De Leone Mario (Topo)

Napoli 2 lugli 1889 - Barcellona 5 novembre 1936

Diplomato in ragioneria, frequenta le avanguardie letterarie futuriste, dalle quali si distacca in seguito al crescente impegno nel Partito Socialista Italiano (PSI) e nel movimento sindacale. Aderisce alla corrente rivoluzionaria intransigente, che a Napoli era rappresentata dal Circolo Carlo Marx, formato dai giovani socialisti della locale sezione tra i quali Amadeo Bordiga. Allo scoppio della guerra mondiale, combatte fermamente l'intervento, partecipando alla formazione del gruppo di militanti rivoluzionari che, nel dicembre 1918, fonda il giornale Il Soviet. Quando si consolida la Frazione comunista astensionista vi partecipa e si impegna a fondo nell'attività che porterà alla fondazione del PCd'I nel 1921.

Esponente di primo piano della Federazione comunista napoletana, nel marzo 1922 è costretto all'espatrio, prima in Austria e in Germania, poi in Unione Sovietica, dove si stabilisce nei pressi di Mosca, con l'incarico di gestire una cooperativa agricola e di consumo. Lì ritrova Verdaro, Ambrogi, Silva, e conosce Ferruccio Virgili, tecnico napoletano che, per circa dieci anni, lavorerà per l'industria aeronautica sovietica, tentando di realizzare un avveniristico progetto.

Nel giugno 1925, come molti altri comunisti italiani rifugiati in Russia, De Leone prende le difese del Comitato d'Intesa, iniziativa promossa da alcuni esponenti della sinistra del PCd'I, per sostenere le loro posizioni in vista del congresso del partito. Tornato in Italia, da fine agosto a fine ottobre del 1925, soggiorna a Napoli, dove sposa Giuseppina Minieri (o Miniero). Tornato in URSS, partecipa alla costituzione della Frazione di Sinistra del PCR(b), subendo misure disciplinari sempre più vessatorie. Alla fine 1929, raggiunge la Svizzera. Insieme ad Alfredo Morelli, si trasferice ad Annemasse, nell'Alta Savoia dove aderisce alla Frazione di sinistra del PCd'I. Nel 1934, in seguito alla morte della moglie e alla scarsa fortuna nell'avvio di un'attività commerciale, è costretto ad affidare i figli ai parenti di Napoli e a trasferirsi a Masiglia per trovare lavoro (farà il rappresentante).

Allo scoppio della guerra civile in Spagna, scoppiano accese discussioni in seno alla Frazione di Sinistra. De Leone, a fianco di Enrico Russo, è uno dei più decisi fautori dell'intervento. Questa presa di posizione si scontra con quella della redazione di Bilan e di quasi tutti i compagni dell'emigrazione (tra essi Ottorino Perrone e Virgilio Verdaro). Scendere in guerra a fianco dei proletari spagnoli significa combattere come partigiani dell'opportunismo mondiale, che in quel momento stava assassinando i suoi oppositori.

Al momento il contrasto sembra spaccare la Frazione a metà, ma in una fase successiva, la tendenza di Perrone e Verdaro è condivisa dalla maggioranza dei militanti. In settembre, il gruppo di De Leone e Russo costituisce a Barcellona la federazione locale della Frazione italiana della Sinistra Comunista e stringe contatti con il Partido Obrero de Unificación Marxista (POUM) e con la Confederación Nacional del Trabajo (CNT). Molti militanti entrano nella Columna Internacional Lenin del POUM e combattono sul fronte d’Aragona. Il 12 ottobre, quando la svolta moderata impone l'inquadramento puramente militare delle milizie, la Federazione di Barcellona invita i compagni a dimettersi dalla Columna Lenin, per dedicarsi ad attività civili e, soprattutto, a intensificare gli interventi politici, proponendo la costituzione dei Gruppi operai di azione rivoluzionaria. In quel momento cruciale, il 5 novembre, De Leone muore di infarto.

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