, perché è costretta a subire la pressione dei mercati e a prendere provvedimenti imposti da una crisi che non è capace di controllare; secondo, perché una volta presi i provvedimenti dettati dal Capitale, essa potrebbe anche sparire, sostituita dal pilota automatico; terzo, perché non è nemmeno capace di avere il controllo dello stato, un pachiderma che si autoalimenta con livelli inauditi di spreco e corruzione che nessuno è in grado di arginare.

Rivista n. 33