Numero 135, 23 settembre 2008

Che succede in America?

Tempi duri per il capitale fittizio. Se la produzione di vero valore non è garantita, il sistema s'ammala di valore virtuale. Febbre, brividi, alterazioni dello stato di coscienza, delirio: in una decina di giorni c'è stato il fallimento, il salvataggio o la nazionalizzazione dei giganti americani della finanza e dell'assicurazione. Nella loro contabilità comparivano "assets", cioè crediti, per 4-5.000 miliardi di dollari, parte dei quali diventati inesigibili. Di qui il crollo. Nessuno sa quanto altro capitale sia coinvolto a livello internazionale nell'intreccio fra i vari istituti. La sola Bear Stearns partecipava a interessi che nel mondo assommavano a 10.000 miliardi di dollari, una cifra vicina all'intero PIL americano. Washington ha risposto alla crisi con la più gigantesca nazionalizzazione della storia: ha obbligato le banche non ancora fallite a comprare ciò che resta di appetibile e ha accollato allo Stato i debiti di quelle fallite, nazionalizzate o in pericolo. L'intera operazione costerà ad ogni cittadino americano (che è già il più indebitato del mondo) almeno 3.000 dollari in tasse. E' il terrore. E c'è già chi chiede un superpotere planetario per controllare il Capitale. Un superfascismo, insomma. Ma almeno il fascismo nazionalizzava fabbriche, non giochi d'azzardo.

1947: Il ciclo storico dell'economia capitalista (1947)
1947: Il ciclo storico del dominio politico della borghesia (1947)
1988: La legge del valore e la sua vendetta
1991: La crisi del sistema bancario americano

Antipasto georgiano

La Georgia, stato-fantoccio americano, ha mosso 18.000 soldati per riprendersi l'Ossezia, certo senza alcuna speranza di riuscirvi. Infatti la Russia ha immediatamente risposto con una contro-invasione che ne ha visti impegnati 100.000. Nelle settimane successive s'è visto un po' di movimento diplomatico internazionale, ma soprattutto s'è sentito rumore di cingoli e di bombardieri in manovra. Appunto carri armati russi si sono stabiliti in Georgia, bombardieri russi sono atterrati in Venezuela, e navi russe incrociano in una vasta area dei Caraibi approdando in diversi porti, da Cuba alla Siria. Da Polonia e Ukraina è arrivata la risposta indiretta di Washington. Che progetta nuovi dispiegamenti di missili oltre a quelli esistenti e basi, flotte, satelliti. Dal canto suo la Russia imperialista, nonostante le toppe al sedere, è decisa a contrastare l'accerchiamento da parte dell'avversario. Basta con le cosiddette rivoluzioni arancione: d'ora in poi adotterà la dottrina applicata dall'Occidente in Kosovo; quindi, dove c'è una comunità russa c'è "diritto d'intervento". E di russi nei paesi dell'ex Unione Sovietica, sparsi dappertutto, ce ne sono 24 milioni. Si profila lotta dura per l'Eurasia. Cioè per il Mondo.

2003: La nuova politiguerra americana

Ah, l'Italia!

Nessun problema: il salvataggio delle aziende in crisi l'abbiamo inventato tanto tempo fa nell'italietta fascista. Da allora ce lo copiano dappertutto. Una volta c'era l'IRI, adesso ci sono le cordate sedicenti liberiste. Libere di papparsi ciò che produce profitto e scaricare sullo Stato, cioè su Pantalone, la spazzatura. E ovviamente i lavoratori "in esubero". Adesso per la crisi dell'Alitalia si cercano le "colpe": del management troppo avido, dei piloti e assistenti di volo corporativi, delle clientele da basso impero e anche dei facchini che rubano nelle valigie. Ma finché lo Stato pagava si faceva finta di niente di fronte a due milioni al giorno di perdite e si distribuivano stipendi astronomici a dirigenti inetti. Strillano i sinistri indignati. E' il capitalismo, baby, se lo vuoi è così, altro non ce n'è.

1950: Imprese economiche di Pantalone
1952: Pubblica utilità, cuccagna privata

Matti per il petrolio

Dicevano che fosse speculazione. Ma il prezzo del petrolio era già salito nelle transazioni di partite fisiche, non solo di quelle rappresentate da "futures" e "derivati". Gli speculatori si sono buttati su un carenza reale. Ma, giocando sia al rialzo che al ribasso, provocano al massimo un'oscillazione intorno al prezzo medio. Il prezzo del petrolio sale perché se ne consuma ormai più di quanto se ne produca e se ne trovi. E' la legge della rendita fondiaria: se c'è fame di grano o sete di petrolio il proprietario del campo fa il prezzo con l'unico limite del profitto che può prelevare da chi grano o petrolio consuma. Mentre scriviamo, il prezzo del petrolio è come impazzito, passando da un massimo di 148 dollari al barile a 90 e poi ancora a 130. Il monopolio dei produttori (OPEC), visto il calo, ha tagliato la produzione di mezzo milione di barili al giorno e l'effetto è stato immediato. Intanto l'Iraq ha firmato il primo contratto petrolifero con un paese estero: 3 miliardi di dollari per lo sfruttamento di un giacimento. Con la Cina, già presente nei giacimenti africani. Ne è seguito un secondo: con l'Olanda. Evidentemente gli Stati Uniti non perdono tempo a firmare contratti, il petrolio se lo prendono.

