Newsletter numero 164, 16 agosto 2010

Keynesismo terminale

Il keynesismo non è stato affatto abbandonato, anche perché il liberismo nella realtà non è mai esistito. L'economia si fa sempre più statalizzata come dimostrano le cifre tirate in ballo dal volontarismo statale per l'attuale crisi. L'intero sistema ormai si barcamena - keynesianamente appunto - per "scavare buche al solo scopo di riempirle e distribuire reddito". Il livello di raffinatezza del grande ammortizzatore sociale è rivelato dal proliferare negli Stati Uniti di posti di lavoro finti come quelli garantiti dal sistema di sicurezza. Centinaia di migliaia sono quelli creati nelle carceri privatizzate e nel loro indotto per ingabbiare un americano su cento; centinaia di migliaia di contractors alimentano guerre private un po' dovunque; ottocentomila spioni "lavorano" al servizio di ben sedici agenzie statali e in centinaia di succursali, occupati a livello planetario nel produrre overdosi di casinistica (dis)informazione. Forse in questo campo vale davvero la legge di Say sull'offerta che crea da sé la propria domanda.

2007: Dall'equilibrio del terrore al terrore dell'equilibrio

Pezzi di umanità in esubero

Le continue rivolte nei "Centri di identificazione ed espulsione", destinati a imprigionare gli immigrati clandestini non fanno quasi più notizia per gli organi d'informazione. Eppure il fenomeno dei lager per alieni sociali è in crescita e incomincia a riguardare i nativi dei vari paesi, non solo gli "altri". In Francia il governo propone di togliere la cittadinanza a chi sgarra contro lo Stato. Negli Stati Uniti oltre alle carceri d'ordinanza ci sono già 800 campi di concentramento attrezzati, mentre non si parla quasi più del prototipo costruito a Guantanamo.

1960: Buchenwald è il capitalismo

Il sorpasso dei bit

Quest'anno Amazon ha venduto 143 libri elettronici per ogni 100 di carta. C'è chi dice che è una rivoluzione come quella di Gutenberg e c'è chi minimizza. In effetti l'e-book è un libro qualsiasi, solo che è fatto di bit e non di carta. Quindi è completamente slegato dal suo supporto fisico, può viaggiare via telefono o satellite, si può copiare con un click. I diritti sui Promessi sposi non ci sono più, ma il libro di carta si paga lo stesso, mentre quello di bit è gratis. E come Manzoni, migliaia di autori con milioni di opere sono già migrati su Internet. Era già successo con il software, con la musica e con i film. Manzoni è morto, ma migliaia di autori vivi e vegeti, con i loro editori, sono incazzatissimi e impotenti di fronte al proliferare incontrollabile dei libri-bit gratuiti. La più grande biblioteca free del mondo s'è già formata in barba alla proprietà, ha solo bisogno di un po' d'ordine.

2009: Catene allo sviluppo della forza produttiva sociale

La Talpa scava dappertutto

Il general intellect continua ad infastidire chi si occupa di proprietà intellettuale e sicurezza informatica. Il PiratPartiet svedese è un tranquillo partitino riformista e parlamentare (7%) ma, con le sue filiazioni di altri paesi, vuole avviare un servizio di connessione a Internet anonimo e senza tracciabilità dei dati. Teoricamente, nulla di ciò che accadrà attraverso i server del Provider Pirata potrebbe essere conosciuto. Per uno Stato sarebbe qualcosa di peggio che una semplice lotta al copyright.

2000: Il cervello sociale

Socializzazione... monopolistica

Dice Marx nel Manifesto che la borghesia non può fare a meno di rivoluzionare continuamente i propri rapporti di produzione. Spingendo alle estreme conseguenze socializzazione e divisione del lavoro, essa preannuncia la futura ricomposizione comunista del lavoro stesso. Di fronte alla catastrofe del Golfo del Messico il governo americano è stato costretto a rimanere passivo essendo privo delle conoscenze tecniche in mano alle grandi compagne petrolifere. E queste, approfittando del disastro, hanno fatto tesoro delle nuove conoscenze che ne sono scaturite, tanto da unirsi per una risposta comune in caso di eventi analoghi. Un esperimento pratico di socializzazione dei capitali e delle conoscenze che va oltre tanto alla cartellizzazione dei prezzi quanto alla feroce concorrenza.

1998: Il comunismo non è un'idea, ma una forza materiale che anticipa il futuro

Il 18 brumaio del partito che continua a non esserci

La borghesia localista, individualista e bottegaia italiota sta cercando da quasi vent'anni un partito d'ordine, moderatamente riformatore, capace di gestire lo stato corporativo demofascista, di affrontare la globalizzazione e di obbedire a Washington senza strisciare troppo. Ha tentato con il comitato d'affari craxiano, con i residui prodiani dell'IRI, con il partito-azienda berlusconiano e con l'intermezzo di governi tecnici. La sinistra liberal-riformista amarcord è annientata; la gelatina bersaniana di centro-destra è imbozzolata nella sua insipienza; la holding di destra-destra s'è rivelata un'orda famelica assatanata; i cespugli sono all'asta e la Chiesa è sotto schiaffo. Una vera classe industriale punterebbe a un governo tecnico che durasse abbastanza per far fuori l'intera banda di incapaci, ma la povera Marcegaglia è lasciata lì, a balbettare qualche luogo comune su tasse e riforme, mentre il suo mondo è sull'orlo della catastrofe.

