Collana di testi sul partito

Presentazione (2021)

Nel dicembre 1969 il Partito Comunista Internazionale pubblicò il primo volume di una collana di scritti significativi prodotti dalla Sinistra Comunista "italiana". Il volume comprendeva Tracciato d'impostazione e I fondamenti del comunismo rivoluzionario, due testi che rappresentavano bene la rottura con la reazione staliniana, e un taglio netto anche con coloro che stalinisti non erano ma si muovevano in realtà sulle stesse basi contribuendo alla confusione politica dell'epoca.

Il Tracciato d'impostazione fu il manifesto con il quale, nel luglio del 1946, riprese ad uscire la rivista Prometeo, fondata nel 1924 a cura della Sinistra del Partito Comunista d'Italia. Nata per dare voce al Partito, in cui la Sinistra aveva ancora la maggioranza dei voti congressuali, era stata però stroncata dopo pochi numeri dal Centro, allineato con Mosca, in cui l'Internazionale Comunista – ormai scivolata verso l'opportunismo – riponeva la sua fiducia.

Il testo del 1946 era presentato da poche parole che sottolineavano come fosse indispensabile – di fronte al ciclo rivoluzionario iniziato nel 1917 e chiuso un decennio dopo – inquadrare con intransigenza il passato per non ripetere gli errori commessi. Non era un programma contingente ma una affermazione storica del programma invariante anche a distanza di decenni, non una premessa scritta una volta per tutte ma un riepilogo da porre come nuovo inizio e, insieme, come percorso e come traguardo. Infatti, nel 1946, era plausibile per i proletari, anche se non probabile per la Sinistra, una ripresa dello scontro di classe che avrebbe riaperto il grande ciclo chiuso alla metà degli anni '20.

I fondamenti del comunismo rivoluzionario uscì sul periodico del partito, Il Programma Comunista, nei numeri 13-14-15 del 1957. Si trattava del rapporto a una riunione generale del partito in Francia. Fondamenti: perché anche in questo caso si confermava la necessità di una linea invariante nell'affrontare le situazioni contingenti da cui gli opportunisti ricavano invece la tattica. Nulla si concedeva sul piano della strategia rivoluzionaria, che è quella cui si deve riferire la tattica, mentre si ribadiva il tema collegato delle "armi" da usare: il Partito (rivolto al futuro) e lo stato (rivolto ai residui del passato). Come corollario, l'atteggiamento da tenere nei confronti di quelle forze che, pur criticando l'opportunismo classico, concedevano spazio al principio democratico, ai fronti comuni e a prospettive di comunità locali autogovernate (consigli, ecc.), basate, peggio che mai, su scalate alla proprietà collettiva delle fabbriche.

Il secondo volume della collana, In difesa della continuità del programma comunista, uscì nel giugno del 1970, con ampi commenti che ripresentavano testi fon­damentali della Sinistra Comunista dal 1920 al 1966. Il grande arco di tempo coperto dai testi dimostra una volta di più la dinamica invarianza/trasformazione. Infatti, ci troviamo di fronte a lavori che sono nello stesso tempo esperienza storica, quindi del passato, ma confrontati con il cambiamento intervenuto e in parte ancora in corso, quindi riguardante il futuro.

Il terzo volume, Elementi dell'economia marxista, uscì nell'aprile del 1971, con il testo che dava il titolo al libro e tre lavori di supporto nei quali si dimostrava come lo studio dell'economia non fosse un qualcosa di indipendente dalla politica rivoluzionaria ma fosse strettamente connesso in una concezione globale. Come si può fare scienza studiando materie che abbondano di riferimenti qualitativi, a prima vista non trattabili con il metodo scientifico che è il mondo del numerabile, quantificabile, misurabile? La critica all'economia politica, la tattica rivoluzionaria, l'effetto sociale di milioni di uomini in lotta, l'influenza del partito rivoluzionario, ecc. sono tutti esempi di campi trattabili scientificamente solo se rapportati a criteri non qualitativi o, meglio, a criteri qualitativi resi leggibili da elaborazione quantitativa.

Trattare grandezze quantitative misura­bili, si dice negli Elementi, è di particolare importanza nella ricerca scientifica perché il fine di ogni scienza è l'esposizione sistematica di fatti o fenomeni acquisiti nella nostra esperienza, in modo da evidenziare le relazioni tra i fatti stessi. Tutte le volte che stabiliamo l'invarianza di queste relazioni all'interno di gruppi omogenei, siamo di fronte a una legge scientifica. Affinché le grandezze siano quantitative, misurabili, occorre che siano riferibili a grandezze note in precedenza. Per fare un esempio: avevamo la percezione fisica dello spazio e la cognizione astratta del tempo, ma non sapevamo ancora che la relazione fra queste due grandezze è una legge fisica finché non le abbiamo quantificate, riuscendo quindi a calcolare la velocità. Non è una questione di lessico: lo spazio e il tempo sono trattabili in una relazione solo se li si quantifica in metri e secondi; solo allora si potrà notare che dividendo lo spazio per il tempo si ottiene la velocità (v=s/t) e che la legge sottesa è valida sempre e ovunque nell'universo. Non tutti i fenomeni sono rapportabili a leggi precise, cioè scientificamente comprovate, ma il possesso del metodo ci permette di approssimare per via sperimentale con precisione soddisfacente.

