Newsletter numero 202, 24settembre 2013

Morto per superlavoro

Moritz Erhardt, 21 anni, studente all'Università del Michigan e stagista a Londra della Bank of America. Aveva lavorato giorno e notte senza pause per 72 ore. L'hanno trovato morto nella doccia del dormitorio per studenti. La notizia, questa volta ha fatto il giro del mondo, forse come la goccia che fa traboccare il vaso; ma è vero, il lavoro uccide. Molto più di quanto non si sappia. Di solito si parla degli incidenti o delle malattie professionali, nessuno però ha mai fatto statistiche sul potenziale di morte del lavoro capitalistico in quanto tale. Ad esempio per i suicidi che induce, o i disturbi neurologici, o lo stress cardiaco. L'inferno dei fuori di testa che si ammazzano di superlavoro è il Giappone. Nella lingua giapponese c'è persino un termine apposito per indicare questo omicidio-suicidio: karoshi. Vuol dire "consumarsi fino alla morte per il lavoro". E uccide di stress e depressione anche il non-lavoro. Negazione della negazione, unione degli opposti, dialettica della morte.

2005: Una vita senza senso

Immaginate una fabbrica…

Nick Dyer-Witheford nell'articoloRed Plenty platforms analizza l'evoluzione dei complessi sistemi di controllo e gestione dei processi produttivi e distributivi. Dal sistematico e capillare rilevamento dei dati sui consumi alla produzione just in time, dalla logistica alle reti di distribuzione, oggi non c'è più nulla che non sia formalizzabile matematicamente, simulabile con i computer, pianificabile con precisione mai vista. La stessa "mano invisibile" di Smith, resuscitata come crudele mostriciattolo dagli odierni idolatri del mercato, potrebbe essere trasformata nel suo contrario, cioè in un aggiustamento della produzione/distribuzione tramite una serie di "agenti" automatici ma voluti, in grado di coadiuvare la pianificazione ed estinguere l'anarchia insita nel capitalistico "darwinismo sociale".

2000: Immaginate una fabbrica

Cervello coltivato in provetta

Dopo vari tessuti del corpo umano, è stato realizzato in laboratorio anche un agglomerato di cellule simile al cervello. Sono state utilizzate cellule staminali umane, quelle immature, ancora in grado di svilupparsi in svariati modi, presenti nell'embrione e in altri tessuti in formazione. Per "costruire" il micro-cervello sono state utilizzate sia cellule staminali dell'embrione, sia cellule adulte riprogrammate tramite ingegneria genetica (staminali pluripotenti indotte). Il preparato biologico, immerso in una riproduzione del liquido amniotico materno, ha iniziato a differenziarsi e ad aggregarsi. Alcune cellule hanno fornito il supporto, altre sono diventate neuroni e il tutto si è assemblato spontaneamente in una struttura complessa, tridimensionale, simile a quella della nostra corteccia, la biomassa più evoluta che ci sia in natura. L'ideologia tende agguati, la scienza oscilla tra giustificazione e business. È normale che la nostra specie operi in ogni campo della conoscenza, compreso quello biotecnologico ed eugenetico. È agghiacciante che lo faccia sotto il dominio del Capitale.

2000: Le prerogative di Dio
2001: Il crogiuolo (bio)tecnologico

Guerra in Siria

Edward Luttwak, il mastino della Casa Bianca, ha il pregio di parlar chiaro. A proposito della guerra in Siria, di fronte a quella che sembra una classica "alternativa del diavolo", afferma: "Dobbiamo aiutare i ribelli quando Assad sta per vincere, e frenarli quando stanno vincendo loro". Così facendo, li si lascia ammazzare a vicenda, anzi, gli si facilita il compito. In effetti è vero che gli Stati Uniti hanno ben poca scelta: se attaccano il governo di Damasco fanno il gioco di Al Qaida, se attaccano quest'ultimo, cioè il fondamentalismo sunnita, fanno il gioco di quello sciita, cioè di Teheran e di Hezbollah. I gas? Di fronte a centinaia di migliaia di morti maciullati dalle armi convenzionali, dice Luttwak, non ha senso evocare lo spauracchio delle armi chimiche, responsabili forse di un migliaio di avvelenati. Forse, però, il problema è un altro: l'instabilità armata sta coinvolgendo troppi paesi e rischia di andare completamente fuori controllo, nonostante il cinismo e l'armamentario imperialistico.

2012: Marasma sociale e guerra

Attacco a Nairobi

Da quando fu varata la "Guerra al terrorismo", l'assurda formula non ha prodotto risultati; anzi, la rappresaglia, la repressione e le limitazioni giuridiche hanno favorito la diffusione internazionale del fenomeno. Dunque, l'attacco di fondamentalisti islamici a un grosso centro commerciale a Nairobi, Kenia, non può essere considerata una notizia di politica interna keniota: il centro è di proprietà israeliana, i militanti islamici si sono addestrati in Somalia dove truppe keniote appoggiano il governo contro i ribelli islamici, alcuni di loro sembra siano americani e britannici, un commando americano, uno britannico e uno israeliano sono in azione sul campo coadiuvati da esperti di intelligence e da giuristi dei rispettivi paesi. L'incremento della capacità di attacco dei militanti islamici è direttamente proporzionale alla diminuzione delle capacità di controllo globale da parte degli Stati nazionali.

