Echo e i programmi fasulli (34)

Il famoso satellite Echo di cui ci siamo più volte occupati nell'autunno dell'anno scorso, è oggi ancora visibile anche nel cielo italiano.

La storia è interessante. Lo lanciarono gli americani con una tecnica ben riuscita. Un involucro di plastica pieghettato come un palloncino alla veneziana del peso di soli 61 Kg fu messo in orbita chiuso in un piccolo involucro di alluminio che si aprì a grande altezza, nello spazio vuoto, e una modesta carica di gas interno gonfiò la sfera fino a un diametro di 30 metri. L'altezza era di circa 1.500 chilometri e l'orbita quasi circolare. Il satellite doveva essere usato come punto di appoggio per trasmissioni radio tra punti lontani della Terra e lo fu per alcune riuscite conversazioni telefoniche.

Quando il grosso corpo riceve i raggi solari e si trova sull'orizzonte di un luogo della Terra nel quale è già notte, esso è visibile ad occhio nudo come una stella di prima grandezza, che corre nel cielo velocemente tra le costellazioni dei soliti astri.

Il fatto originale è che, giusta il progetto, Echo doveva vivere poche settimane, perché si era certi - dagli esperti - che le meteore lo avrebbero forato ed afflosciato, in modo che sarebbe rimasto in orbita ma invisibile.

Echo si è beffato dei progetti dei programmi e dei calcoli degli scienziati che lo hanno creato e dopo un anno è sempre lì. Una notizia americana spiegava che forse le radiazioni solari lo hanno ancora inturgidito, e che per anni e anni non cadrà più dato che le famose meteore o non ci sono o sono molto più rade di quello che si credeva e i satelliti hanno probabilità minime di incontrarle sul loro cammino.

Dalla prima decade di agosto Echo è visibile da noi. Ne ha dato notizia il noto osservatorio Bendandi di Faenza, con un orario non del tutto esatto; comunque nel caso del famoso satellite pallone il periodo orbitale non è diminuito ma cresciuto: al lancio era di due ore meno due minuti, ma oggi come il Bendandi può verificare non è più tale, ma di due ore e sette minuti. Con tale cifra si verifica il ritardo tra le due apparizioni serali, in giorni successivi, che il comunicato indicava bene in circa 43 minuti.

Chi vuole vedere lo splendente Echo lo attenda dopo il tramonto verso Ovest, passerà tra la stella Arturo di Boote e l'Orsa maggiore e si dileguerà verso Est toccando lo zenit tra la Lira e il Cigno.

Il secondo passaggio è dopo due ore e sette minuti, ma sempre partendo da Ovest piega più verso Sud, durante esso Echo si spegne, perché entra nel cono di ombra terrestre e non riceve più i raggi solari.

La sera dopo lo si riattenda dalla stessa parte ma con circa quaranta minuti di anticipazione. La brillante osservazione è alla portata di tutti, e non di una ganga di esperti. Per questo forse la pubblicità è poca, e lo presero per un disco volante. Lo si può seguire fino a una ventina di minuti, alla prima apparizione.

Da "Il programma comunista" n. 16 del 1961

La cosiddetta conquista dello spazio