1992: Il 18 brumaio del "partito che non c'è"
1993: Come un logaritmo giallo
2001: Governo in partita doppia (Berlusconi presidente del Consiglio)

Bavagli, diritti e catastrofi

I governativi (si sa quanto disinteressatamente) vogliono limitare intercettazioni e scoop giornalistici, e i pecoroni all'opposizione assumono di conseguenza una posizione inversa propugnandone l'incremento sbirresco. Come per molte altre cose, le parti potrebbero benissimo essere invertite, naturalmente in nome della Democrazia, della Libertà e del Popolo. Così le danze si trascinano stancamente sul Titanic in rotta di collisione verso il fatale iceberg, mentre lo spappolamento dello Stato avanza. E a questa borghesia ormai decotta e vile non importa più niente, dedita com'è ad affarucci personali e locali.

1920: La commedia parlamentare
1920: Il prestigio parlamentare

Le fabbriche di Nichi e Nichi prefabbricato

Ad ogni estate c'è una novità che dura il tempo della stagione. Quest'anno c'è il gossip intorno alla "Fabbrica di Nichi". Vendola non è diverso dai suoi compari di sinistra ma riscuote un certo successo elettorale e ciò gli permette di auto-candidarsi alla guida del PD. Il guaio per lui è che Casarini & C. si sono buttati nella mischia, cosa che garantisce un mix di comicità e di bordello (confusione, rumore), per cui La sinistra oltre la sinistra è destinata a perpetuare il suo fallimento.

1953: Il battilocchio nella storia
2008: Elezioni non proprio normali

Corporativismo democratico-fascista

Quando la Sinistra Comunista disse che il fascismo aveva perso la guerra ma si era imposto nell'economia politica si levò un canaio d'indignazione. A nulla servì far notare che il Patto del Lavoro siglato dalla CGIL era una riedizione del corporativismo fascista di Bottai. Ci furono processi stalinisti ed espulsioni dalla Fiom quando al XIV Congresso del 1964 gli operai si ribellarono a un sindacato che accettava il principio della responsabilità verso l'economia borghese. Molti ricordano l'infame chiusura a tradimento della lotta alla FIAT nel 1980 e la mezza insurrezione operaia del 1992 di fronte al famigerato protocollo poi firmato nel '93. Oggi la serie continua e la non firma della FIOM a Pomigliano è una farsa, posta la dichiarata responsabilità, sua e della CGIL, verso le esigenze dell'industria. E siccome l'ennesimo patto fascio-corporativo è in contrasto persino col Contratto Nazionale, ecco che s'innesca il dibattito sul referendum vincolante rispetto alle clausole capestro, votate in un clima terroristico: "Basterebbe approvare una legge di due articoli, probabilmente senza opposizione da sinistra, dato che questa norma di democrazia sindacale [referendum] è da tempo richiesta dalla Cgil", dice Franco Debenedetti, democratico di sinistra, appunto. 

1913: Partito socialista e organizzazione operaia
1951: Partito rivoluzionario e azione economica

Ecofesserie

Fisica del comunismo, morte del Capitale

Sembra che un gruppo di ricerca californiano abbia messo a punto pannelli solari tre volte più efficienti di quelli attuali. Sarebbe un bel salto in avanti, che in combinazione con altre forme di trasformazione, potrebbe risolvere i bisogni energetici della nostra specie senza ricorrere a primitivistici "ritorni alla natura". Il fatto è che questa società se ne frega dei bisogni della nostra specie e spreca con crescente irresponsabilità l'energia proveniente da qualsiasi fonte. Ma attenzione: in base al Secondo Principio della Termodinamica in un sistema chiuso (il pianeta) questa energia non la si può dissipare producendo all'infinito in crescita esponenziale.

Mai la merce sfamerà l'uomo

Con un ragionevole investimento, su un terreno agricolo si possono impiantare pannelli fotovoltaici e vendere all'Enel l'energia prodotta, ricavandone più che con qualsiasi coltura. In Toscana sono stati estirpati persino vigneti pregiati ben esposti al sole per "coltivare" elettricità. Ovvia la reazione del codismo ecologista, che, smesso di strillare PER le energie alternative, inizia la lagna CONTRO di esse: "No, nei campi no! Energia alternativa più cibo, non al posto del cibo!". Già si progetta di impiantare i pannelli nel Sahara. Proposta assai poco patriottica: significa pagare la rendita allo straniero, come con il petrolio. Per la borghesia è meglio sfruttare i campi nostrani.

2001: Controllo dei consumi, sviluppo dei bisogni umani
2001: L'uomo e il lavoro del Sole
2002: Evitare il traffico inutile
2007: Perché gli agrocarburanti affameranno il mondo

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