La riforma delle Nazioni Unite

Il segretario generale dell'ONU, Kofi Annan, prevede di presentare un piano di riforma dell'organismo internazionale entro la prossima assemblea generale di settembre. Il dibattito è appena iniziato ed è già impantanato: l'organismo che deve riformare sé stesso non è in grado di spiegare cosa intenda per "riforma". La discussione verte sul fatto che il potere legislativo, già abbondantemente limitato dal gioco dei veti incrociati dei membri permanenti al Consiglio Generale, non ha alcuna possibilità di contare su un braccio esecutivo, vale a dire su una forza armata per far valere le varie risoluzioni che promulga. Gli Stati Uniti, che posseggono forza sufficiente per rappresentare i poteri legislativo ed esecutivo per il mondo intero a loro esclusivo vantaggio, sono piuttosto insofferenti rispetto all'uso dell'ONU da parte della concorrenza, quindi cercano di utilizzare l'organismo come una semplice tribuna per far sapere al mondo qual è la loro politica. È ovvio che vi siano conseguenze a cascata, come quella del rifiuto americano, per principio, di lasciar giudicare propri cittadini, specie se soldati, dai tribunali internazionali; o come quella del mugugno dei maggiori paesi imperialistici di fronte alla tracotanza di Washington, così ben evidenziata con la guerra irachena.

Si capisce che ogni discussione sulla riforma dell'ONU, condotta senza che si sappia in anticipo il risultato che si vuole raggiungere, è il riconoscimento di fatto che l'organismo sta girando a vuoto e che non può fare altrimenti. L'ex segretario di stato americano Talbott fa notare che, in mancanza di un organismo superiore, il predominio americano di fatto potrebbe essere di per sé un fattore di ordine e di disciplina in un mondo caotico e pericoloso. Siccome non può essere "superiore" un organismo che si auto-denuncia in quanto ente inutile, l'osservazione di Talbott è automaticamente operativa. Si spiega allora come gli organismi internazionali veramente esecutivi, come il Fondo Monetario Internazionale, l'Organizzazione Mondiale per il Commercio e la Banca Mondiale siano saldamente in mano americana e che un superfalco come Wolfowitz possa andare alla presidenza di quest'ultima senza saper nulla di economia, in funzione di mero portaordini di Washington. In ultima analisi, il potere legislativo mondiale chiacchieri pure intorno alla propria riforma, tanto per la guerra infinita serve l'esecutivo. E questo c'è.

Rivista n. 17