I titoli dei lavori citati sono di per sé stessi indicativi: oltre allo studio che dà il titolo al volume, Elementi dell'economia marxista, furono inseriti Il metodo del Capitale e la sua struttura (del 1969),Sul metodo dialettico (1950) eComunismo e conoscenza umana (1952). Il testo specifico degli Elementi richiede alcune note interessanti sulla sua genesi: composto a Ponza nel 1929 come traccia di studio per uno dei corsi che i confinati autoproducevano, fu pubblicato una prima volta a puntate su Prometeo dal 1947 al 1950. La peculiarità dei testi pervenuti dal tempo del confino sta nel fatto che Bordiga e Gramsci avevano elaborato un metodo di lavoro particolare: esponevano le materie "sensibili" l'uno adottando il metodo e le posizioni dell'altro. Parte di questi appunti è stata pubblicata nel numero doppio della nostra rivista n. 15-16 (Sulla teoria della conoscenza).

Dopo l'impostazione generale e fondamentale, dopo la difesa del programma, dopo gli elementi economici e qualitativi ("filosofici"), in una serie di testi compresi nel trentennio 1920-1951, un quarto volume affronta organicamente e direttamente la questione dei rapporti fra Partito e Classe nella dottrina marxista. Nell'Appendice se ne trae anche una illustrazione visiva in contrapposizione a tutta la varietà di ideologie presenti nella nostra epoca, soprattutto quelle che si appropriano indebitamente delle categorie "marxiste".

Ai primi quattro volumi ne fecero seguito altri due: il quinto, una notevole glossa al poco compreso libro di Lenin sull'Estremismo e, di fronte agli sbandamenti opportunistici, una necessaria Organica sistemazione dei principi comunisti.

Un settimo volume, intitolato Classe, Partito e Stato nella teoria marxista, affronta il grave problema della funzione dello Stato nel corso della transizione di fase dal capitalismo al comunismo.

Ricostruire la storia della necessità di questi volumetti è importante e semplice nello stesso tempo: l'immane catastrofe controrivoluzionaria ha preso forme decisamente individuabili e ciò rende agevole il riconoscimento del comunismo o della sua caricatura. Ma l'abisso in cui è precipitata l'umanità intera mistifica forme e contenuti, storia e memoria, per cui diventa facile, per una fonte di contagio al momento senza vaccino, infettare l'ambiente che si forma con tanta fatica in una società socialmente guasta.

La chiave di lettura non sta evidentemente nel contenuto ma nell'epoca in cui il materiale che stiamo presentando è utilizzato. Il fatto che esso possa contemporaneamente essere sussidiario e fondamentale può sembrare una contraddizione, ma ricordiamo che si trattava di scritti usati come armi da battaglia in tempi in cui davvero c'erano "le masse" in movimento, dei partiti bene o male alla loro testa e un'Internazionale che avrebbe dovuto coordinarli.

Bene o male, quasi sempre male, per cui, già allora, era perennemente necessario disinquinare.

Quindi testi sussidiari, di supporto a quanto stava accadendo alla scuola storica, in una situazione in cui era coinvolto forse un miliardo di persone. Antibiotici contro il batterio dell'opportunismo. Ma per noi che li leggiamo oggi, pur al di là della loro funzione "antibiotica", sono soprattutto testi fondamentali. Più di allora, dato che ci insegnano anche come districarci nel labirintico edificio dell'opportunismo, nel frattempo alimentato e cresciuto in campo proletario.

Naturalmente le vittorie e le sconfitte nelle rivoluzioni non dipendono dai libri che si leggono o meno. Ma siamo in epoca controrivoluzionaria, un'epoca che si dovrebbe distinguere come fase della preparazione allo scontro. Verrà il tempo in cui sarà necessario mettere a frutto ciò che abbiamo imparato dai libri e verrà quello in cui bisognerà scriverne di nuovi per progettare il nostro futuro, anche sulla base delle anticipazioni rilevate, studiate e capite. I sette volumetti che raccogliamo in una collana apposita ci aiutano nel corso di questo lavoro.

Collana di testi sul partito:

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