"Ormai il dentifricio è fuori dal tubetto"

Gene Kan era un talento. Aveva migliorato e diffuso Gnutella, un software per connettere computer e condividere "da pari a pari" file su Internet. Un "sorgente aperto", su cui stava sviluppando un motore di ricerca "intelligente". A 23 anni era già famoso. La Sun Microsystems gli aveva offerto dieci milioni di dollari per il progetto, più uno stipendio fisso di 100.000 dollari l'anno. A 24 anni, oltre che famoso era diventato anche ricco. Un simbolo perfetto dell'american way.

Tutti avevano parlato un gran bene di lui, ma c'era un problema. Continuava a dire e fare quello che aveva sempre detto e fatto. Credeva che la Rete non fosse asservibile al "potere". Si esprimeva con l'ingenuità di un ragazzo, ma si dava da fare per dimostrare quel che diceva. Comunque nel 2000 Time gli aveva dedicato una copertina, fra i Grandi del Pianeta. Andava in giro per il mondo per la Sun, a divulgare i suoi progetti. Nelle conferenze ripeteva che Internet è un qualcosa di nuovo e dirompente nella società, e che Gnutella avrebbe distrutto le residue gerarchie rappresentate dai padroni dei server. Scriveva sul suo sito brevi haiku del tipo: "Il capitalismo domina! Il potere è troppo costoso. Oops, il socialismo domina!". Oppure: "Gli Stati Uniti non avranno rivoluzioni finché ci saranno sofà".

All'industria certi discorsi non erano piaciuti. Gnutella non era che un software nato per condividere file in rete ma, con Napster e Freenet, aveva permesso a milioni di utenti di evadere il copyright sul software, soprattutto sui brani musicali, per milioni di volte al giorno. La Recording Industry Association of America era ricorsa ad ogni mezzo per bloccare il fenomeno. Napster, basata su server centrale, era stata criminalizzata e bloccata. Ma Gnutella e Freenet erano diverse: la tecnologia "da pari a pari" permetteva a chiunque di costituire reti senza che nessuno potesse ficcarci il naso. Così promettenti da mettere in ballo altro che la musica.

Su denuncia della RIAA gli inquirenti del Senate Judiciary Committee avevano voluto veder chiaro. Gene, convocato, aveva fatto ironicamente osservare che l'industria discografica, invece di pensare a soluzioni poliziesche, avrebbe fatto meglio ad adeguarsi alla nuova realtà dello scambio di file su Internet. E a meditare sul fatto che anche i piccioni viaggiatori si erano dovuti estinguere in quanto mezzo di comunicazione. Aveva poi scherzato sulla metafora del dentifricio, in genere usata per descrivere l'irreversibilità dei processi nel mondo della complessità.

Ma questo sarebbe stato ancora il meno. Internet, non si stancava di insistere, aveva ben altre potenzialità. Giovani come lui avrebbero trasformato Internet in un cervello globale in grado di accumulare conoscenza e non solo di accatastare dati in miliardi di pagine. Il motore di ricerca cui stava lavorando ne avrebbe rappresentato l'intelligenza, perché avrebbe permesso un mondo di relazioni oggi negate. Sarebbero diventate possibili reti di lavoro "intelligenti", aperte e nello stesso tempo inviolabili, inaccessibili per chi fosse ostile. E ai magistrati aveva fatto un esempio: "Proprio ieri il governo cinese ha eliminato un sito Internet anti-governativo; whoops! è incredibilmente facile farlo in assenza di tecnologie come Gnutella e Freenet. Esse possono rappresentare il futuro della libertà nel mondo virtuale".

Dicono che ultimamente fosse piombato in depressione. Forse gli era stato difficile conciliare gli ideali, il successo, le nuove strade per la liberazione dell'uomo, il denaro, e il job alla Sun Microsystem. L'hanno trovato morto, suicida a 25 anni.

Rivista n. 8