2012: Lo Stato nell'era della globalizzazione. Ipertrofia del controllo e collasso dei rapporti nella società civile
2013: Mali, una piccolissima guerra?

Neorealismo filosofico

Maurizio Ferraris, filosofo, si fa portavoce di un Manifesto del nuovo realismo (Laterza) contro l'idea che "la realtà sia socialmente costruita e infinitamente manipolabile, che la verità e l'oggettività siano nozioni inutili". Sembra di capire che ci si sia un po' stufati della vaghezza postmoderna, dell'imperante solipsismo di chi presuppone l'uomo al centro del mondo e il mondo al centro dell'interpretazione dell'uomo e, naturalmente, della sua coscienza. In attesa di leggere il libro, raccogliamo il succo della curiosa discussione che esso ha provocato. Nell'epoca del post 11 settembre e della crisi sistemica, il nuovo realismo sarebbe la registrazione di un dato di fatto: il mondo reale ci ha obbligati a capire che è tale a dispetto del romanzo che vi avevamo costruito sopra. Le necessità materiali, la vita, l'azione, la morte, non sopporterebbero più di essere ridotte a interpretazioni. Detto da un filosofo, il cui mestiere sarebbe quello di interpretare il mondo invece di cambiarlo, fa un po' effetto.

2013: Scienza, coscienza, percezione, prassi
2013: Realtà e percezione - Contributo alla teoria rivoluzionaria della conoscenza
2013: Un mondo d'infinite relazioni - Escursione storica intorno alla teoria della mente
2004: Orazione in morte di Religione, Filosofia e Scienza

Turchia inquieta

Migliaia di persone hanno manifestato per l'ennesima volta contro il governo in diverse città della Turchia. Ad Antakya un giovane di 22 anni è rimasto ucciso da un razzo lacrimogeno. Le manifestazioni sono perciò riprese sia nella capitale che altrove. Da parte sua il governo sta usando la mano pesante perché ha in corso contatti con il mondo turcofono d'Asia e non può permettersi che essi vengano influenzati dalla situazione sociale interna, né può permettere che quest'ultima freni il processo di espansione esterno. Falliti i tentativi di integrazione rapida in Europa, Ankara punta sul proprio futuro di media potenza non più locale ma proiettata verso Oriente. E con questo obiettivo sta varando una serie di accordi bilaterali con Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Turkmenistan e Xinjiang, cioè con quelle che il presidente Gul e il capo del governo Erdogan continuano ostentatamente a chiamare "nazioni sorelle".

2008: L'Europa virtuale e i nuovi attrattori d'Eurasia, la Turchia come fulcro dinamico

La Rete e i nostri poveri neuroni individuali

L'hanno chiamata Internet Addiction Disorder e non è una malattia psichica. Finora gli studi si erano concentrati proprio sui risvolti psicologici delle sindromi da computer, trascurando completamente l'eventualità che l'interazione fra il cervello naturale e la sua pallida ombra artificiale provocassero danni di tipo fisiologico. Ora, due ricerche mediche, una britannica e una cinese, hanno dimostrato che chi è affetto da IAD, in genere molto giovane, presenta danni a livello delle fibre nervose che collegano le varie parti del cervello. L'uso smodato della Rete provocherebbe una mutazione delle connessioni neurali, cioè a livello cellulare, le quali a loro volta influirebbero con l'intera funzione cerebrale, cioè sul comportamento. Siamo forse già in fase di co-evoluzione tra il cervello artificiale e quello biologico-sociale?

2007: Wikipedia: il caos e l'ordine
2009: Uno spettro si aggira per la Rete

Morte di un economista

È deceduto Ronald Coase, 102 anni, economista, premio Nobel. Autore di un "teorema"sul superamento dei problemi ecologici tramite interventi sui costi di mercato, è interessante per una sua osservazione sul modo di esistere e di prosperare delle imprese. Queste, pur essendo parte del mercato, egli notava, rappresentano delle isole entro le quali i meccanismi di scambio per denaro sono soppressi . Al principio della formazione dei prezzi – e degli scambi su quella base – le imprese sostituiscono il principio d'autorità e razionalità. Esse sono di fatto delle economie locali che operano secondo un piano di produzione centralizzato senza scambi di valore. Perché? La risposta è strabiliante e denuncia l'immane insipienza dei sacerdoti del Capitale: perché risparmiano sui costi! Un gigantesco esempio di presenza di comunismo entro questa società, di pianificazione scientifica dei flussi materiali senza l'intervento – mai – della legge del valore, è banalizzato, abbassato al livello del salvadanaio dei bambini!

2000: Operaio parziale e piano di produzione

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