Lessico d'antan

Egregi bordighisti atipici, ma che diavolo avete combinato? Non potevate scegliere un nome come tutti gli altri? Va bene che Battaglia, Lotta, Rivoluzione, Programma, Organizzazione e Partito comunista c'erano già, ma potevate scegliere "Pugna comunista", come suggeriva il vostro papà spirituale aggiungendo: "ricorderà le Termopili". Come potremo noi, poveri mortali, abituati agl'ismi di ogni sorta, coniare un termine che vi descriva? Converrete con me che "ennepiuunisti" non suona bene e, conoscendovi, mi sa che l'avete fatto apposta. Comunque non sono qui per quisquilie del genere, che peraltro ho già affrontato in innumerabili messaggi elettronici riguardo al nome, alla sostanza e alla hybris di definirvi parte della vetusta Corrente, come se fossero ancora vivi i vostri antenati politici.

Ah, ecco un primo termine che volevo stigmatizzare: politica, sostantivo femminile da cui politico, sostantivo e aggettivo, ecc. Lasciamo perdere l'etimologia della parola ché ci porterebbe lontano, soffermiamoci sull'uso quotidiano che ne fate, spargendola come prezzemolo. Perché? Forse perché è comodo. Il pensiero politico. Il politico. La concezione politica. La politica tout-court. Addirittura la rivoluzione politica. Sporca politica. Suggerisco di eliminare la parola dal vocabolario… politico. Essa ha il futuro segnato. Ha il solo compito di morire. Odio la politica e il suo lessico, intrinsecamente disgustoso, stomachevole, inascoltabile, come gli odori e i rumori di alcuni fenomeni metabolici del nostro corpo. Bisogna sentire un sottocorticale fastidio per le oscenità, istituzionali o meno, della politica, da non confondere con il giovanile disinteresse/abdicazione/rifiuto che poi non è altro che scimmiottamento tramite consumate formolette pseud'anarchico-trasgressive. Licenziamo la politica come se l'avessimo assunta a tempo determinato. Non si vede come possa estinguersi lo Stato senza che si estingua l'economia politica con la res publica la religione, la squola. Quest'ultima fatta morire in un sano articolo di ennepiuuno, che siate benedetti. Sì, schola deve morire, ché dopo Quintiliano è altro, ben più istituzional-organizzato del greco ?????.

Destra e sinistra sono, nelle Vostre pagine, parole meno comparenti, ma via, eliminare anche quelle, meri segni di divisione in consorterie d'interessi organizzati che sarebbero organizzati anche senza il parlamento, che poi è il tempio in cui recita messa l'odiata politica. Via dunque, augurando la fine minacciata da Mussolini il Duce nel noto discorso del gennaio 1925 che, per quanto attiene alla vilissima materia parlamentista è da considerare tecnicamente liberatorio. Proprio vero è che il peggior prodotto del fascismo è l'antifascismo, difensore di tutto lo sterco sociale che persino la borghesia ha dovuto buttar via. Ricordo ancora l'adunata al Parco Lambro (o altrove? La memoria, data l'età, non è di ferro) dove migliaia di giovani manifestavano il loro orgoglio antifa. L'antifascismo riesce ad esistere anche se il fascismo non c'è più. Naturalmente quello in camicia nera, perché l'altro ha vinto alla grande. Il partito fascista è trasversale e universale, una potenza anonima e tremenda come la rivoluzione e il suo complemento, la controrivoluzione.

E vi scandalizzerò, giunti alla parola partito, dato che vorrei buttar via anche quella. Come ben risulta dai "serrati dibattiti" del 1925-26, sarebbe da chiarire di cosa si discutesse, se della sopravvivenza di un cadavere che aveva compiuto il suo percorso dalla gloriosa nascita a Livorno fino al sopravvento della fogna politica (e dài) o della possibilità di organare quel che rimaneva per passare il testimone ai posteri. Partito da parte, uno spicchio di qualcosa, in parlamento o altrove. Lessico d'antan, trovata ottocentesca o forse più vecchia ancora che fa il paio anche con destra e sinistra. D'accordo, anche i nostri erano frazione, prima astensionista e poi comunista, ma per diventare… non parte ulteriore, ma organo della classe ché, correggetemi se sbaglio, la nostra dottrina scientifica rappresenta l'umanità intera, categoria ad un livello un po' più elevato che non il mulino a chiacchiere. Chiamare partito quello che nella nostra cosmologia fondante è il veicolo traghettatore della specie umana dal regno della necessità (quello delle bestie) al regno della libertà (quello degli uomini) mi sembra riduttivo, povero, inadeguato. Le cosmologie più antiche non facevano questo errore di linguaggio, bisogna arrivare ai Greci per trovare degli dei che litigano prendendo partito per questo o per quell'altro. Bisogna arrivare alla famiglia monogamica, patriarcale, proprietaria. Bisogna arrivare allo stato per avere degli dei così meschini.

Ne ho già parlato in altra missiva, ma a costo di tediarvi, voglio ancora ricordare l'atteggiamento del partito, anzi del Partito alla fondazione ufficiale della Fondazione Amadeo Bordiga. Parte della parte (cioè parte del milieu bordighista), esso rivendicava paternità della Fondazione in quanto erede legale universale. Il bello è che erano presenti i rappresentanti delle altre parti, se non sbaglio anche voialtri (ah, già voi non vi considerate parte della parte), e non ho sentito controbattere. Mi sa che ognuno di quelli avrebbe fatto esattamente quel che si stava facendo se solo ne avesse avuta la possibilità. C'era di che far rizzare i capelli in testa, banalità pseudoculturali e nessuno ha detto beh. Eppure, anche se non ne andava di mezzo la linea d'azione rivoluzionaria per il Millennio a venire, qualcosa poteva essere detto, qualche pellegrino in cerca di illuminazione poteva esserci, io per esempio. Ma quello che più mi colpisce è che uno stranoto passo del Manifesto recita che i comunisti sdégnino di nascondere le proprie idee.

Avrei da dire anche sull'uso di altri termini, come ad esempio "opportunista", quando nelle sue Tesi la Sinistra spiega bene che non si tratta di giudizio morale ma di influenza materiale dovuta a spinte materiali. Ricordo solo a tutti quanti le parole di Platone: "Riconosciuti come peccatori senza rimedio, un giusto destino li precipita nel Tartaro da dove non escono mai più". Vedremo.

 

Grazie per il ripasso. Per il contenuto è come se c'invitassi a nozze: è da tempo che sosteniamo la necessità di una ripulita del linguaggio. È anche esatto dire che nel milieu s'è dimenticato qualcosa rispetto al programma della "vetusta" ma pur giovane corrente. Pur riconoscendo che c'è chi non demorde e rimane sulla breccia, ci sembra che nessuno faccia un lavoro simile a quello di Bordiga. Noi tentiamo.

Rivista n. 40