Bordiga a Negri (Scoccimarro)

Napoli, 12 aprile 1924

Carissimo Negri,

solo ora su Stato Operaio ho preso conoscenza dei documenti della maggioranza al Comitato Esecutivo allargato di giugno scorso. Mi hanno fatto pessima impressione: anche il tuo discorso e te lo dico direttamente per dovere di sincerità. Sia sulle questioni di indirizzo della Internazionale Comunista che sulle cose italiane esso non rispecchia in nulla le direttive del vecchio Comitato Esecutivo, ed è centrista nella sostanza, e terribilmente moscovita nel modo di ragionare e di esporre. Tu potrai dirmi che quelle erano le tue opinioni, ma io osservo che la maggioranza della delegazione parlava a nome del vecchio Comitato Esecutivo non ancora deposto, se pure completato con te e Palmi, e aveva un mandato riconfermato in modo netto anche dopo il mio arresto e quello di Ruggero. Ma verità è che nessuno di voi ha saputo rappresentare in quella occasione il pensiero della vecchia "maggioranza", se non Bruno, cui non si diede il mandato di parlare. Mi sorprende questo, per questa sola considerazione: che non vi erano state prima manifestazioni in senso diverso da quello da noi sostenuto, e ciò non è distrutto dal diverso contegno tenuto da te e altri compagni su quistioni subordinate dalla nostra condotta al IV Congresso. Comitato Esecutivo e Comitato Centrale nostri avevano sempre ribadita la linea. Questo fatto mi conferma nella necessità di tenere una linea radicale e intransigente verso le idee dominanti, purtroppo, nella Internazionale Comunista, per evitare che si smussino divergenze che poi scoppiano quando meno te lo credi e meno puoi intervenire a porre le cose a posto.

Saluti cordiali.

Arch. part.

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