Dite che questa crisi non passerà?

Trovo un po' eccessivo il vostro ottimismo rivoluzionario sull'irreversibilità di questa crisi che considerate non congiunturale ma "cronica". Non c'è in vista alcun cambiamento nei rapporti di classe e, nonostante le generose manifestazioni, con violenze, morti e feriti, nessun partito rivoluzionario è in formazione.

 

Molti (quasi tutti) continuano a parlare di "questa crisi", come se ce ne fossero diverse e continuasse il solito tran-tran di cicli sviluppo-congiuntura (Non è una crisi congiunturale, n. 23 della rivista). In realtà dagli anni '70 in poi la crisi è cronica e i cicli sono misurabili con altri parametri: per esempio nella società non c'è più abbastanza plusvalore da ripartire fra le classi proprietarie e si è incominciato a intaccare il "reddito", cioè il risparmio, cioè quella parte del valore (p+v) che viene alienata provvisoriamente per fungere da capitale. Con obbligazioni (cfr. art. Parmalat. n. 13), mutui, carte di credito e assicurazioni, si sta raschiando il barile. "Rubano persino i risparmi delle vecchiette", come abbiamo scritto (cfr. Case che salvarono il mondo nel n. 7). Tutto ciò rappresenta un'anomalia capitalistica, per cui non è più possibile parlare di "capitale finanziario" come ai tempi di Lenin (cioè capitale di capitalisti raccolto dal sistema creditizio per i grandi investimenti in ferrovie, telegrafi, grandi flotte, ecc.). Non è più possibile nemmeno parlare di "capitale parassitario" come ai tempi di Togliatti (ombra di Stalin), come se ce ne fosse uno "sano e produttivo". Perciò la speranza dei borghesi è infondata, il coma capitalistico è davvero irreversibile. Tutto ciò non ha nulla a che fare con lo spettro del "superimperialismo" che alcuni ancora si ostinano a evocare contro chi parla della resilienza di questo sistema rispetto alla sua malattia senile. Nell'epoca del capitale autonomizzato i parametri classici, come i famosi cinque punti di Lenin da noi analizzati nel n. 5, vanno letti da un geriatra, non da un pediatra.

Rivista n. 30