Terremoto

Magnitudo 5,8, 298 morti, 1.500 feriti, 65.000 sfollati, 170 campi di tende, 50 comuni colpiti, danni non valutabili in denaro. In una delle zone più sismiche della Penisola, di prevenzione nemmeno a parlarne. Non è che sia semplicemente "costosa" e quindi evitata: è che il Capitale vuole plusvalore subito e la prevenzione non lo produce. In una casa nuova i criteri antisismici si possono anche far pagare come sovrapprezzo e comunque non sono stati adottati; ma per tutto il patrimonio abitativo esistente la ristrutturazione è un costo e basta. L'investimento in prevenzione per un terremoto che potrebbe non venire mai per il Capitale è un controsenso. Molto meglio lasciar distruggere e ricostruire. Non c'è bisogno che qualcuno lo "faccia apposta", basta e avanza il normale criterio del profitto. Dove invece si sente puzza di bruciato è in episodi come quello della riunione della Commissione Internazionale dei Sismologi all'Aquila, durante la quale è venuto alla luce che gli istituti di sismologia americani e giapponesi avevano misurato rispettivamente una magnitudo di 6,2 e 6,3, mentre il 5,8 ufficiale del governo è assai sospetto, dato che al di sotto del 6,0 il contributo dello stato passa dal 100% al 33%. Ora la città vecchia sarà sventrata e ricostruita perché ben poco è recuperabile con i criteri capitalistici; in compenso sorgerà una città nuova per gli sfollati. Doppio investimento, profitto assicurato per anni.

Rivista n. 25