Newsletter numero 138, 10 novembre 2008

Yes, he can

E' veramente notevole il modo in cui gli insopportabili sinistri si lasciano andare non appena soffia un refolo di vento mediatico. Evviva Obama, il nero democratico! Al miracolo! In realtà la borghesia americana ha fatto fare per anni il lavoro sporco agli stupidi e ora va per cose serie. Obama sarà pure simpatico e dal punto di vista elettorale quello che è successo negli USA ha davvero qualcosa di straordinario. Ma sia chiaro che sarà un presidente di guerra. Su tre fronti: quello combattuto armi alla mano, sul quale chiuderà l'ingaggio diretto in Iraq (lasciando i soldati a controllare il solito governo fantoccio dalle immense basi militari) e intensificherà quello in Afghanistan per tenere l'Heartland, il cuore del mondo; quello economico globale, che vedrà gli Stati Uniti battere cassa per una immane ripartizione planetaria del plusvalore; quello interno, non appena gli americani si accorgeranno che un po' di lacrime e sangue dovranno cacciarli anche loro.

2000: Elezioni al tempo della statistica

L'apprendista stregone

Scrive Ronchey sul Corriere della Sera, a poposito della crisi: "Ora le conseguenze del fenomeno risultano peggiori con l'automatismo del program trading computerizzato, acceleratore che massimizza le tendenze al rialzo e al ribasso". Insomma, siamo alla parabola dell'apprendista stregone che evoca forze incontrollabili. Nella vana speranza di vincere sempre al tavolo della roulette borsistica, minimizzando i rischi, sono stati messi a punto sofisticati algoritmi di previsione. Ma tutti li hanno utilizzati, e tutti si sono collegati all'immensa rete di computer che avvolge il mondo. La crisi non l'hanno evitata, in compenso sono riusciti ad amplificarne mostruosamente gli effetti. Quando si dice razionalizzazione…

2008: Non è una crisi congiunturale

La favelizzazione dell'occidente

La marxiana legge della miseria crescente è ormai dimostrata anche dai rapporti dei centri studi della borghesia. L'ONU avverte: a causa della crisi economica l'Occidente capitalistico è a rischio di "favelizzazione". Parigi, Londra, Madrid, Los Angeles, stanno iniziando ad affrontare problemi che erano tipici dei paesi del Terzo Mondo. Solo negli Stati Uniti la crisi dei mutui ha lasciato due milioni di persone senza casa e altrettanti la perderanno nel corso del 2009. Nell'Unione Europea il 16% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Nelle periferie dei grandi centri urbani stanno risorgendo le baraccopoli. Le polizie sono in allarme, la rivolta delle banlieue francesi è stata solo un assaggio.

2006: La banlieue è il mondo
2006: La legge della miseria crescente

Follia produttivistica

Di fronte a una recessione mondiale dovuta a crescita da aumento di produttività (discesa del saggio di profitto), gli acuti governanti invocano provvedimenti per rilanciare la crescita e aumentare ancora di più la produttività! Il gatto vuol mangiarsi la coda. E' chiaro che lo Stato non potrebbe "immettere liquidità nel sistema" (elargire denaro a basso prezzo alle banche e all'industria) senza una copertura economica adeguata. Detto in altri termini, la massa monetaria non può aumentare senza che aumenti la produttività. Siamo daccapo. Sentite come il problema è risolto dal vice governatore della Banca d'Italia: "Il mantenimento e l'espansione del livello di vita raggiunto nel nostro Paese non puo' non richiedere che si lavori di più, in più e più a lungo". Sembrano impazziti: per ovviare ai guai dell'aumento della produttività occorre aumentarla; per mantenere le attuali condizioni di vita, bisogna accettarne il peggioramento. Complimenti.

