Bordiga a Marvasi

Dal compagno Amedeo Bordiga, del circolo Carlo Marx riceviamo:

Napoli, 23 marzo 1913

Egregio compagno Marvasi,

La sincerità e la lealtà con la quale avete dato il vostro appoggio al movimento svolto dal Circolo C. Marx mi inducono a chiedervi un altro poco di spazio della vostra "Scintilla". Poiché la situazione del partito socialista a Napoli si presenta di difficile soluzione, occorre insistere sui lati salienti di essa, e sarebbe bene che tutti lo facessero con eguale sincerità e desiderio di chiarire il proprio atteggiamento; ciò che sarebbe possibile se fosse in tutti comune il sentimento di collaborare al miglior avvenire del socialismo tra noi, pur restando ferme le eventuali pregiudiziali teoriche del pensiero di ciascuno, come quelle che anche voi avete esplicitamente e bruscamente affermate di fronte alle nostre stesse vedute.

Ma vi è disgraziatamente chi specula sull'equivoco, ed è quest'equivoco che bisogna ad ogni costo rompere. In questa opera noi chiediamo l'ausilio di quanti sono a Napoli socialisti sinceri e convinti.

Si tratta dell'equivoco scaldato nell'ambiente massonico, pernicioso quant'altro mai alla diritta chiarezza che dovrebbe caratterizzare la politica delle classi lavoratrici. E' l'equivoco della transazione elettorale con la democrazia borghese, che si svolge apertamente sul terreno amministrativo, ma non potrà mancare di riflettersi sulle fisonomie della lotta politica. Noi avremmo piacere se i fautori del blocco popolare dicessero chiaramente di voler accordarsi con i partiti democratici anche per le prossime elezioni politiche.

Faccio appello a quanti conoscono la vita politica napoletana perchè giudichino se è ammissibile conservarsi seriamente intransigenti nella lotta politica quando si fa parte del blocco amministrativo. Il "Roma" chiama già apertamente all'accordo i socialisti suoi amici. Questi risponderanno che - in omaggio al deliberato del Partito socialista - non possono che restare isolati.

Ma è facile prevedere ciò che avverrà: i socialisti scenderanno in lotta in due o tre collegi e negli altri appoggeranno più o meno segretamente gli amici democratici. L'elezione al IV collegio fu la prova di ciò. Ed è per questo che la Dir. del P.S. ha richiamato l'Unione Socialista Napoletana ad una maggiore sincerità politica. Ma l'U.S.N. non vuole confessarsi bloccarda, e si dice rivoluzionaria, intransigente, sindacalista e chi più ne ha più ne metta. Ecco dove è l'equivoco.

Noi invece amiamo le posizioni nette. Da una parte ci sono quei socialisti che simpatizzano colla democrazia e tengono a rovesciare l'amministrazione clericale anche a costo di ingoiare qualunque rospo; dall'altra il nostro modesto mezzo, veramente rivoluzionario, che è contro i clericali, contro la massoneria e per la intransigenza sul serio. Non v'è dubbio che è questa seconda tendenza che ha il diritto di rappresentare l'atteggiamento attuale di splendido isolamento del Partito Socialista Italiano.

Ogni altra interpretazione del presente dissidio non può essere data che da chi vuole giocare sull'equivoco.

Le conseguenze di tattica elettorale sono più intricate. Ma ne discuterà il congresso provinciale socialista che si terrà il 30 corrente, e c'è da sperare che i compagni sapranno mantenersi sulle linee fondamentali di quella divergenza politica da noi chiarita, smascherando chiunque abbia interesse a travisarla.

Amadeo Bordiga

P.S. Le note che precedono erano già scritte quando ho letto un trafiletto della "Propaganda" che cerca di ingiuriarci grossolanamente.

Quel linguaggio volgarmente triviale non andrebbe raccolto se non per trovarvi la prova della impotenza di chi lo adopera a rispondere nel merito delle nostre accuse, la cui forza, chiarezza ed evidenza politica e morale viene accresciuta da questi tentativi inani e velenosi che vorrebbero spostare la questione dal terreno della obbiettività dei fatti, che è troppo scottante perché essi vogliano restarci, e perché noi ci prestiamo al gioco di abbandonarlo.

a.b.

Scintilla... 27 aprile 1913

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