Per soccorrere la Russia rivoluzionaria

Lavoratori d'Italia! Compagni comunisti!

Attorno al flagello che ha colpito la gloriosa repubblica proletaria di Russia, avanguardia di una nuova civiltà rivoluzionaria che sorge sulle rovine di un regime schiantato e disonorato nella guerra, imperversa la speculazione più oscena delle classi privilegiate di tutti i paesi e dei loro molteplici agenti.

Mentre si moltiplicano le parole d'umanità e le disposizioni di soccorso al popolo russo, minacciato dalla carestia, dalla fame, dalle epidemie, per la siccità che ha colpito talune delle più feraci province del centro, distruggendo nella quasi totalità il raccolto, non si cessa dal tramare intrighi contro la repubblica dei Soviety, non si rinunzia a trarre occasione dalla tremenda sciagura per vibrare un colpo decisivo alla causa della rivoluzione.

Il governo dei Soviety, gli organismi del proletariato mondiale hanno chiaramente detto che in una catastrofe come la presente, nella quale si tratta di una lotta di difesa dell'umanità contro le difficoltà della natura e le calamità che di quando in quando essa scatena, la Russia accetta e domanda ogni aiuto, da qualunque parte venga, senza fare questione di colore politico o di classe, lasciando parlare solo il sentimento dell'umana solidarietà.

Ma quanto avviene nei retroscena della politica e della diplomazia dei Governi borghesi sta a dimostrare una grande verità fondamentale del pensiero comunista: che solo si potrà parlare di solidarietà degli uomini nella comune lotta contro la natura avversa e talvolta matrigna, quando la rivoluzione comunista avrà estirpato la divisione della società in classi, derivante dal regime della proprietà privata, nel quale i prepotenti egoismi capitalistici soffocano ogni superiore manifestazione dei più alti sentimenti di solidarietà.

I Governi borghesi si accingono a dettare, per aiutare la Russia, e perfino per consentire che ad essa giungano i risultati di iniziative private di aiuto, condizioni che investono l'integrità del regime politico, che il popolo russo si è dato, versando nelle battaglie rivoluzionarie il sangue dei suoi figli migliori, e respingendo per quattro anni vittoriosamente tutte le forme della violenza e dell'insidia nemica. I Governi borghesi parlano di Commissioni, che entrerebbero in Russia con lo scopo di organizzare la distribuzione dei soccorsi al di fuori degli organi del Governo dei Soviety, essi parlano di obbligare questo al riconoscimento di impegni che la rivoluzione ha cassati per sempre; essi non cessano dall'armare i piccoli Stati che confinano con la grande Russia, quali docili avanguardie di una offensiva imperialista, per un altro agguato alla Repubblica della rivoluzione.

Lo stesso governo italiano, proprio in questo periodo, dà prova di intendimenti ostruzionistici nella conclusione del trattato commerciale con la delegazione russa, mentre fa annunziare alla Camera che si sta per stipularlo, e così ritarda e intralcia il ristabilimento di relazioni commerciali tra i due paesi.

I capitalisti d'ogni paese, ponendo condizioni onerose alla cessione di macchine e di quanto occorre alla restaurazione dell'economia russa, cercano di estendere gli artigli del loro sfruttamento sul lavoro e sulle sofferenze del proletariato russo.

Intanto la grande stampa capitalistica, mentre cinicamente lascia trasparire la sua compiacenza per l'eventualità illusoria che le folle affamate si rivoltino contro il regime soviettista, mena una violenta campagna per proclamare, speculando su di una calamità superiore ad ogni forza umana, il fallimento dei criteri comunisti che presiedono alla restaurazione della vita sociale in Russia.

Il Partito Comunista, mentre si associa a tutti i generosi che senza secondi fini stendono al popolo russo una mano fraterna e leale, rivendica a sé il compito di sbugiardare le menzogne degli avversari della rivoluzione.

Vi è un proletario il quale ignori che il flagello tremendo, che oggi sulla Russia si abbatte, viene dopo una serie incessante di difficoltà asprissime che la forza della rivoluzione ha superato? Che la dittatura proletaria ha in Russia ereditato il dissolvimento del regime zarista, di oltre tre anni di guerra sanguinosissima, del funesto esperimento di governo socialdemocratico; ed ha dovuto lottare contro una serie di assalti interni ed esterni della reazione, sola contro la coalizione delle forze mondiali dell'imperialismo capitalistico?