1993: Il capitalismo è marcio!
2000: Patologie dell'investimento (de-industrializzazione rivoluzionaria)

Interessate confessioni

Questa crisi è davvero magnifica. Al punto da spingere la Chiesa ad una rivalutazione di Marx: "Il movimento marxista ha cause reali e pone questioni giustificate. Poggiamo tutti sulle spalle di Marx, perché aveva ragione. Nella sua analisi della situazione del XIX secolo ci sono punti inconfutabili. L'etica sociale della Chiesa non ha mai confuso l'opera filosofica di Marx con Stalin e i Gulag" (dal libro Il capitale. Una difesa dell'uomo, dell'arcivescovo di Monaco Reinhard Marx). Nella storia bimillenaria della Chiesa simili prese di posizione non sono insolite. Sentendo puzza di bruciato a causa della crisi internazionale, il Vaticano cerca di appropriarsi di Carlo Marx attribuendogli una "etica sociale" che gli era del tutto estranea. In realtà in Marx agiva un sano materialismo che tra l'altro permetteva di prevedere, con lo sviluppo del movimento reale, anche le interessate confessioni dei preti e delle mezze classi sui disastri del capitalismo. Fatti e non idee hanno spinto l'alto prelato a scriverci su. Sarà molto interessante leggere la prossima enciclica del suo Capo di Roma.

1950: Ossature giubilari teoretiche (1950)
1950: Chiesa e fede, individuo e ragione, classe e teoria (1950)
1956: Sorda ad alti messaggi la civiltà dei quiz

Sulle proteste studentesche

I movimenti studenteschi tendono facilmente a scimmiottare ciò che esiste, dal cretinismo parlamentare durante le occupazioni "responsabili" alle performance artistiche, dal sindacalismo corporativo alle vacue sintesi sparate ai microfoni delle Tivvù. Attenzione però alla loro motivazione reale, quasi mai coincidente con quella dichiarata: spesso la battaglia su di una questione qualsiasi - di questi tempi, la riforma Gelmini - nasconde spinte non incanalabli nelle consuete rivendicazioni e trattative, sulle quali gli studenti potrebbero cominciare a muoversi. Mentre l'operaio può strappare aumenti salariali, il disagio del giovane studente o disoccupato non ha referenti immediati contro cui scagliarsi. Nel contesto odierno ciò può essere facilmente incanalato in uno dei mille rivoli politici della società borghese. L'alleanza con i baroni universitari lo sta a dimostrare. In un contesto differente, costituirebbe un'opportunità notevole.

1995: Rompere con il capitalismo

Commemorando il 4 novembre

E' forte l'ex picciista Napolitano quando accomuna i fanti del '14-18 a quelli che adesso fanno la guerra in Afghanistan e altri paesi. Ha ragione, la guerra nell'epoca dell'imperialismo è sempre imperialista. Il macello della Grande Guerra ebbe in Italia un preludio interventista infarcito di retorica patriottico-risorgimentale, che toccò il culmine con la celebrazione di Garibaldi tenuta a Quarto da D'annunzio nelle radiose giornate di maggio. Nel secondo dopoguerra il Fronte Popolare (PCI e PSI uniti) partecipò alle elezioni - guarda caso - col faccione di Garibaldi per simbolo: era segno tangibile che i partiti ex marxisti erano finiti in mano a dei nazional-dannunziani in ritardo.

1914: Per l'antimilitarismo attivo ed operante
1948: Dopo la garibaldata

L'atomo e la società

Il nuovo libro di Mark Buchanan, L'atomo sociale. Il comportamento umano e le leggi della fisica, contribuisce ulteriormente a demolire il preteso dualismo tra uomo e natura. Secondo l'autore è molto più importante indagare il modello d'interazione tra gli individui che non la coscienza individuale. Non si può capire il mondo sociale a partire dalla psicologia delle singole persone così come non si può capire perché il diamante non è grafite pur essendo formato dagli stessi atomi di carbonio. Marx scriveva nella prefazione del '67 al Capitale: "Il mio punto di vista, che concepisce lo sviluppo della formazione economica della società come processo di storia naturale, può meno che mai rendere il singolo responsabile di rapporti dei quali esso rimane socialmente creatura, per quanto soggettivamente possa elevarsi al di sopra di essi". Con buona pace di concretisti ed idealisti di ogni risma!

2004: Per una teoria rivoluzionaria della conoscenza
2007: Una fisica della storia

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