Newsletter numero 161, 27 maggio 2010

E' troppo

Dopo l'ascesa ai tetti invece della discesa nelle piazze; dopo l'incatenamento a gru e cancelli invece della rottura di catene e sbarre; dopo il suicidio a causa della vita precaria invece della violenza di massa contro le sue cause, ecco adesso il simbolo estremo: il "buttar sangue" fino a morire per il "diritto" di essere pagati. Diritto! Mariarca Terracciano è morta nel corso di una tremenda escalation simbolica che coinvolge tutto il proletariato. E' ora di capire che il "diritto" lo scrive chi ha la forza. E' ora di considerare responsabili di questo autolesionismo di classe non soltanto i padroni ma anche e soprattutto quei sindacalisti e pretesi sinistri che si adagiano nella concezione avvocatesca della lotta di classe, che blaterano in difesa della fabbrica e dell'economia, che anelano alla "visibilità mediatica" invece di preparare alla lotta, che castrano la rabbia proletaria con un rivendicazionismo da schiavi basato sul diritto degli schiavisti.

1921: Ai lavoratori organizzati nei sindacati per l'unità proletaria
1997: Diritto al lavoro o libertà dal lavoro salariato?

Solita disUnione Europea

L'Iran ha concluso un accordo con Turchia e Brasile per scambiare 1.200 chili di uranio impoverito con uranio arricchito da utilizzare in un reattore per ricerche mediche. Turchia e Brasile si sono offerti anche come mediatori per evitare un quarto ciclo di sanzioni Onu all'Iran. La cosiddetta Europa Unita percepisce la Turchia come un paese laico che riesce a dominare una società islamica, l'Iran come un paese islamico-teocratico che riesce a dominare una società laica e il Brasile come una potenza emergente laica tout-court. Ma, al di là delle enormi differenze, questi tre paesi sono riusciti a saldarsi in un accordo su argomenti "sensibili", mentre gli europei di pretesa omogenea civiltà non riescono neanche a mettersi d'accordo sulle sorti di un mercato "comune" e di una moneta "unica".

2008: L'Europa virtuale e i nuovi attrattori d'Eurasia, la Turchia come fulcro dinamico

Sciopero generale internazionale

I quattro scioperi generali del proletariato greco potrebbero rappresentare un innesco per lotte in tutta Europa. Il primo è stato addirittura uno sciopero preventivo, mentre quello del 15 maggio ha portato in piazza 200.000 salariati carichi di rabbia, una percentuale enorme sugli 11 milioni di abitanti di un paese poco industrializzato. E' persino stato ventilato uno sciopero generale internazionale. E' indubbio che il proletariato greco ha dato la propria impronta al movimento sociale e le varie borghesie nazionali hanno adesso paura che l'esempio si estenda: scioperi e manifestazioni contro i provvedimenti anticrisi sono già avvenuti in Spagna, Romania, Portogallo.

1921: Per lo sciopero generale

Grecia, catena di suicidi

Siamo nella fase di transizione verso una crisi ancora più marcata da cui aspettarsi il maturare di condizioni di drastica rottura. Una fase di fibrillazione sociale in cui di fronte alla società che esplode l'individuo implode a causa della difficoltà a dare un senso collettivo e soprattutto politico alla lotta: l'Ansa comunica che la crisi ha provocato in Grecia una vera e propria ondata di suicidi, mentre sono aumentate del 70% le chiamate ai centri di assistenza psichiatrica.

2005: Una vita senza senso

Courageous restraint

Questo, l'appellativo per una decorazione al valor militare - proposta da un generale britannico del comando interforze in Afganistan - con la quale insignire quei soldati che dimostrino nervi saldi e sangue freddo di fronte al "nemico". Che cioè non si mettano ad ammazzare all'impazzata civili inermi invece di guerriglieri talibani. La faccenda è curiosa, perché tutti sanno che dalla Seconda Guerra Mondiale in poi ogni conflitto ha provocato immensamente più morti e sofferenze fra le popolazioni che non fra i combattenti senza commuovere nessuno, tantomeno i generali. Il fatto è che le guerre di adesso sono combattute anche - e a volte soprattutto - sui media e gli "effetti collaterali" vanno controbilanciati con effetti d'immagine.

