Per la concezione teorica del socialismo
Risposta al commento

Caro Toscani,

l'articolone che mi hai fatto seguire da un breve commento è destinato ad essere completato da un altro che spero mandarti per il prossimo numero. Ma vorrei per il momento, se tu lo permetti, rispondere alle tue cortesi osservazioni.

Tu trovi che la borghesia non è idealista, ma materialista nel peggior senso della parola. Tutto sta appunto a risolvere quell'equivoco a cui accennava rapidamente l'ultima parte del mio articolo, già troppo lungo, sul significato dei due termini.

Ma io voglio solo citarti alcune righe di un intellettuale borghese: Ettore Vanni  (Corriere della Sera del 21 corr.) sull'uccisione del re di Grecia.

Abbiamo un nuovo pazzo, illustre, Shinas...

Quando si dice che questa forma di pazzia è il prodotto dell'educazione materialistica dell'età nostra, vi sono materialisti che prendono questa osservazione come una offesa personale...

Seguono dei luoghi comuni sul socialismo, poi:

Ora, prendete il materialista che vi si avventa contro quando mettete in rapporto questa forma di pazzia con l'educazione materialistica del nostro tempo e raccontategli che in un paese un tale, invaso da furor religioso ha ammazzato suo padre. Subito egli vi dirà: Ecco i frutti della religione! ecc. ecc.

La borghesia ritiene dunque sconsigliabile l'educazione materialista del nostro tempo (s'intende che per i forcaioli attraversiamo un'epoca di socialismo... così fosse!). La borghesia non si preoccupa delle migliaia di vittime scannate sui campi della Macedonia per il fanatismo - idealismo acuto - patriottico e religioso. Ma la borghesia ha molta paura della pazzia che il materialismo potrebbe consigliare agli affamati...

Ma io devo rispondere a te, non al commentatore forcaiolo del Corriere... E ho voluto farti solo notare che io non confondo, ma distinguo essenzialmente l'idealismo in nome del quale la minoranza borghese vorrebbe convincere la plebe che non deve rivoltarsi, ma rassegnarsi, e il materialismo rivoluzionario che trascina il problema sul terreno dove deve essere finalmente risolto, il terreno della economia sociale. Tu parli di illusione delle forze oggettive, e di necessità di tornare alle forze ideali. Mi pare che sia un modo pericoloso di esprimersi:

Il socialismo in quanto è intessuto di teoria e di azione innalza sulla base solidissima delle condizioni oggettive tutta una struttura mentale di cognizione di sentimenti e di volontà che costituiscono il suo programma rivoluzionario. La nostra reazione contro l'idealismo deve essere quindi una reazione contro quelli che vogliono sostenere - per gli altri - su basi arbitrarie, la mentalità che loro meglio conviene. E dobbiamo trascinarli sul problema economico, per svelare alle masse il meccanismo miserabile e artificiale delle loro teoriche intorno ai "bisogni spirituali" e alle "forze ideali"...

Mi sono spiegato?

Portici, 23 marzo 1913

Amadeo Bordiga

Da "L'Avanguardia" del 6 aprile 1913

Archivio storico 1911-1920