Guerre stellari

Un colpo basso da Pechino contro gli ex padroni esclusivi dello spazio: la Cina ha inviato un missile contro un satellite-bersaglio centrandolo in pieno. Gli americani hanno protestato per i 300.000 frammenti (un po' troppi) provocati dall'impatto, un grave pericolo per i manufatti orbitanti. Gli esperti militari già teorizzano una trasposizione cosmica delle guerre asimmetriche: colpire i satelliti di una grande potenza significa renderla cieca con tutti i suoi super-apparati militari. E comunque riuscirci non è uno scherzo, non è come abbattere un aereo.

Noi facciamo un'ipotesi provocatoria: il missile non ha centrato il satellite bersaglio ma gli ha sparato contro uno sciame di pallettoni, tanto per essere sicuro di raggiungerlo senza che fosse necessaria chissà quale tecnologia di precisione. Sarebbe così spiegato anche l'esagerato numero di "frammenti". Come dicemmo analizzando la corsa fra russi e americani, basta un barile di chiodi messo nella stessa orbita di un manufatto spaziale per neutralizzarlo. Senza neppure andargli vicino. Come sparargli a lupara, appunto, da parte di chi non può permettersi la sofisticazione delle guerre stellari (talmente sofisticate che alcuni sostengono essere solo truffe per spillare quattrini allo Stato).

Il missile cinese è di sicuro anche un messaggio politico. Oggi sono diversi i paesi che con bassa tecnologia e costi contenuti potrebbero fare lo stesso esperimento contro un bersaglio orbitante. La questione della spazzatura spaziale non è affatto secondaria: decine di migliaia di frammenti dovuti a mezzo secolo di attività spaziale rappresentano un pericolo e sono già monitorizzati dagli Stati e dalle aziende che lanciano satelliti. La velocità relativa tra oggetti orbitanti nello spazio può essere enorme e l'energia cinetica rilasciata da una semplice vite può essere devastante. Nello spazio c'è ormai di tutto, basta poco per interdirne una parte per anni. L'asimmetria copre nuovi orizzonti nel panorama della guerra infinita.

Rivista n. 21