Newsletter numero 194, 4 gennaio 2013

Dietrologie

I nipotini di Baffone sono veramente instancabili. Considerano "anti-imperialisti" non solo i rottami del vecchio stalinismo ma anche alcune delle satrapie dinastiche odierne. Dal Nord Corea al Venezuela, dalla Bielorussia allo Zimbabwe passando per l'Iran e la Siria, considerano "amico" tutto ciò che realmente o apparentemente si oppone agli Stati Uniti. Di conseguenza considerano "nemico" ogni movimento sociale che nei suddetti paesi pretenda migliori condizioni di vita o, peggio, voglia rovesciare odiati regimi. Attribuiscono l'insorgere di intere popolazioni a regìe occulte, ovviamente di stanza a Washington. Vecchio vizio politicantesco da corridoi delle Cancellerie. Ogni movimento sociale contro lo stato di cose esistente provoca sempre una polarizzazione, in loco e fra nazioni. In ciò sta l'essenza della guerra imperialista, in cui è esasperata la ricerca di partigiani, cioè di complici che combattano per procura.

2005: Ukraina, Georgia, Libano, Kirghizistan...

Fucili di precisione con silenziatore

Un'organizzazione non profit americana è riuscita a procurarsi documenti del FBI in cui il movimento Occupy Wall Street è descritto come dedito ad "attività criminali" e "terrorismo interno". Facciamo pure la tara dell'isteria sociale, tipica dello Stato americano, ma notevoli forze sono state inviate realmente sul campo per spiare l'attività del movimento. Con la polizia federale e quella dei singoli stati hanno collaborato molte istituzioni private, specialmente banche. In uno dei documenti si fa addirittura cenno alla possibilità di uccidere i leader del movimento con fucili di precisione silenziati, e in effetti sono circolate in rete foto di poliziotti che imbracciano armi del genere. Ordini fuori controllo o deterrente psicologico, di fatto la borghesia americana non è tranquilla.

2011: Occupy the World together (in italiano)

Baratro fiscale USA

Con un'intesa fra il Partito Democratico e quello Repubblicano, il tetto del debito era stato fissato l'anno scorso a 16.400 miliardi di dollari, circa il 100% del PIL. Alla scadenza del bilancio, a fine d'anno, si sarebbe dovuto procedere a tagli di spesa in modo da ridurre il debito. Ma i semplici tagli avrebbero comportato una perdita di reddito di 3.500 dollari in media per ogni americano, con disastrosi effetti sui consumi. Un compromesso è stato raggiunto alle 23 dell'ultimo giorno. Non si tratta di questioni ideologiche fra liberisti e statalisti: l'accanimento micidiale che oppone le due fazioni borghesi non ha motivazioni opposte, come invece appare dalla cronaca, ma entrambe tentano di salvare il capitalismo. Evidentemente lo considerano in pericolo. Entrambe propongono di attivare meccanismi di regolazione del sistema tramite lo Stato. I repubblicani insistono su leggi di de-regulation, i democratici su leggi di regulation, e siccome le leggi le fa lo Stato, entrambe sono stataliste.

1988: La legge del valore e la sua vendetta
1991: La crisi del sistema bancario americano

Vortice di vertici

Gran movimento di summit internazionali nel 2013. Ognuno nel tentativo di risolvere un problema. A gennaio si terrà in Turchia un incontro internazionale sulla tragica scarsità d'acqua. Sempre a gennaio si riunirà il Worl Economic Forum contro la crisi. A febbraio il Consiglio Europeo dei Capi di Stato e di Governo per tamponare le falle centrifughe della UE. A marzo il summit dei paesi del gruppo BRICS cercherà di darsi un assetto formale. Ad aprile i meeting della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale dovranno inventare qualcosa per la "ripresa". A maggio riunione dei paesi dell'OCSE per lo stesso motivo. Sempre a maggio si troveranno gli esperti per compilare il World Competitiveness Yearbook. Ad agosto si incontreranno i governatori della Federal Reserve americana sul debito pubblico. Per settembre sono programmati il G20 e il meeting economico internazionale di Cernobbio. Nell'ultimo trimestre si terranno vertici di accordi multilaterali come l'APEC (20 paesi del Pacifico) o la Cumbre Iberoamericana (paesi di lingua spagnola e portoghese). Più varie decine di consessi vari per rispondere alle "sfide", come le chiamano, cui deve rispondere il Capitale. Quanti medici per un po' di aspirina al moribondo!

