Ancora sull'uranio impoverito

Molti anni fa "metallo pesante", per me, era il vero genere rock, duro e cattivo. Insomma, la protesta… Ma lasciamo le divagazioni. Ho trovato molto interessante l’articolo sul "metallo del disonore" che ho letto sul vostro sito. Informazioni così dettagliate e scottanti sulle porcherie razionalizzate che caratterizzano i teatri di guerra sono una rarità. Certo, alla Tv ci parlano di missili intelligenti che sbagliano bersaglio e falciano bambini, ci presentano immagini terribili di mutilazioni, scene raccapriccianti di stragi in massa; ma tutto questo non turba più di un videogioco: la guerra è la guerra, da sempre. L'uranio, invece…

È vero, c'è montatura, però non mi basta la tavola periodica degli elementi e l'immersione tra pesi atomici e pesi politici. L'uranio impoverito non sarà più dannoso del ferro ma a mio avviso occorre tener viva l'attenzione. Non tanto sull'uranio impoverito ma sul resto. Dopo che ti hanno servito uranio a colazione, pranzo e cena ("parliamone molto, così la gente si abitua"), assimili il concetto, il metallo diventa un fantasma, non una realtà che fa paura. Non entro nel merito delle proprietà fisiche di U-impoverito, ma dove c’è U, di solito si trova anche il suo parente Pu, plutonio. Parliamone un attimo.

Il suo più importante isotopo è il Pu 239, con tempo di dimezzamento di 24.000 anni. Bombardato con neutroni, scatena la fissione nucleare. Per questo motivo viene utilizzato per armi e reattori. Il plutonio emette radiazioni alfa e si fissa nel midollo. Un grammo provoca una contaminazione letale in un’area di 500 mq. Hanno trovato sui vari teatri di guerra anche del plutonio. Voi mi direte: e allora? Cromo esavalente, bibite colorate, polveri sottili: un sacco di cose fanno male alla salute. Ma 24.000 anni! Non c’è cromo che possa ammazzare così a lungo. Si sta riempiendo il mondo con la merda nucleare. E si pretende che la gente beva la favoletta del progresso e della qualità della vita. Funziona persino, questo è spaventoso. Quando la macchina del capitalismo arriverà alla rottura totale, a n+1, ce la dovremo sbrigare con quella merda per 24.000 anni.

Sull’argomento c'è un sacco di documentazione in giro, tanto che chiunque potrebbe scriverci un trattato. Ma verrebbero fuori trattati di opinioni, diversi l'uno dall'altro. La realtà è che l'uranio e i suoi parenti non fanno più paura, nonostante tutto. Ci stanno dicendo che dobbiamo abituarci a convivere con la merda radioattiva. Perciò vi racconto una storia… [segue la storia del sito di Hanford, negli Stati Uniti, dove si produceva plutonio 239 per scopi bellici; una delle aree più inquinate del mondo, esempio eclatante di rovina permanente degli ecosistemi, di deliberata infrazione delle leggi, di guadagni facili, ecc.].

Attraverso la cosiddetta informazione cercano di innestare nel nostro quotidiano dei messaggi subliminali per familiarizzarci con una realtà che fra poco non sarà troppo diversa dagli scenari fantascientifici del dopo-catastrofe.

E la cosa fa paura.

 

Alla fine di una nostra recente riunione pubblica sulla guerra in Iraq, intervenne uno dei presenti per far notare che nella prima guerra del Golfo e nell'ex Jugoslavia gli americani avevano fatto largo uso di proiettili di uranio impoverito provocando malattie e inquinamento. Ci chiese quindi cosa ne pensassimo. Rispondemmo con gli argomenti che hai trovato sull'articolo che citi (n. 3 della rivista). Per nulla convinto, il nostro interlocutore si lanciò in un'appassionata e indignata denuncia elencando tutti i luoghi comuni che circolano, facendo un sacco di storie, gridando e interrompendo la riunione. Normale.

Di fronte a disastri immani provocati dal capitalismo, a volte l'attenzione si focalizza spesso su particolari insignificanti. Chiediamoci perché. Nel caso della prima guerra del Golfo, tutti ricordano il povero cormorano incatramato, poi l'uranio impoverito. Gli americani avevano perpetrato uno sterminio sistematico delle truppe irachene in fuga e la guardia repubblicana irachena aveva represso nel sangue la rivolta sciita, ma come simboli di quella guerra s'imposero il cormorano e l'uranio. Chi conduce le campagne mediatiche studia appositamente, per utilizzarli al meglio, i meccanismi di risposta irrazionale provocata nella gente da un sistema sociale perverso. I pacifisti e gli ecologisti lo sanno benissimo e utilizzano le stesse tecniche del presunto avversario. La loro critica non si muove di un millimetro dall'interno del sistema criticato, quindi è ipocrita.

Dell'uranio impoverito non diremo di più rispetto all'articolo che hai letto: è un materiale usato anche per scopi civili e non è certo una delle più importanti cause di morte, in guerra o altrove. Non ci risulta che sia stato rinvenuto plutonio ma siamo sicuri che, se fosse stato davvero usato, gli isterici addetti alle contro-campagne mediatiche avrebbero strillato fino a farsi sentire sulla Luna. Hai ragione quando dici che, con la mole di documentazione esistente, chiunque potrebbe scrivere un trattato e sparare un'opinione. Abbiamo visto, su periodici che si rifanno al marxismo, degli articoli che tentavano di dimostrare il contrario di quanto sostenuto da noi. Avranno copiato su qualche sito ecologista. Da parte nostra, abbiamo scritto l'articolo basandoci sulle proprietà fisiche dell'uranio impoverito e non su leggende metropolitane. Un fisico nucleare l'ha controllato prima della pubblicazione e un altro fisico ci scrisse, una volta pubblicato, che l'avrebbe voluto scrivere lui. Nessuno dei due era stato reclutato negli opposti eserciti fondamentalisti e l'atteggiamento è stato quello di chi parla di fisica e non di religione.

È vero che la società nuova erediterà molta merda capitalistica ed è anche vero che non dobbiamo lasciarci prendere dall'assuefazione rispetto alle porcherie di questo sistema. Sono due buone ragioni per non rimanere invischiati nelle schiere dei partigiani dell'esistente. Il processo rivoluzionario sarà tanto più accelerato quanto più sarà possibile strappare gli individui all'omologazione indotta scientemente nel corso della guerra mediatica. Non per nulla l'articolo sull'uranio impoverito era collocato nella rubrica "Spaccio al bestione trionfante", da noi introdotta in ricordo dell'odio di Giordano Bruno verso il luogo comune e la pedanteria.

Rivista n. 17