Numero 129, 18 giugno 2008

Fame, crisi e speculazione

Abbandonato il mercato immobiliare, ora gli speculatori finanziari imperversano su cibo e petrolio. I traders giocano d'azzardo sui prezzi delle derrate alimentari di là da venire - i cosiddetti future - e provocano l'aumento dei prezzi a ritmi mai visti. L'agrobusiness, d'altra parte, è in mano a sei grandi multinazionali (il famigerato Cartello del Grano), che in questi mesi di scarsità e rialzo dei prezzi delle materie prime agricole hanno visto i propri profitti salire alle stelle. Sull'altro versante aumentano a dismisura la fame e le rivolte dei dannati della terra. L'edificio di idee e certezze fondato su più di due secoli di capitalismo non può nascondere la realtà del "progresso" borghese. Ve lo ricordate Marx a proposito della sovrappopolazione relativa? Una forma sociale che sia costretta a mantenere i propri schiavi invece di sfruttarli è destinata a perire. Oggi il capitalismo non riesce nemmeno più a mantenerli.

2001: L'uomo e il lavoro del Sole

Citazone integrante

" 'Approfittate dell'aumento dei prezzi delle derrate alimentari'. E' lo slogan ideato dalla banca belga KBC per pubblicizzare un nuovo fondo d'investimento indicizzato sul costo di grano, caffè, zucchero, mais, soia e cacao. Mentre il rincaro dei prodotti agricoli è causa di sommosse nei paesi più poveri, l'importante istituto di credito promette il 14 per cento di rendimento a chi pensa di trarne vantaggio" (da Panorama, 5 giugno 2008).

Il cibo mineralizzato

Sono praticamente spariti coloro che fino a non troppo tempo fa sostenevano che per salvaguardare l'ambiente è necessario aumentare la produzione di carburanti ricavati da "fonti rinnovabili". Che suggerivano di comprare l'olio di colza al supermercato per scolarlo direttamente nel serbatoio dell'auto. Secondo Stefan Tangermann, direttore Ocse per il Commercio e l'Agricoltura: "I biocarburanti non sono la soluzione del problema energetico né del cambiamento climatico del globo. Sono generalmente costosi e rappresentano la metà dell'aumento dei prezzi dei cereali avvenuta dal 2005 al 2008 (l'altra metà dipende dal greggio alle stelle, dollaro debole e domanda asiatica in aumento)". Marx previde esattamente che l'umanità sarebbe stata sempre più ridotta a macchina. Oggi essa non riesce a soddisfare il proprio bisogno di cibo, che è trasformato in carburante. Se dura il capitalismo, succederà come nel film Matrix, dove sono gli uomini stessi ad essere carburante delle macchine.

2007: Perché i biocarburanti affameranno il mondo
2008: Piccolo bilancio sui biocarburanti

Alla faccia del progresso

Una società anacronistica, dove si lavora più che nel medioevo, porta alla tomba milioni di esseri umani, stremati da un'insensata produzione di merci. A fianco degli interventi per l'aumento del plusvalore relativo (aumento della produzione di merci per unità di tempo) il capitalismo è costretto ad intervenire anche sul piano del plusvalore assoluto (prolungamento della giornata lavorativa). La UE ha assecondato questa tendenza spontanea con una deroga al tetto delle 48 ore settimanali di lavoro. Se essa verrà votata a Strasburgo l'orario potrà essere portato a 60 ore settimanali, per alcuni lavori a 65 e in casi particolari a 78. Tutto questo... con il consenso del lavoratore, s'intende! (Provate a misurare la forza contrattuale di un precario). Intanto lo sterminio sistematico per eccesso di lavoro inflaziona le fredde rilevazioni statistiche: 2.200.000 morti all'anno nel mondo.

Le leggi speciali

Stefano Rodotà, specialista in lamentazioni, paventava su Repubblica gli effetti dei provvedimenti berlusconiani su rifiuti e immigrazione clandestina: "Contraddizioni, difficoltà di funzionamento, smagliature, non possono far sottovalutare la creazione di un modello di governo della società che ha tutti i tratti della "democrazia autoritaria"; centralizzazione dei poteri, abbattimento delle garanzie, restrizione di libertà e diritti, sostegno plebiscitario. Si affrontano questioni dell'oggi, ma si parla del futuro. Si coglie la società italiana in un momento di debolezza strutturale, e si modificano le condizioni dell'agire politico". D'accordo, è così, e allora? Il piagnisteo dei democratici si risolve sempre con la solita retorica sulla difesa della democrazia e della costituzione. Ma è proprio con la democrazia e la costituzione che i vari Mussolini, Hitler e Berlusconi vi hanno sempre fottuto!

1921: Il principo democratico
1946: Forza, violenza, dittatura nella lotta di classe

La scuola nei due mondi

Libera dall'ossessione dell'ideologia e della crescita, la specie umana potrà sbarazzarsi anche della scuola, la quale oggi non è che uno strumento per saldare le idee al mercato. La Cina, con una crescita annua del PIL intorno al 10% da anni, ha un sistema rigorosissimo di selezione scolastica. Ad esso gli studenti si sottomettono docilmente pur di ottenere una "promozione sociale", il più delle volte negata. Infatti la maggior parte ne esce logorata. Questo succede in un paese a capitalismo rampante. Nell'Italietta dalla crescita miserabile da tempo tale promozione è da tempo addirittura inesistente. La scuola, ormai americanizzata, ha tradito persino il suo compito di trasmettere l'ideologia dominante e la tecnica che serve al sistema di chi domina. Generazioni di studenti bulli/vittime e di docenti scoppiati non possono più rappresentare la base neppure per blandi riformismi.