2012: Lo Stato nell'era della globalizzazione

Smaterializzazione delle merci

Altro che i Maya: un conto è la leggenda del calendario "finito", un conto è vivere l'Apocalisse mentre è in corso. Sentite cosa si dice in un volantino pubblicitario arrivato dagli USA al nostro indirizzo pubblico: "Con il tragico numero di uccisioni che stiamo osservando e la sfida giornaliera degli attacchi terroristici, potreste essere forzati a difendere voi e la vostra famiglia prima di quanto possiate pensare. E in una situazione catastrofica potreste non essere pronti a mettere in pratica le vostre normali tattiche di difesa... Viviamo in tempi pericolosi e anche se avete armi, potreste non avere la possibilità di utilizzarle. Avete un piano di difesa senza armi da fuoco nel caso ciò vi succedesse? Queste 21 armi difensive di emergenza possono salvarvi la vita in caso di attacco". Segue l'elenco. Hanno funzionato per millenni, dicono, "con gli elefanti selvaggi e i leoni", presumibilmente funzionano anche oggi con mammiferi antropoidi più piccoli. Al Supermarket della Paura cliccate, pagate e vi sarà rivelato il segreto.

2005: Una vita senza senso

Oroscopo (taroccato) per il 2030

Sedici agenzie federali americane per la sicurezza hanno lavorato quattro anni per produrre materiali che il National Intelligence Council (la diciassettesima che raggruppa tutte le altre) ha sintetizzato nel dossier Global Trends 2030, prelevabile gratuitamente. Nel dossier si ammette che non si tratta di "predire il futuro, dato che ciò è realisticamente impossibile" ma di delineare un quadro generale a partire dalla dinamica dei dati di oggi. Siamo d'accordo, però con una non trascurabile differenza: il loro orizzonte è quello della salvaguardia del capitalismo, il nostro è quello della sua eliminazione. Così i guardiani del sistema vigente vedono ad esempio un inurbamento aggiuntivo pari a quello avvenuto finora in tutta la storia umana, vedono crescere smisuratamente il consumo di energia, di acqua, di cibo, vedono la Cina superare gli Stati Uniti in potenza e consumi, ma rispondono adattando i dati al loro orizzonte: raddoppierà il consumo di energia? ebbene, le nuove tecnologie limiteranno questo aumento al 50%. La Cina doppierà gli Stati Uniti? ebbene, avrà per quell'epoca trovato un suo equilibrio. E così via con l'India, il clima, l'acqua. Il nostro orizzonte è diverso: non ci può essere una Terra "grossa" il doppio così come non ci può essere un capitalismo "grosso" quanto si vuole e un proletariato che lo sopporti per sempre.

2008: Un modello dinamico di crisi
2008: Non è una crisi congiunturale

Allora è possibile?

A Crescentino (Vc) entro un paio di mesi sarà operativo uno stabilimento per la produzione di 40.000 tonnellate all'anno di etanolo per carburanti. La direzione della fabbrica assicura che non sarà intaccato il ciclo alimentare, cioè non saranno utilizzati cereali o altro, né si sfrutterà terra ad essi destinata. La biomassa sarà infatti rappresentata dalla paglia di riso, che è un prodotto di scarto abbondante nel vercellese, e dalla canna infestante Arundo donax, che cresce bene anche in terreni non utilizzabili a fini agricoli come fossi, argini, barene, ecc. Tutto bene, dunque? Vedremo. Intanto prendiamo nota che lo scopo dell'esperimento non è tanto la produzione di etanolo quanto la vendita della tecnologia e degli impianti ai paesi emergenti. La donax permette anche più raccolti annuali e cresce fino a 3 metri nei terreni peggiori ma a 10 metri in quelli fertili. Sarà interessante calcolare, oltre al bilancio energetico, quanto dovrà crescere il prezzo del riso, del grano o del mais per non farsi sostituire dalla canna da benzina.

2007: Perché i biocarburanti affameranno il pianeta

Scioperi improvvisi, a oltranza, senza mediazioni

Le cooperative sono ormai la nuova frontiera del caporalato, la nuova mafia dell'outsourcing. Sfruttano forza lavoro soprattutto immigrata e non conoscono regole. Gli operai della logistica di Ikea, Dhl, Brt, Tnt e Sda/Poste Italiane, aeroporti, ecc. si ribellano. Alle Poste di Roma sono costretti a rimanere nei magazzini 10, 11, 12 o anche 13 ore al giorno, pagate al massimo 8 ore. Quando il lavoro cala sono messi in pausa non pagata per 1 o 2 ore, anche tre volte in una notte. E questo a dispetto del contratto e della legge che vietano il sistema delle pause multiple. All'Hub di Roma Tiburtina, i lavoratori delle Poste hanno detto basta. Di fronte al rifiuto della Direzione di pagare quel che loro spettava, non hanno rivendicato "diritti" legali o morali, non sono saliti sui tetti, non si sono incatenati e non hanno cercato "visibilità mediatica". Hanno semplicemente incrociato le braccia ad oltranza, senza preavviso, nel momento di massimo picco delle consegne, a Natale. Senza subire il ricatto della concorrenza fra proletari. Hanno ottenuto il rientro dei licenziati per rappresaglia, il rispetto dell'orario normale, aumenti salariali, riconoscimento dei delegati. Ah dimenticavamo: sono per il 95% immigrati, senza tradizione sindacale.

2011: L'ousourcing globale, ovvero la legge di Say in salsa keynesiana

Newsletter