Bordiga ai negri

24 novembre 1957, Napoli

A tutti o quasi i negri

Adopero questa forma perché da quasi un mese non ho potuto rispondere a quelli che mi hanno scritto a causa del molto lavoro per il giornale: resoconto breve e diffuso di Piombino, Ottorino, Rivoluzione di ottobre, satellite.

Tutti mi hanno scritto quanto si sono addolorati per Ottorino, immaginando quale grave colpo io abbia dovuto incassare. Li ringrazio, e chiarisco che per Ottorino sono soprattutto inferocito contro di lui. Una lotta di dodici anni accanita da parte mia non è valsa a salvare quello che era il miglior lavoratore, forza preziosa per il movimento, dalla dissoluzione mentale e fisica e dalla morte in età ancor giovane, dieci anni meno di me, e tanto per non saper rinunziare alle maledette sigarette ed al vino, che lo hanno ucciso.

Il caso merita rabbia più ancora che il rimpianto; perché il rimpianto era una cosa che era cominciata da molti anni: Inutile oramai inveire? No, perché altri sono vivi che si comportano nello stesso modo indegno di un marxista come svolsi alla riunione di Piombino. Nessuno di noi può vantare diritto di proprietà sulla sua carcassa valida o meno, che appartiene all'uomo sociale.

Ottorino servirà ancora la causa restando come un esempio raccapricciante della sensualità individuale in un così appassionato militante, e di quella impotenza che consiste nel non saper trattenere istinti di tipo bestiale anzi sottobestiale perché le bestie ignorano alcool e tabacco, oltre che stravizii sessuali.

Ringrazio quindi Elio, Totò, Spegis, Giuliano, Loriga, e alcuni altri che mi sfuggono o ai quali aggiungo una comunicazione speciale.

Amadeo

Prima di copertina
Il battilocchio nella storia

Quaderni di n+1 dall'archivio storico.

Contro la concezione della storia come opera della volontà di individui e di capi geniali o criminali.

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