1951: Patria economica?
1951: Sottosuolo e monopolio

Militarizzazione del territorio

Più l'imperialismo matura, più lo Stato s'inflaziona. Muore lo "Stato etico" e si espande lo Stato-sbirro, che si allarga nella società attraverso il rafforzamento della struttura di comando poliziesca e militare. Nella newsletter n. 132 abbiamo osservato che l'utilizzo dell'esercito per compiti di polizia non è un episodio contingente ma una tendenza storica, e abbiamo citato un documento della NATO: SAS 30 Urban Operation in the year 2020. In questi giorni il governo ha deciso il rafforzamento del contingente militare "contro la criminalità". Il ministro della Difesa ha dichiarato che ''visto il grande successo per il contingente dei 3.000 militari che da agosto sono utilizzati nelle città, ci sarà una proroga di ulteriori sei mesi''. Ai fronti esterni di guerra si aggiunge il fronte interno.

1949: Inflazione dello Stato

La scuola di fumo

Maestro uno e trino, classi affollate, grembiulini livellatori, disabili lasciati a sé stessi e "operatori scolastici" disoccupati: i vari partiti dell' "opinione pubblica" hanno molto da chiacchierare ed azzuffarsi. Senza, ovviamente, che alcuno abbia il coraggio di dire che il mercato non ha certo bisogno di più forza lavoro di quanta ne possa assorbire, "formata" o meno. O di ricordare che possono tranquillamente convivere keynesismi di ritorno e tagli alla "spesa sociale".

2003: L'estinzione della scuola e la formazione dell'uomo sociale

Poco lucida follia

Falchi israeliani sostengono da tempo che, per prevenire un attacco nucleare dell'Iran, occorre organizzare un attacco militare preventivo per distruggere i suoi impianti atomici. Del resto c'è un precedente: nell'81 erano stati bombardati quelli iracheni. Il 20 settembre il presidente iraniano Ahmadinejad ha ribattuto che se gli israeliani non la piantano sferrerà un attacco preventivo contro Israele per evitare il suo attacco preventivo. E' probabile che strateghi israeliani stiano studiando un attacco preventivo per evitare l'attacco preventivo iraniano per evitare l'attacco preventivo israeliano...

1951: Lode dell'aggressore

Alla ricerca della creazione

Si chiama Large Hadron Collider ed è un macchinario imponente, il più grande mai costruito, situato in un tunnel circolare sotterraneo lungo 27 chilometri. Serve a giustificare lo stipendio a qualche migliaio di ricercatori e a foraggiare l'industria, ma anche ad accelerare particelle e a farle collidere per avere dati sperimentali rispetto alle teorie sulla materia e sul cosmo. O per imbastire nuove teorie se i dati sperimentali lo richiederanno. Nel futuro della macchina c'è un esperimento mirato all'individuazione del "bosone di Higgs", che servirebbe ai fisici per spiegare l'esistenza della massa. Risulterebbe dimostrata la teoria del Big Bang, singolarità cosmica da cui sarebbe nato l' attuale Universo, come nella Bibbia. Il misterioso bosone è già stato chiamato "particella di Dio". Niente male per un mondo che si pretende scientifico.

Mal di vivere

Nel 2007 115 soldati della Guardia Nazionale e della Riserva, in servizio attivo, si sono tolti la vita. Nei primi 8 mesi del 2008 i soldati suicidi sono stati 93. Se si manterrà questa media, alla fine dell'anno si raggiungeranno i livelli della guerra in Vietnam, la più alta mai registrata. In generale, il tasso di suicidio fra i reduci di tutte le guerre americane (2,4 milioni) è il doppio di quello nazionale. Alla difficoltà di reinserimento personale si aggiunge la crisi sociale: ad agosto gli occupati sono scesi di 84.000, contro i 60.000 di luglio. Il tasso di disoccupazione è salito al 6,1%, il massimo da cinque anni, mentre gli economisti si aspettavano che restasse invariato. Gli stessi economisti che ci assicuravano pochi mesi fa che la crisi cosiddetta dei mutui era rientrata.

Oportet ut scandala eveniant

"Bene è necessario che scandali avvengano, ma guai a quell'uomo per cui lo scandalo avviene!" (Matteo, 18-7). Sessuofoba e sessuomane, questa schizofrenica società finge indignazione per la vendita dei corpi. Quando avviene, naturalmente, senza il decoro borghese della prostituzione d'alto bordo. O quando non avviene tra le mura domestiche dove si pratica la santificazione della famiglia violentando coniugi e bambini. E nessuno pensa al fatto che anche la vendita di forza-lavoro è vendita di corpo e cervello. La vera oscenità sta nei pilastri di questo sistema, ma si strilla allo scandalo solo per un po' di pelle nuda al mercato. Guai a chi non vede lo scandalo vero e si lascia prendere per il naso coi bruscolini.

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