Bordiga ai Negri (12 agosto 1965)

Napoli, 12 agosto 1965

Cervia, Firenze, Parigi (Roger), Tolone, Cosenza, Bologna, Venezia, Valfenera.

Da domenica 8 ad oggi molta posta è giunta. Cesare del 7 agosto, con unita nota del compagno tedesco; Bruno del 6; Bice del 6; Giuliano del 6; Bruno del 7; Ceglia del 9; Roger del 4. Siccome Roger dice che è meglio scrivere a Parigi, lo facciamo, mentre la precedente dell'8 è andata a Saint Martin. Quanto a Bice dopo due lettere mandate a Covone con incarico di trasmetterle a Venezia, mandiamo questa a lei con la preghiera di comunicarla dopo letta ad Alfonso.

Cerchiamo di essere brevi. Scriviamo a Cesare pur essendo un poco incerti per la sua assenza da Bologna. E' giunto anche il fascicolo della rivista in tedesco Alternative, con tutti gli scritti di Korsch fino alla sua morte nel 1961 a Filadelfia, dai quali si desume abbondantemente che aveva lasciata la linea marxista. Il testo tedesco è molto eloquente, ed io vi ho potuto dare una certa scorsa constatando che il Korsch dopo la fuga dalla Germania di Hitler aveva anche lui ripiegato dal marxismo rivoluzionario per un vago antifascismo. Chiedo a Bruno e a Roger se avrebbero piacere di leggere tale rivista e tradurre ad esempio le Tesi di Zurigo 1950 del tutto fuori strada.

Circa i rapporti tra Korsch e la nostra frazione, possono andare in lettura a Cesare la mia lettere del 28 ottobre 1926, e dopo quello che è accaduto da quel tempo lontano non mi pento della decisione di non fare una frazione unica col suo gruppo tedesco. In ogni modo sarebbe interessante avere i materiali o gli estratti di essi di cui è cenno nella nota del compagno tedesco.

Circa Bice, i compagni napoletani la ringraziano del buon ricordo e hanno riso con me del buon fabbro di Anzio che non sentendosi troppo teorizzare mollò una potente pernacchia all'indirizzo del federale comunista. Speriamo che nel soggiorno di Venezia Bice si ritempri dalla sue fatiche e anche delusioni, e salutiamo anche il marito. Circa le comunicazioni di Bruno, pensiamo che questa lettera lo troverà a Cervia e ci pare che con l'ultima corrispondenza tutto è stato chiarito. Resta inteso che dopo Ferragosto forse il giorno 20 faremo partire un primo plico diretto a Cervia con tutto il materiale che sarà pronto fino allora. Il viaggio di Giuliano a Cervia se avrà luogo ci suggerisce di raccomandare a Candeli, che salutiamo con tutti i romagnoli, di non preparare una camera stile Vecchia Romagna: penso che qualcuno di voi ricordi l'episodio da me narrato per ricordare l'opera di moralizzazione che dovetti svolgere nel 1914! Venendo a tema più serio, la menzione di tanti documenti mi fa pensare al famoso discorso di Trotzky fatto al IV Congresso, e anche durante il IV Congresso del dicembre 1922, sulla economia russa, che invano cerco da venti anni e che ricordo come veramente fondamentale, non meno di quello di Lenin sull'imposta in natura. Vi è qualche speranza che sia tra i testi di Winterthur? Il resto del materiale mi pare sufficiente e ci interessa avere solo il rimanente di quanto riflette l'Allargato del febbraio 1926, oltre lo stralcio che già possediamo. Al buon Ceglia mi limito a dire che ho il Lenin curato da Zatti, e si può limitare a indicare le pagine senza fare la fatica di trascrivere citazioni; vedremo dopo in quale scritto Croce aveva detto di non avere letto Materialismo ed empiriocriticismo.

Vengo ora alla risposta a Roger, su cui richiamo l'attenzione di Bruno, di Giuliano e anche di Russo. Fin dal gennaio del 1965, nella riunione fatta a Napoli, ci dividemmo con Bruno e Giuliano tre cartelle complete di tutte le traduzioni in francese mandate da Roger, ed anche della introduzione tradotta dal russo e che noi credevamo da lui completata. Per rivedere la traduzione malsicura dall'originale russo si potrebbe dare l'incarico a Roger II a cui Roger I dovrebbe inviare l'originale. Eravamo d'accordo fin d'allora che la cosa sarebbe stata seguita con lavoro collettivo e che l'incarico di Ferla si limitava alla traduzione dal francese in italiano. Avuta tale traduzione, che ora sembra sia giunta o stia per giungere a Bruno, era ben chiaro che non si doveva pubblicarla puramente e semplicemente, ma prima di tutto rivederla come traduzione dal francese (dato che Ferla aveva annunziato che vi erano molte incertezze), e successivamente discutere insieme sulla maniera di presentazione, se a mezzo di quella introduzione già fatta, o di una migliore introduzione che può essere redatta in italiano, o addirittura di una serie di note critiche con i debiti riferimenti alle opere edite di Marx. Siamo quindi d'accordo tra tutti e con quanto dice Roger sulla maniera di sviluppare questo lavoro, che certamente non potrà essere oggetto di una pubblicazione molto vicina, sia per le molte cose che sono già in progetto, sia per la massa notevole di lavoro che in vari campi abbiamo sulle braccia. Quanto alla presentazione e commento del Capitolo VI inedito, la cosa conserva qualche rapporto cogli argomenti di cui abbiamo scritto nelle ultime lettere a proposito dei prospetti di Christian inviati a Giuliano in copia, ed anche forse a proposito del testo della polemica tra Amadeo e Graziadei, su cui Torino non ha ancora riposto indicando se può inviare le formulette saltate non sappiamo perché da chi ha fatta la trascrizione.

Come vedete questa lunga lettera interessa a titoli diversi tutti i destinatari, a cui lanciamo il motto: se ci sei batti un colpo!

Tutti i presenti (Livio, Peppino, Edoardo, Gianni, Amadeo) salutano tutti.

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