2003: L'estinzione della scuola e la formazione dell'uomo sociale

L'asse spontaneo castro-marcegaglia

Negli anni '50 la nostra corrente pubblicò una traccia di Programma rivoluzionario immediato. Tra i vari punti ve n'è uno specifico sull'elevamento dei costi di produzione affinchè siano date, "fino a che vi è salario, mercato e moneta, più alte paghe per meno tempo di lavoro". Non ci stupisce che oggi Confindustria programmi di legare ancor più i salari alla produttività e ai profitti aziendali aumentando il tempo di lavoro, ma è curioso che in ciò trovi una sponda "socialista", il Presidente cubano Raul Castro. Entro agosto, infatti, tutte le imprese statali cubane dovranno applicare una risoluzione del Ministero del Lavoro nella quale si fissa un nuovo principio per la formazione del salario, che verrà legato alla produttività e alla qualità del prodotto. Bisognerebbe suggerire a qualche guru della moda di produrre per la presidente Marcegaglia una maglietta griffata con l'oleografia del Che.

1962: Ancora sul "socialismo" cubano
2000: Elevare i costi di produzione

Fallimento dopo fallimento

Il velleitario tentativo di unificazione europea cerca la sua legittimazione attraverso miseri accordi economici, unico campo d'azione, visto che il progetto politico è minato alla base dall'ineliminabile nazionalismo delle varie borghesie. Tre anni dopo i "No" di Francia e Olanda, che avevano affossato il progetto di Carta costituzionale, sembrava fosse possibile trovare un accordo generale sul semplificato Trattato di Lisbona. Ma la maggioranza degli irlandesi l'ha bocciato con un referendum e il primo ministro lussemburghese, Jean-Claude Juncker, ha dichiarato che esso non potrà entrare in vigore come previsto il primo gennaio del 2009. E pensare che all'interno del tribolato ambiente dei cosiddetti comunisti c'è ancora chi parla di "borghesia imperialista europea".

2007: Feticcio Europa, il mito di un imperialismo "europeo"

Gli ideali e gli interessi

L'esito del referendum irlandese dimostra ancora una volta, casomai ce ne fosse bisogno, la contraddizione tra l'esigenza unificatrice del capitalismo sovranazionale e gli interessi contrapposti delle borghesie nazionali: mentre Romano Prodi rinfaccia all'Irlanda gli elevatissimi tassi di sviluppo dovuti proprio alla sua appartenenza all'Unione Europea, così gli risponde per le rime, indirettamente, l'imprenditore irlandese Declan Ganley: "Il Trattato di Lisbona fa male agli affari".

La scommessa della decrescita

Serge Latouche nel suo ultimo libro, La scommessa della decrescita, riprende una dichiarazione di Bush del febbraio 2002: "La crescita è la chiave del progresso dell'ambiente, poiché fornisce le risorse che permettono di investire nelle tecnologie pulite; rappresenta dunque la soluzione e non il problema". Togliamo il contesto e lasciamo il succo: lo sviluppo della forza produttiva è la soluzione, non il problema. L'uomo-industria di Marx (Manoscritti del '44) non sceglierà un primitivismo fuori epoca ma utilizzerà la scienza per mettersi in armonia con il ciclo termodinamico del Sole. Il problema è il capitalismo-catena, la società dello sciupìo. Paradossalmente, l'ultrareazionario Bush è involontario critico progressista dei vari Severino, Galimberti, primitivisti e antiscientifici vari.

2008: I partigiani della decrescita

Balla coi lupi

"Abbiamo scelto l'estasi come stato emotivo. Abbiamo scelto l'amore come cibo. Abbiamo scelto di dipendere dalla tecnologia. Abbiamo scelto la musica come religione. Abbiamo scelto la conoscenza come valuta. Abbiamo scelto di non avere una politica. Abbiamo scelto come società un pensiero utopico che non si realizzerà mai. Potete odiarci. Potete ignorarci... In questi spazi improvvisati, cerchiamo di liberarci dal peso dell'incertezza di un futuro che voi non siete stati capaci di fissare e assicurare. Cerchiamo di abbandonare le nostre inibizioni, di liberarci dai vincoli e dalle restrizioni che ci avete inculcato per mettervi in pace con voi stessi. Noi cerchiamo di riscrivere il programma col quale avete cercato di indottrinarci sin da quando siamo nati...". Queste sono frasi tratte dal manifesto dei raver, appassionati di concerti illegali in luoghi isolati raggiungibili secondo istruzioni diffuse all'ultimo momento. Hanno "scelto", dicono. Mah: possono certo testimoniare l'insopportabilità del sistema, ma per il momento vi ballano dentro. Nel manifesto non c'è ombra di società nuova, solo categorie di quella vecchia. Con uno stile che ricorda un po' Berkeley anni 1964-65.

2005: Una vita senza senso

Gomorra non è il passato ma il futuro del capitalismo putrefatto

Il film di Garrone riprende la tesi portante del libro di Saviano: la speculazione economica e l'impresa criminale sono le facce della stessa medaglia dello sviluppo capitalistico. La pellicola ha un taglio più "documentaristico" che direttamente "politico", così i vari episodi della storia possono apparire slegati tra loro. Ma l'unità tematica esiste sebbene sia esterna al racconto. E' l'imbarbarimento sociale determinato dallo stato putrescente dell'economia del Capitale che accomuna le esistenze tragicomiche dei giovani protagonisti, alla ricerca di una collocazione nel Sistema. Le diverse storie alla fine convergono nella figura di Toni Servillo, stakeholder in cerca di terre in cui sversare abusivamente i rifiuti tossici. Egli spiega al suo guaglione perplesso: "La situazione è senza rimedio, perché inquinare l'ambiente dove vive una famiglia del Sud, serve a far vivere una famiglia del Nord". Estendete al mondo...

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