2003: Teoria e prassi della nuova politiguerra americana

Deepwater Horizon, piattaforma-paradigma

Mentre scriviamo il flusso di petrolio greggio che si spandeva dal fondo marino al largo della Louisiana sembra essere bloccato. Per settimane s'è riversata in mare una massa di greggio al ritmo di 15-60.000 barili al giorno (il divario da 1 a 4 dipende dalle fonti). Economisti ed ecologisti calcolano i danni a modo loro, uniti però dalla legge del valore: almeno 100 miliardi di dollari i danni immediati. Senza contare gli effetti nel tempo. Sempre che la chiazza nera non sia catturata dalla corrente del Golfo e portata fino in Scandinavia. La moratoria per le trivellazioni a rischio durerà il tempo per le lobbies di far circolare un po' di dollari. Intanto sensibili fabbricanti di patacche ecologiche "alternative" si buttano sull'imperdibile occasione.

1951-1953: Drammi gialli e sinistri della moderna decadenza sociale

Chi pagherà il debito Usa?

Nel suo libro appena uscito Nuriel Roubini, l'economista che sulla base di modelli dinamici interpretati intuitivamente ha previsto il precipizio "finanziario", sostiene che a medio termine il dollaro è destinato a crollare. Nonostante la situazione contingente sembri smentirlo, almeno nei confronti dell'euro, dati pesanti confermano il futuro americano: entro dieci anni Washington dovrà emettere obbligazioni per 750 miliardi di dollari all'anno soltanto per ripagare gli interessi sui titoli di Stato già in circolazione. E questi ultimi sono solo una parte del debito complessivo. Un declassamento del dollaro sarebbe il collasso del sistema che su di esso si fonda.

2009: A che punto è l'imperialismo

Non c'è limite al ridicolo

Dinanzi alla pur debolissima proposta di uno sciopero degli scrutini da parte dei Cobas, la CGIL si chiera decisamente contro. Impegnata a "costruire alleanze con tutti i soggetti che si oppongono al progetto di questo governo contro la scuola pubblica", si allea ad altro sindacatino che vedrebbe come molto più "concreto" un girotondo intorno al Colosseo all'inizio degli esami di Stato, quando tutti i giornali si occupano della scuola. Già lo sciopero dei salariati improduttivi ha senso esclusivamente in un contesto politico di classe, figuriamoci quando viene sostituito con pagliacciate pseudo-mediatiche.

1991: E' davvero tramontata la lotta di classe?
2003: L'estinzione della scuola e la formazione dell'uomo sociale

Vita artificiale?

Andiamoci piano. Sono stati ricombinati pezzi di DNA, ma è stato necessario partire da un organismo vivente e realizzare un "innesto" su di un altro organismo vivente. Non è stato "creato" un bel nulla, è stato "prodotto" un organismo relativamente nuovo partendo da due. Ciò non toglie nulla alla tecnologia soggiacente, il cui responsabile è d'altronde il primo a riconoscere che lo fa per dollari sonanti. E i media si prestano al marketing, gratis: i nuovi batteri potranno "mangiare il petrolio in mare, catturare anidride carbonica dall'aria riducendo l'effetto serra, rendere più efficiente la produzione di biocarburanti, produrre vaccini e medicinali", scrive una giornalista su Repubblica. Non le viene neppure in mente che invece di mettere rattoppi si potrebbe (in una società diversa, ovviamente) non spargere petrolio, non produrre CO2, fare a meno di carburanti e prevenire le malattie invece che curarle secondo la legge del valore.

2000: Le prerogative di Dio
2000: Il crogiuolo bio(tecno)logico

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