Queste sono state le cause uniche, per cui il proletariato rivoluzionario russo non ha potuto dare energie maggiori e conseguire maggiori risultati nel campo della sistemazione economica. La crisi del trasporto, che secondo taluni renderebbe sterile lo stesso invio nei porti russi di merci destinate all'interno del paese, a parte tutte le balorde esagerazioni, esiste nella misura in cui è ereditata da quelle cause di dissolvimento cui abbiamo accennato; e se il nuovo e razionale sistema di distribuzione collettivista, tuttora in costruzione e logicamente intrecciato con i temperamenti necessari ad estirpare metodicamente le miriadi di propaggini tenaci del piccolo capitalismo, non fosse esistito, o al suo posto avesse sopravvissuto l'antico ingranaggio del grande commercio speculativo capitalistico, assai minori difficoltà sarebbero bastate a schiantare l'apparato dell'economia russa, e la carestia non avrebbe atteso la cieca fatalità della siccità sul Volga per fare la sua mortifera apparizione.

Dinanzi a questa situazione, spetta al proletariato, e in prima linea ai comunisti, un molteplice compito.

Anzitutto dare generosamente quanto è possibile, prestarsi attivissimamente alla propaganda ed alla raccolta dì aiuti, di mezzi, sia in denaro che in generi, senza ostacolare che anche in altri campi sociali si dia e si raccolga.

Quindi vegliare sulla politica insidiosa dei Governi borghesi e sulle loro nascoste manovre per sfruttare la situazione in cui versa la Russia.

Infine svolgere una propria opera, ch'è in realtà opera di classe e di partito, nella lotta contro le diffamazioni controrivoluzionarie dei vari partiti avversi al comunismo. E soprattutto, intensificare l'opera di preparazione e di battaglia rivoluzionaria, non dimenticando giammai che la causa della Russia è la causa della rivoluzione proletaria, che le sorti della Russia sono le sorti della rivoluzione proletaria.

Finché esisterà il regime capitalistico, esso, al disopra delle manifestazioni di umanità di pochi generosi, cospirerà a soffocare il primo nucleo della Repubblica comunista mondiale di domani. Finché vi saranno Governi borghesi, essi, mentre cercheranno di dissimulare la loro opera agli occhi delle masse, lavoreranno ad abbattere con tutti i mezzi il regime dei Soviety in Russia. La soluzione definitiva, l'ultima parola di questa lotta fatale consiste solo nella vittoria rivoluzionaria del proletariato degli altri paesi.

Il Partito Comunista d'Italia unisce la sua voce agli appelli che da ogni paese del mondo sorgono in favore della Russia dolorante. Esso conosce che l'opera di raccolta degli aiuti non può né deve avere impronta di partito, e per questo intende che gli sforzi dei lavoratori comunisti convergano nel seno delle organizzazioni sindacali con quelli di tutti i loro compagni di lavoro. Per questo esso propone che siano le Camere del Lavoro gli organi a cui dovranno far capo tutte le iniziative pro Russia, che vanno sorgendo.

Il Partito Comunista organizza un suo Comitato sedente in Roma, col compito di coordinare in questo senso la partecipazione dei comunisti italiani all'opera di aiuto alla Russia, e di vigilanza sulla politica del nostro Governo nei rapporti con la Russia, che valga a denunziare al proletariato le trame reazionarie che potrebbero far passare, sotto la solidarietà apparente, l'insidia effettiva.

Ma nello stesso tempo il Partito Comunista, o proletari d'Italia, vi lancia il suo grido di battaglia rivoluzionaria, vi richiama ancora una volta all'unica massima mèta che è il segno dell'unica possibile vittoria proletaria, il trionfo della forza politica rivoluzionaria della classe lavoratrice, l'avvento della dittatura operaia e contadina nei paesi oggi soggetti al capitalismo.

L'azione rivoluzionaria salverà la repubblica rivoluzionaria!

Viva la Russia dei Soviety!

Viva la rivoluzione mondiale!

Il CE del PC d'Italia

Il Comitato comunista per il soccorso alla Russia rivoluzionaria ha sede in Roma, Casa del popolo. Lo compongono i compagni on. Nicola Bombacci, on. Antonio Graziadei, Giuseppe D'Amato, con facoltà di aggregarsi quegli altri compagni la cui opera essi riterranno utile. Questo Comitato, d'accordo con l'Esecutivo del Partito, diramerà i comunicati contenenti le precise indicazioni per l'organizzazione del lavoro dei comunisti, e svolgerà le pratiche perché sia accettato il criterio di accentrare le iniziative negli organi sindacali.

Da "Il Comunista" del 14 agosto 1921.

Archivio storico 1921 - 1923