Bordiga all'Esecutivo del PCd'I

Undici agosto 1923 - 2981 23-8-1923

All'esecutivo del partito - undici agosto - Abramo mi ha fatto alcune comunicazioni sulle vostre decisioni.

Vi prego mandare al Comintern la unita lettera, che chiarisce la mia posizione in una quistione in cui mi pare non la si sia capita.

Non occorre che io confermi le mie dimissioni dal comitato centrale; esse significano che, a tempo opportuno, io dichiaro che non ho condiviso l'opera degli attuali organi dirigenti del partito, che per la loro composizione ritengo inadeguati al compito. Non faccio con ciò eccezioni sulla legittimità della loro designazione secondo gli statuti del Comintern e del partito, ritenendo di trascurabile importanza tale quistione. Solo stabilisco che io sono al di fuori di tale combinazione. Vogliate prenderne atto per le ulteriori rispettive responsabilità.

Non accetto neppure la soluzione della quistione amministrativa, perché per principio penso che nel partito cessando la carica cessi lo stipendio. Io propongo che il partito faccia solo la spesa della mia assistenza qui (saranno un poco più di seicento mensili).

Vi chiederei altro io stesso se si avverasse la minaccia di togliere il posto di mia moglie. Oggi questo aiuto mi basta, e non prenderò di più. Non ho parlato di ciò a def, ma penso che a lui è giusto dare una parte dello stipendio per le ben diverse condizioni di famiglia.

Vi prego di fare il conto da cui risulti la mia posizione amministrativa, in base a quanto sopra, e di dare le disposizioni per la mia amministrazione a Marabini: potere fissare una cifra mensile precisa su cui io chiederei di mandarmi quel [una parola] occorre, oltre le spese dirette pel vitto dall'esterno, ecc.

Se insistete non farò che dirvi: versate la differenza in modo anonimo alla sottoscrizione.

Una ulteriore corrispondenza tra noi potrà riguardare solo il processo. Devo sottoporvi la linea che conto tenere al dibattimento? Siccome io fino nell'istruttoria, cogli avvocati, ecc. non avuto un parere direttivo (?), quello avverrebbe anche in seguito per la mia posizione di imputato principale, vi pongo il quesito se sono ancora autorizzato a tale funzione, o se volete passarla ad altro compagno, o imputato. Io penso che al processo è meglio che io finga ancora di essere un dirigente del partito; si capisce che non farò nulla contro la politica ufficiale attuale, che pure tanto mi ripugna. Ma se lo esecutivo non si vuole affidare a quello che io farò, non ha che ordinare come ci dobbiamo regolare.

ACS, Atti sequestrati al PCd'I [1920-1925], cifrata manoscritta, citata parzialmente da Spriano, p. 288. La seconda data è di protocollo.

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