Parodi Giovanni

Acqui, 4 agosto 1889 - Torino, 16 dicembre 1962.

Nato da una famiglia operaia, comincia a lavorare subito dopo aver concluso gli studi elementari. Trasferitosi con la famiglia a Torino nel 1905, si iscrive al Partito socialista e diventa membro della direzione della FIOM. Tornato dalla guerra, nel 1919 è assunto alla FIAT ed è delegato per la corrente astensionista di Bordiga al XVI Congresso socialista di Bologna.

Nel settembre 1920 è uno dei protagonisti delle lotte operaie e dell’occupazione della FIAT. Nel gennaio 1921 partecipa per la Frazione comunista al XVII Congresso socialista di Livorno, che vede la nascita del Partito comunista. Di quest'ultimo diventa membro del Comitato Centrale.

Con l’avvento del fascismo, emigra in Unione Sovietica e si avvicina alle posizioni di Gramsci, collaborando all’Ordine Nuovo e all’Unità. Rientrato in Italia per organizzare l’attività clandestina del Partito comunista, è arrestato nel 1927 e condannato dal Tribunale Speciale Fascista a 21 anni di carcere. Amnistiato nel 1937 ma soggetto a libertà vigilata, fugge in Francia dove continua la sua attività politica presso il Centro estero comunista. Arrestato nel 1940 dalla polizia di Vichy, evade dal campo di prigionia nel 1941, continuando il lavoro politico clandestino.

Tornato in Italia alla caduta del fascismo, combatte in Liguria la guerra partigiana. Segretario della Federazione Comunista genovese, è tra i capi dell’insurrezione della città contro i tedeschi nel 1945. Nel dopoguerra è membro del Comitato centrale del PCI e poi Segretario generale della FIOM.

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