Ribadire ai giovani la necessità del partito

Sto leggendo tutti gli articoli della serie "Il programma rivoluzionario immediato" che avete messo sulla Home page del vostro sito. Un lavoro enorme, che fa riflettere. E che però fa anche venire in mente, a proposito di anticipazioni della società futura già presenti in questa, che se il capitalismo riesce ad ibridarsi in questo modo, potrebbe durare dannatamente a lungo. A meno che, aggiungo, le contraddizioni sociali che tutto questo determinerà non esprimano una forza politica in grado di ricollegarsi al marxismo. La serie, così come è presentata, può far pensare che l'evoluzione capitalistica odierna, la realizzazione di forme economiche sempre più vicine al socialismo, sia una soluzione alle contraddizioni del sistema. Da questo punto di vista ho trovato interessante l'articolo sull'agricoltura, dove si afferma che l'intera produzione agricola è uscita dal ciclo classico del capitalismo e si configura ormai come un servizio sociale, al pari della sanità e della scuola. Dunque una società in grado di eliminare le contraddizioni più gravi del capitalismo sarebbe possibile? Anche senza l'intervento del proletariato rivoluzionario sotto la guida del suo partito comunista? So benissimo che non pensate questo, ed è evidente da vostri testi che si trovano sul sito, ma una volta mi avete scritto che l'intervento della classe e del partito è una questione di accelerazione storica, perché, comunque sia, la società non può che marciare verso il socialismo, è solo una questione di tempo (lo stesso concetto sembra sia stato utilizzato dall'IC nel contesto delle rivoluzioni nazionali, al II Congresso). Mi sembra che domande di questo tipo meritino una risposta, non tanto a me che so come la pensate, ma ho visto facce giovani alla vostra ultima riunione e credo che sia difficile riprendere il filo interrotto senza ribadir loro la necessità del partito.

 

Proprio perché le anticipazioni sono tante e visibili, non si può parlare di semplice evoluzione del sistema, bensì di andamento catastrofico. Nella riunione da te ricordata è stato chiarito che lo schema di rovesciamento della prassi – che ha come fulcro proprio il partito – è uno schema di catastrofe. La formazione di settori che vivono esclusivamente sulla ripartizione del plusvalore prodotto dalla classe operaia è sintomatica e non va interpretata assolutamente come "avvicendamento" di due modi di produzione. Tutt'altro: sono proprio le misure che il capitalismo adotta per guarire dalla proprie contraddizioni che spostano le contraddizioni stesse ad un più alto ed esplosivo livello. La questione dell'accelerazione storica va intesa come paradosso, lo stesso che usa Lenin contro Kautsky in critica alla teoria del superimperialismo: il capitalismo è una società che avanza verso una società che è la sua negazione; il comunismo è questa dinamica verso un limite conosciuto. Ma molto prima che si possa giungere vicino a quel limite scatta la catastrofe sociale, la storia ne è accelerata, il proletariato insorge, il partito da organo politico di una classe contro partiti di altre classi diventa l'organo dell'intera specie umana. Quanto, prima? Questa è l'incognita, ma la teoria non ne è invalidata.

Rivista n. 18