Bordiga al CE

Napoli, 22 dicembre 1923

Cari compagni del C.E. del P.C.I.

Ricevo comunicazione di quanto ha deliberato il presidium del Comintern nella seduta del 4 corrente a mio riguardo.

Confermando completamente le motivazioni della mia recente lettera dichiaro che non intendo assumere il posto di membro del Comitato Esecutivo del partito.

Alle considerazioni di carattere procedurale della mia lettera si potrebbe aggiungere che non si comprende come il Presidium possa annullare una decisione del C.E. allargato, e mutare di nuovo, senza nemmeno ritornare sulle valutazioni politiche della prima decisione, il C.E. di una sezione del Comintern.

Ma prevale la considerazione di merito che io non sento di poter partecipare alla dirigenza del partito secondo le attuali direttive della I.C. che non condivido, e a cui mi disciplino come semplice gregario, mentre come membro del C.E. non le saprei applicare.

Se poi la mia designazione volesse dire, il che non è, il ritorno alle direttive seguite dal vecchio C.E., vi sarebbe sempre da notare che non si tratta di un caso personale, ma collettivo dei suoi componenti di allora, e che non si potrebbe pretendere, dopo aver bruscamente interrotte e mutate le direttive di lavoro, di organizzazione, di criteri pratici e politici, questo richiamo di compagni già giudicati inadatti ad un compito di attività direttiva.

Ripeto che mi considero, in modo definitivo, finché non si muti la situazione nel senso che indicavo nella ultima parte della mia lettera suddetta, collocato al posto da me domandato, di semplice gregario del partito, posizione che intendo mantenere.

Con preghiera di comunicazione al Comintern, e saluti comunisti

Amadeo Bordiga

ACS, Atti sequestrati al P.C.d'I. 1920-25, b.3, f.33, 12 (questa lettera è pubblicata anche in: Togliatti "La formazione del gruppo dirigente..." p.133-34)

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