Comunicato del CE del PCI sulla dichiarazione di Bordiga del 19 luglio

Una dichiarazione e una lettera del compagno Bordiga.

In data 19 luglio il compagno Bordiga inviava alla Unità una "Dichiarazione". In essa Bordiga, ritornando sull'argomento della maggiore o minore lealtà con la quale verrebbe condotta la polemica preparatoria del Congresso del Partito, esaminava pure l'appunto fattogli in un documento del Comitato Esecutivo, di "aver rifiutato per motivi di famiglia di recarsi all'Esecutivo Allargato" e, tra le altre cose, rispondeva a questo rilievo contrapponendo a sé stesso i "molti che a Mosca ci corrono per motivi di famiglia".

Il Comitato Esecutivo ritenne che questo modo di replicare riapriva in pieno la campagna di affermazioni calunniose contro il Partito e contro la Internazionale, campagna che fu troncata con la decisione di rinviare tutte queste questioni al giudizio della Commissione di controllo che funziona presso il Comitato Esecutivo della Internazionale. Fu quindi comunicato a Bordiga che la sua dichiarazione non poteva pubblicarsi, ma veniva passata ai documenti da sottoporre alla Commissione di controllo.

A questa decisione il compagno Bordiga replica inviando per la pubblicazione una lettera nella quale chiede si faccia sapere ai compagni che egli "non ha taciuto dinanzi all'accusa", e chiede infine di dichiarare "che, stando in questi termine la questione del rinvio alla Commissione di controllo, declina per suo conto l'invito ritenendolo un diversivo alla completa e aperta discussione, ripromettendosi e impegnandosi di portare tutto il materiale del dibattito, anche per la parte che si è voluta sottrarre alla pubblica discussione, innanzi al Congresso del Partito".

Di fronte a questa dichiarazione il Comitato Esecutivo riafferma la propria recisa volontà di impedire che si innesti alla discussione precongressuale e del Congresso una campagna di accuse personali, come avverrebbe, ad esempio, se i due documenti di Bordiga cui si accenna nel presente comunicato venissero resi pubblici e si desse loro la risposta che si meritano. Il Comitato Esecutivo è certo che la sua volontà corrisponde in questo grave momento della vita del Partito, a quella della schiacciante maggioranza dei compagni e di tutte le masse che ci seguono.

Il Comitato Esecutivo infine fa notare che l'invito fatto nel comunicato apparso sulla Unità il 19 luglio non può, come mostra di ritenere Bordiga, essere declinato. Si tratta di un "invito perentorio", ed esso è da considerare alla stessa stregua di un ordine. Tutti i compagni che sollevano o intendono sollevare, in vista del Congresso del Partito, delle questioni di carattere personale, sono quindi tenuti per disciplina a fornire la documentazione di esse alla Commissione Internazionale di Controllo. Il Presidium dell'Internazionale Comunista ha ratificato in questo senso la decisione dell'Esecutivo italiano e la Commissione internazionale di controllo è ormai investita della questione.

Il Comitato Esecutivo del PCI

Da APC, 341/27

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