Processo a Milosevic

Dopo due guerre mondiali e una quarantennale guerra non proprio "fredda" condotte nello stesso tempo sul campo di battaglia e sul campo della propaganda, si potrebbe pensare che il cosiddetto uomo della strada non si faccia più prendere per i fondelli dagli argomenti dei belligeranti. Invece eccolo lì a bersi anche le più inverosimili sceneggiature tese a dimostrare che l'avversario è come minimo un inviato di Satana. Persino i bambini sanno che cosa ne pensava Machiavelli del rapporto tra fini e mezzi, ma sembra che la lezione non sia servita. Specie nelle guerre civili, l'atrocità, anche se praticata in proprio, viene affibbiata all'avversario, mettersi a disquisire è già capitolare. Adesso chi perde la guerra ha già la prospettiva del processo politico confezionato. Questa moderna invenzione è venuta in auge da quando, superando di gran lunga Clausewiz sulla guerra totale, non ci si contenta più di vincere il nemico dopo che lo si è distrutto e gli si è imposta la resa senza condizioni, lo si porta anche in giudizio, con tanto di regolare processo. Quando il fine giustifica i mezzi, le prove non mancano mai, chiunque vinca o perda.

Così Milosevic è processato e con lui altri "criminali di guerra", attori sul campo del massacro balcanico. Non più in un tribunale sfacciatamente formato per la bisogna come a Norimberga, ma in un vero tribunale, libero e internazionale, come conviene ad una globalizzazione che si sta dando strumenti da governo mondiale, un potere esecutivo, uno legislativo e uno giudiziario. Per adesso le cose non sono così chiare, il legislativo è latitante. Fondo Monetario, Banca Mondiale e Organizzazione Mondiale per il Commercio hanno certamente compiti esecutivi, come la NATO, braccio militare che si chiama "atlantico" pur allargandosi al Mediterraneo e altrove. Anche il nuovo tribunale mondiale ha compiti giudiziari riconosciuti, però gli manca una legge altrettanto mondiale, che gli venga da un vero potere legislativo. Qui c'è il vuoto, perché l'ONU, che dovrebbe essere il parlamento delle nazioni, non serve assolutamente a nulla. E siccome il G8 è soltanto una consultazione periodica fra capi di stato senza compiti pratici, in mancanza di meglio dettano legge gli Stati Uniti.

Un tribunale per crimini di guerra non rischia certo di rimanere disoccupato, specie quando si fomentano nazionalismi e balcanizzazioni assassine, vere fabbriche di "criminali" che sembrano fatti apposta.

Durante la guerra del '14-18, fra i due schieramenti si faceva a gara nel denunciare il ripetuto verificarsi di ammazzamenti non consentiti dalla Convenzione di Ginevra, e si era già dato il via al ritornello sulla "barbarie" tedesca, come se dalla parte degli altri imperialismi ci fossero soltanto crocerossine. La guerra del '39-45 fu molto più ricca di spunti per i mestatori dell'horror, grazie anche ai soliti tedeschi che questa volta avevano fatto le cose in grande.

A nulla vale contestare alle opposte propagande il fatto che, da qualche parte del mondo e in tempi diversi, il difensore della moralità del momento ha sicuramente, capitalisticamente, perpetrato gli stessi delitti o anche peggio. Popoli massacrati e affamati dalla macchina da guerra capitalistica – in guerre guerreggiate fra stati o guerre commerciali o guerre civili – ce ne sono parecchi, ma naturalmente valgono solo quelli che al vincitore di turno conviene tirare in ballo. Al di fuori delle guerre regolari l'umanità capitalistica non è certo stata con le mani in mano. Gli americani nelle Filippine e nel Vietnam hanno provocato un paio di milioni di morti, ma si sono buscati solo il processo-burla e la condanna morale di Bertrand Russel. Chiang Kai-shek, forse il più grande massacratore della storia, è morto nel suo letto, rispettatissimo, dopo aver guidato l'uccisione di milioni di cinesi. Stalin non scherzava affatto eppure lo si vede sorridente nelle foto di Yalta a spartirsi il mondo con gli "amici" alleati. Le armate bianche controrivoluzionarie non facevano prigionieri e non rispettavano i civili, eppure erano la speranza dell'Occidente democratico e anticomunista mentre, lo sanno tutti, … i bolscevichi mangiavano i bambini. E potremmo continuare con le fosse comuni polacche, gli sterminii purificatori di Pol Pot, i massacri indonesiani, il milione e mezzo di morti in Algeria, le ecatombi africane, l'eterno stillicidio di morti in America Latina; e così via.

La propaganda dell'orrore funziona sempre. Il nostro uomo della strada non è che sia ingenuo: vede e magari apprezza i film americani che mostrano la propaganda televisiva come paradigma del falso, in guerra come in politica. Ma nell'era dell'interattività egli è esente da ogni interazione: assorbe. Come guarda gli spot televisivi assimilandone il messaggio e canticchiandone il motivetto musicale, così guarda le guerre mediatiche preparate da sceneggiatori e registi. Non ritiene per nulla stupido mettersi a discutere su aggressori o massacrati, su chi ha il diritto e la storia dalla sua parte o chi ha semplicemente la forza, su chi è civile e chi è barbaro. Non avverte che la questione è sempre altrove.

L'autodifesa di Milosevic ha ovviamente imboccato la via del non riconoscimento del giudizio stesso e non certo quella dell'innocenza, categoria fluida e comunque inconsistente quando si parla di stati e di statisti. Ma di fronte al tribunale dei vincitori non servirà a niente: può gridare quanto vuole "voi eravate con me quando succedevano i fatti di cui mi accusate; i vostri emissari facevano affari d'oro sulla disperazione dei popoli balcanici, fosse comuni vere e false sono sempre saltate fuori quando servivano, la pulizia etnica l'hanno fatta i serbi come l'hanno fatta tutti gli altri e la state facendo voi in questo momento". Non servirà a niente, primo perché egli è diventato un piccolissimo ingranaggio di un sistema mondiale che cerca di darsi quel nuovo ordine da tempo vagheggiato; secondo, perché ha contribuito a lubrificare ben bene l'intero meccanismo, attivandone le azioni di ingerenza nei Balcani, senza capire che non si compete sullo stesso terreno con un imperialismo che non ammette interlocutori ma solo alleati o vinti.

Il Capitale, da quando è diventato una potenza mondiale, ha sempre avuto bisogno di non lasciare l'iniziativa ai singoli capitalisti, capaci ormai soltanto di scannarsi sul campo della concorrenza ed espropriarsi a vicenda; adesso ha bisogno di passare ai singoli Stati, togliere loro la libertà interna in nome di una legge capitalistica superiore. E' ovvio che la musica è diretta dal più forte, perché è l'unico a poter mantenere l'ordine mondiale. I Balcani sono stati ridisegnati, il processo, in tutti i sensi, continua. Gli orrori "di Milosevic" sono già quotati in borsa, né più né meno di quelli "di Gheddafi", "di Saddam Hussein" e di altri che verrranno.

Rivista n. 5