Studenti, giovani!

13 dicembre 1994

Le vostre recenti agitazioni hanno dimostrato in modo significativo un malessere sociale che va ben al di là della semplice critica alla politica di un ministro, del rifiuto di tasse troppo alte o del vostro coinvolgimento nelle interessate politiche dei partiti e dei sindacati che vi hanno adoperato in funzione antiberlusconiana.

L'umanità conduce sotto il capitalismo una vita senza senso cui non si sottrae nessuna classe. Ma, se chiamiamo "alienazione" la separazione del lavoratore dal prodotto del suo lavoro, come possiamo chiamare la separazione del giovane dal suo futuro, che si presenta senza un lavoro decente o senza lavoro del tutto?

Giustamente vi siete ribellati a tale prospettiva rifiutando falsi modelli "culturali" inculcati dalla scuola, dai mass media, dalla famiglia, dalle classi che vi vogliono docili strumenti nelle loro mani, macchine da consumo di merci e di idee. Perché la patinata ideologia del denaro e del successo si scontra con i fatti: vi sono ben pochi praticanti della religione edonistica contro moltitudini di tagliati fuori. La spontanea individuazione di queste contraddizioni alimenta la vostra ribellione e questa sta alla base di fenomeni quali la nascita e la diffusione di episodi legati alla negazione della proprietà privata come l'occupazione degli immobili per i centri sociali, l'occupazione delle scuole, la proliferazione degli hackers ecc.

Il guaio è che la gioventù non è una classe, e neppure gli studenti, i quali non hanno mai avuto né potranno avere una storia o una tradizione storica autonoma: essendo elementi che provengono da tutte le classi, essi sono fatalmente destinati a seguirne le sorti. Per questo il fallimento è inevitabile quando coloro che si mettono alla vostra testa vi fanno scimmiottare le "rivendicazioni" e il sindacalismo operai, la politica e gli atteggiamenti parlamentari, quando vi fanno esaltare le particolarità locali (scuola, quartiere), separate ma da "coordinare" tramite rappresentanti democraticamente delegati. Come in parlamentini che riproducono perfettamente il cretinismo parlamentare classico!

I veri problemi che vi hanno portato a migliaia nelle piazze e nelle scuole occupate non si risolvono con il piagnisteo di coloro che hanno perso le elezioni grazie alla democrazia da loro stessi idolatrata, né con l'accampare un inesistente "diritto allo studio", né con il rispolverare un'improbabile Resistenza.

Quando i proletari scioperano, essi bloccano la creazione del plusvalore su cui vive l'intera società; quando scioperano gli studenti, questo non succede. Per questo la vostra lotta non è genuina quando assume aspetti "rivendicativi". Essa può diventare realmente significativa e dirompente soltanto criticando continuamente se stessa per diventare critica radicale della società capitalistica, prendendo come bersaglio gli attuali rapporti di produzione e non i loro effetti quotidiani.

Conferenza pubblica a...

Volantini